Ai mercati finanziari si addice la taglia small

Ai mercati finanziari si addice la taglia small UNO STUDIO DI HENDERSON GLOBAL DIMOSTRA CHE IL SUCCESSO DEI PICCOLI NON E SOLO ITALIANO Ai mercati finanziari si addice la taglia small In caso di ripresa però sarebbe meglio posizionarsi sui gruppi più grossi Anna Messia Anche quest'anno le «small cap», ovvero le piccole e medie stanno dimostrando in Borsa di poter fare meglio delle più blasonate larga cap (aziende ad alta capitalizzazione) nonostante i continui lamenti, in parte giustificati, sulla scarsa visibilità che Piazza Affari garantisce ai nomi di secondo piano, almeno per dimensioni. Il percorso è però segnato, non solo a livello italiano visto che, sul piano globale, i titoli «piccoli» a livello mondiale hanno fatto meglio di quelli più grossi di un buon 200Zo. Ma nel Regno Unito, da sempre attento alle esigenze dei gruppi di pressione più solidi: il «Ftse smaller company index» (l'indice inglese che racchiude appunto le società a bassa capitalizzazione) ha superato le 100 aziende a più larga capitalizzazioni di un sorprendente 2607o. Le «piccole» hanno guadagnato il 340Zo contro l'incremento dell'8% delle big. Continuerà questo rally? Secondo Katie Pybus, analista di Henderson Global Investors, le small cap hanno ancora energia da vendere. «In un contesto generale di miglioramento economico i gestori non hanno alcun motivo per spostarsi verso l'area difensiva della società a grande capitalizzazione - sostiene Pybus - e questo fattore, secondo noi, sosterrà ancora la sovraperformance delle small cap». Inoltre, secondo l'analista di Henderson Global Investors, nonostante la corsa messa a segno le aziende di minori dimensioni non sono ancora sopravvalutate: «In Inghilterra dove la Sovraperformance è stata più ampia che altrove i prezzi sono sostenuti dai dividendi che le società potranno riconoscere, ma nel resto del mondo le azioni sono ancora lontane dai loro livelli massimi». Ma qual è la considerazione per le aziende small europee e italiane in particolare? «Queste società continuano a offrire favorevoli opportunità sostenute da buoni dividendi e cash flow. Stanno migliorando la struttura dei costi e i vertici aziendali stanno mostrando più fiducia in una ripresa degli utili», dichiarano dalla sede londinese di Henderson. L'Italia? Negli ultimi mesi abbiamo aumentato la nostra esposizione al Paese, comprando diverse azioni small come per esempio De Longhi. L'azienda continua a rafforzare il suo marchio e a conquistare nuove quote di mercato. Insomma anche in uno scenario di ripresa economica le piccole aziende avranno da dire la loro. Ma c'è da chiedersi per quanto tempo durerà ancora questo stato di grazia. «Considerando un orizzonte temporale a un anno probabilmente ci sarà una migrazione verso le largo cap ribatte Pybus - ma siamo sicuri che nei prossimi mesi le small potranno ancora emergere». Per consolidare il settore ci vorrebbe l'azione di gestori e banche. Peccato che le iniziative del risparmio gestito in Italia non siano numerose (non si arriva a superare la decina) e che i fondi specializzati nelle piccole e medie imprese soffrano spesso della mancanza di scambi sui titoli in portafoglio. Un bel guaio per un'economia in cui le piccole imprese hanno un ruolo determinante. [Borsa&Finanza] ICCOLI BATTONO MIBTEL Ì120 115 Ino 105 100 95 \ 90 M A M da gennaio a settembre 2003

Persone citate: Anna Messia, De Longhi, Henderson, Henderson Global Investors, Katie Pybus, Pybus, Solo Italiano

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Regno Unito