Il Papa sempre più stanco, dubbi sui suoi futuri impegni di Marco Tosatti

Il Papa sempre più stanco, dubbi sui suoi futuri impegni GIOVANNI PAOLO II DI RITORNO DALLA SLOVACCHIA DOVE IERI HA BEATIFICATO UNA SUORA E UN VESCOVO VITTIME DEL COMUNISMO Il Papa sempre più stanco, dubbi sui suoi futuri impegni I collaboratori assicurano: «Non intende arrendersi». Ma per ora non c'è alcuna trasferta in programma Marco Tosatti inviato a BRATISLAVA Giovanni Paolo II ha concluso meglio di come l'aveva iniziato il suo viaggio in Slovacchia, ma l'evidente sforzo e la sofferenza del Pontefice pongono in tutti dall'uomo della strada ai principi della Chiesa - la domanda se per caso abbiamo assistito all'ultima visita pastorale fuori dai confini itahani. In realtà all'inizio della messa di ieri, una cerimonia durata oltre due ore, con la beatificazione di una suora e di un vescovo vittime del regime comunista, il Papa è apparso in discreta forma; la posizione era eretta, la voce forte e chiara e, anche se ha fatto leggere al cardinale Tomko gran parte dell'omelia, è apparso una persona decisamente diversa da quella vista negh ultimi tre giorni. Alla fine della cerimonia però la stanchezza ha prevalso. Con estrema fatica Papa Wojtyla ha letto fino alla fine i saluti del «dopo Angelus» ma monsignor Marini è stato obbligato a indicargli le parole con il dito sul fogho e anche il saluto finale e i ringraziamenti per la visita non sono stati letti dal Pontefice esausto. L'ultimo viaggio? La risposta probabilmente è «no». Joaquin Navarro Valls, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, una delle persone più vicine a Giovanni Paolo II, risponde che «conoscendolo, non me la sentirei proprio di dire che questo in Slovacchia è l'ultimo viaggio». E' vero che per il momento non c'è nessuna trasferta programmata (anche l'anno scorso, però, nello stesso periodo, la situazione era identica) ma per il 2004 sono in piedi almeno cinque inviti. I vescovi svizzeri hanno annunciato qualche giomo fa che il Papa ha accettato di recarsi a Basilea; i vescovi francesi lo vogliono - probabilmente a mag¬ gio - per la beatificazione dei genitori di Santa Teresa di Lisieux; la Polonia richiede la sua presenza per giugno e in Austria si svolgerà una riunione dei vescovi dei Paesi centro-europei, a cui Giovanni Paolo II è stato invitato. Inoltre a ottobre in Messico avrà luogo il Congresso Eucaristico, a cui il Pontefice è stato invitato ufficialmente, anche se con delicatezza si cerca di convincere l'episcopato d'oltreoceano a non insistere troppo, perché Giovanni Paolo II potrebbe accettare; la strategia dei suoi collaboratori vorrebbe invece limitare gli spostamenti a due-tre ore di volo al massimo, per non stressare il capo della Chiesa. Che vuole continuare a viaggiare; a dispetto della fatica, della quasi immobilità - l'abbiamo visto in piedi l'ultima volta a maggio, a Madrid, per ascoltare gh inni nazionali - e dei consigli dei suoi collaboratori. «Consu¬ merò tutte le mie forze per servire la Chiesa fino all'ultimo» ha detto Giovanni Paolo II, e vuole farlo nel modo che ha dato l'impronta più evidente e tangibile al suo pontificato: viaggiando. Ha «superato» la difficoltà psicologica di apparire fragile, debole e limitato nei suoi mezzi fisici, lui che era così sportivo e «corporeo», fino all'operazione all'anca, trasformando la debolezza in un esempio morale; e l'uomo che ha pronunciato 3304 discorsi solo in viaggio, senza contare quelli in sede, sta rassegnandosi a far leggere ad altri le sue omelie. Ma difficilmente rinuncerà a viaggiare, perché pensa che quello sia il suo compito, e proprio non si concepisce rinchiuso fra le mura del Vaticano o di Castelgandolfo. «Le parole ammoniscono, ma l'esempio trascina» ha detto nei giorni scorsi, citando un proverbio slovacco; un proverbio che è convinto di mettere in pratica anche adesso, forse soprattutto adesso. Ma se non intervengono elementi negativi molto forti, non sembra probabile al momento che l'uomo che ha percorso fino a oggi 3,24 volte la distanza fra la Terra e la Luna possa rinunciare ai pellegrinaggi apostolici. O a togliersi qualche soddisfazione, come visitare per la terza volta un Paese in cui ordinava preti clandestinamente, quando era arcivescovo di Cracovia, o a beatificare due martiri del regime in un quartiere che lo stesso regime aveva costruito senza prevedere, volutamente, lo spazio per una chiesa. Anche se in certi momenti le immagini della tv slovacca, meno «filtrate» di quelle del Centro Televisivo Vaticano ostentavano impietosamente la fatica e la sofferenza evidenti sul volto di Giovanni Paolo IL Fatica e sofferenza che il Papa mette in conto, e che non sono - per lui - una ragione sufficiente per dire «Basta». Giovanni Paolo II durante la cerimonia di beatificazione svoltasi ieri a Bratislava