Sempre In testa, è tornato Michael il Cannibale di Stefano Mancini

Sempre In testa, è tornato Michael il Cannibale ILTRIONFO DI MONZA RILANCIA SCHUMACHER VERSO ILTITOLO. MONTOYA SECONDO Sempre In testa, è tornato Michael il Cannibale Ferrari imprendibile per la Williams e Barrichello (terzo) completa la festa Stefano Mancini inviato a MONZA Pronti, via e i due sono già fianco a fianco. Michael Schumacher e Juan Pablo Montoya si giocano - in ordine sparso gara. Mondiale e orgoglio. Schumi affronta scomposto la prima chicane, Juancho lo bracca, poi lo affianca alla variante della Roggia per un paio di interminabili secondi. Nessuno cede, nessuno alza il piede dall'acceleratore. Sembra addirittura che Ferrari e Williams si tocchino. «No, nessun contatto - smentirà il tedesco - ma tra le nostre due vetture non sarebbe passato un foglio di carta». In accelerazione la spunta la Rossa. Gara, orgoglio, forse il titolo iridato; si decide tutto in quegli attimi del primo giro. Ne succedono ancora di cose; Schumacher vola a 368,8 chilometri l'ora e diventa l'uomo più veloce della Formula 1, oltre che il più ricco e vincente. Montoya tenta di rovinargli la festa davanti al pubblico di Monza, a quei 65 mila (paganti) che nella quasi totalità stravedono per il Cavallino. A ogni passaggio il distacco diminuisce. E' uno stillicidio di decimi di secondo, finché la monoposto anglotedesca finisce negli specchietti del rivale. Che reagisce, guadagna qualche centinaio di metri, rientra per il secondo pit stop con un buon margine di sicurezza. I meccanici sono velocissimi. La sosta dura 9 secondi, il tempo di immettere la benzina che consentirà alla Ferrari di concludere la corsa (per la sostituzione delle ruote bastano 4-5 secondi). «D'ora in avanti pretendo la perfezione da tutti», aveva detto Luca Montezemolo nel lunedì dopo Budapest. L'ha ottenuta. Tutto ha funzionato nel fine settimana di Monza, dalla strategia alle gomme, dalla vettura agli uomini. Una sbavatura c'è, a voler essere pignoli; quando Schumi esce dalla corsia box, via radio gli arriva un rassicurante «vai tranquillo», subito corretto in un «attento, arriva la Williams, arriva Montoya». Per un momento nessuno capisce come sia possibile, né il pilota né gli strateghi del Cavallino né i tifosi. Schumi ritarda la frenata, sollevando una nuvola di fumo blu nel tentativo disperato di resistere. Nulla da fare; la Williams è davanti. Trascorrono alcuni secondi prima che tomi la calma e sia scoperta la verità; si tratta di Gene, il pilota che ieri ha sostituito Ralf malato (motivazione ufficiale un mal di testa da postumi di incidente, ma gira voce che la Williams non abbia voluto schierare il fratello del «nemico»). Lo spagnolo vive il suo momento di gloria in testa a un Gran Premio dopo tre anni di assenza dalla Formula 1 trascorsi da collaudatore. Finito il giro, rientra per il pit stop. Un paio di secondi continuano a separare Schumi e Montoya, finché sulla loro strada non incontrano Frentzen. Il doppiaggio riesce senza problemi alla Ferrari, ma diventa particolarmente ostico per la Williams. Nell'operazione di sorpasso il pilota colombiano perde un secondo, si arrabbia e continua a commettere errori. Ci mediti su, perché un Mondiale si vince mantenendo la concentrazione fino all'ultima curva (Schumi insegna). Per Raikkonen le speranze evaporano. Il quarto posto di Monza lo allontana dal vertice della classifica: sette punti il ritardo da Schumacher, quattro da Montoya. Non ha commesso errori gravi. Piuttosto, gli sono mancati i cavalli che servono nel tempio della velocità. Forse ha capito che era tagliato fuori quando gli han- no confessato che la nuova McLaren-Mercedes, quella annunciata per la stagione 2003, dopo infiniti rinvìi non avrebbe mai esordito. Barrichello ha invece confermato di attraversare un momento felice. E' tornato a far coppia con il compagno sul podio, come ai vecchi tempi, ha portato sei punti alla causa del Mondiale costruttori (che vede ancora in testa di 4 lunghezze la Williams-Bmw) e ha respinto gli arrembaggi di Raikkonen. Alla Renault è andato tutto male. Trulli è partito benissimo, risalendo fino alla terza posizione, poi ha parcheggiato perché l'elettronica è andata in tilt. Alonso, vincitore a Budapest, ha compromesso la gara in qualifica con un testacoda. Partito dal fondo dello schieramento, è andato a incocciare contro la Minardi di Verstappen, a sua volta finita sulla Jaguar di Wilson. Rientrato ai box, è riuscito a recuperare fino all'ottavo posto, portando a casa unpunticino. Al via combattuto testa a testa col grande rivale colombiano Un brivido al rientro dal pit stop: «Attento, sta arrivando». Ma era la monoposto di Gene Raikkonen, quarto, tradito dai pochi cavalli e dal mancato esordio della nuova McLaren: per lui si allontana la speranza di vincere il titolo Il pugno alzato in segno di vittoria, Michael Schumachertaglia vittorioso il traguardo del Gp d'Italia a Monza Un momento della magnifica sfida ravvicinata tra Michael Schumachere il colombiano della Williams Pablo Montoya che invano, subito dopo il via, ha tentato di superare il ferrarista

Luoghi citati: Budapest, Italia, Monza