Per i giovani arbitri una domenica da «incorniciare» di Gigi Garanzini
Per i giovani arbitri una domenica da «incorniciare» (S)VJSTE E RIVISTE Per i giovani arbitri una domenica da «incorniciare» Gigi Garanzini GRAN serata a Verona, degna della stagioae areniana, e conferma a buon livello anche di Trefoloni, imo dei giovani arbitri emergenti. Nonostante qualche sbavatura nel finale, Trefoloni ha tenuto in pugno una partita agonisticamente molto tirata, a tratti anche esasperata. Nessun dubbio sulla concessione del rigore d'apertura al Chievo, il primo dopo sei concessi nelle due precedenti stagioni alla Juventus: troppo evidente, sull'assist di testa di Cessato, l'abbraccio di Camoranesi a Sculli. Anche nel pomeriggio, d'altra parte, tutto era filato abbastanza Uscio: nel senso che non erano mancati episodi difficili da valutare, ma i direttori di gara ne erano venuti a capo in maniera quasi sempre azzeccata. A differenza di quanto accaduto sabato a Marassi allorché Messina, pur padroneggiando ima partita non facile, aveva sbagliato la valutazione su due episodi decisivi: il gol di Inzaghi segnato in chiara posizione di fuorigioco non sanzionata dal guardalinee, e il rigore regalato alla Sampdoria per un plateale tuffo di Bazzani. Tra le decisioni più felici quelle adottate da Morganti in Modena-Udinese: erano entrambe da ammonizione le scorrettezze di Alberto, giustamente espulso a metà primo tempo, ed era da rigore la spinta di Milanetto a Pizarro che ha propiziato il rigore decisivo; il dubbio riguarda semmai un altro possibile calcio di rigore, in questo caso a favore del Modena, per un intervento di braccio di Pierini su un pallone proveniente da lontano. Dubbio che non ha avuto Saccani a Parma allorché ha concesso ai locali il rigore del raddoppio per un mani istintivo di Alioui. Bravo anche un altro giovane, Ayroldi, a fischiare il rigore del provvisorio pareggio per l'Ancona: il fallo di Silvestri su Hubner non è vistoso, ma più che sufficiente a sbilanciare l'attaccante ormai in vantaggio sul pallone. Netto quanto del tutto ininfluente anche il rigore che ha completato la cinquina della Roma, per lo sgambetto di Mauri a Mancini. Più discusse le direzioni in terra toscana, di Dondarini a Empoli e di Paparesta a Siena. In Empoh-Reggina, Dondarini sorvola su un rigore per parte, ma soprattutto punisce con un semplice cartellino giallo un fallacelo da dietro di Cribari su Nakamura, che avrebbe comportato l'espulsione diretta del difensore empolese. Una mancanza di severità che ha trovato riscontro anche nell'arbitraggio di Paparesta a Siena, dove due entratacce di Delli Carri sono state sanzionate da un solo cartellino: e tre scorrettezze di Materazzi nemmeno da quello. Da Siena arrivano anche due episodi da sottolineare. Il fuorigioco di posizione di Kallon sul gol dell'Inter che non sarebbe stato in ogni caso sanzionato, anche senza la deviazione di Cufrè, perché non disturbava il portiere. E il fair-play di Chiesa che ha rinunciato a entrare in area palla al piede, in pieno assalto finale, avendo scorto Cannavaro a terra. Peccato che Lamouchi, per ricambiare, anziché restituire il pallone nello stesso punto lo abbia volgarmente scaraventato sessanta metri più lontano.
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