«Luccisione di Arafat è un'opzione per Israele» di Aldo Baquis

«Luccisione di Arafat è un'opzione per Israele» ESAMINATI VARI PROGETTI PER NEUTRALIZZARE IL PRESIDÈNTE ANP «Luccisione di Arafat è un'opzione per Israele» Condanna e proteste dopo l'affermazione del vicepremier Olmert Aldo Baquis TEL AVIV L'eliminazione fisica del presidente palestinese Yasser Arafat è uno dei progetti in fase di elaborazione da parte del governo israeliano. A dissipare ogni dubbio residuo è giunto ieri il vicepremier Ehud Olmert (Likud), che in un'intervista radio ha offerto delucidazioni sulla formula ermetica approvata giovedì dal Consiglio di difesa del governo Sharon: «Arafat è un ostacolo a qualsiasi processo di riconcihazione con i palestinesi e a tempo debito dovrà essere rimosso». Olmert ha confermato che la «rimozione» può avvenire non solo attraverso la sua espulsione dai Territori, ma anche mediante l'eliminazione fisica oppure - e questa è forse la formula a lui più gradita - attra¬ verso un isolamento totale di Arafat nel proprio ufficio, impossibilitato in qualsiasi contatto col mondo estemo. Le parole di Olmert sono rimbalzate nella vicina Ramallah, dove hanno suscitato l'immediata indignazione dell'ex negoziatore Saeb Erekat. «I ministri israeliani si esprimono come ima banda'di mafiosi - ha esclamato -. L'uccisione di Arafat significherebbe l'uccisione dell'Anp, e forse anche l'eliminazione fisica di palestinesi moderati come me da parte di gruppi armati dell'Intifada». Più pacata, ma sostanzialmente analoga, la prima reazione dell'opposizione laburista israeliana. «Una decisione stupida - ha dichiarato Shimon Peres, dall'alto dei suoi 80 anni -. GU unici a beneficiare della scomparsa di Arafat sarebbero gli integrahsti di Hamas». Nel frattempo anche il segretario di Stato Colin Powell era stato informato in Iraq delle dichiarazioni del dirigente israeliano. In un'intervista alla Fox News ha subito ricordato al governo Sharon che gh Stati Uniti si oppongono sia all'espulsione sia di'eliminazione del presidente palestinese, anche perché queste misure rischierebbero di scatenare la collera popolare in tutta la regione. «L'opposizione degli Stati Uniti è di carattere tattico - hanno replicato da Gerusalemme fonti politiche israeliane -. Nell'eventualità di un'azione, ci coordineremmo con Washington, non agiremmo di sorpresa». Secondo queste fonti, la dichiarazione approvata giovedì dal governo potrebbe avere effetti benefici: ad esempio, spingere il governo palestinese ad agire con decisione contro l'Intifa- da annata. Alcuni osservatori ritengono che il suo valore sia essenzialmente di deterrente. I servizi di sicurezza israeliani mantengono lo stato di massima allerta. Diversi attentati sono stati sventati ieri, di misura. Un artificiere di Tanzim (al Fatah) è stato catturato a Nablus, con le bombe in mano. Il messaggio sottinteso di Sharon ad Arafat è dunque che, qualora elementi riconducibili al suo ufficio conducessero in Israele un attentato «strategico» (ossia decine di morti), gli aerei da combattimento potrebbero cercare di colpirlo così come hanno fatto nei confronti dello sceicco Ahmed Yassin di Hamas (che però è rimasto in vita). Su questa linea di pensiero si ritrovano con Olmert anche il ministro della difesa Shaul Mofaz (che ha rinviato una visita negli Stati Uniti, per seguire la situazione sul campo) e il capo dello Shin Bet (sicurezza interna) Avi Dichter, secondo il quale l'esecuzione di Arafat è preferibile alla sua espulsione. Discorsi così espliciti destano imbarazzo anche nel governo di Sharon e nel Likud. Aperte critiche alla decisione di «rimuovere» Arafat sono giunte dal presidente della Knesset Reuven Rivlin, un dirigente del Likud. E anche un ministro di estrema destra, Beny Elon, si è detto contrario all'espulsione e ha rivelato che Sharon non ha affatto condotto un dibattito approfondito.«Ha zittito ogni ministro che cercava di interloquire, lasciandogli intendere che era solo fonte di fastidio», si è lagnato Elon. Nei giorni scorsi anche l'ex capo del Mossad Efraim Halevy ha affermato che nel governo Sharon decisioni di importanza strategica «vengono ormai prese con faciloneria». A Ramallah, intanto, Arafat è immerso in continui bagni di folla. Ieri per allietarlo si è esibita sotto alla sua finestra una compagnia di balli folkloristici. «Nessuno mi può espellere da casa mia», ha ribadito a una delegazione di deputati arabi israeliani. L'imDrowisa attenzione intemazionae sulla sua persona - dopo mesi in cui si era sentito in disparte - gli fa certamente piacere. Al punto che ha consighato ad Abu Ala di non affrettarsi troppo a costituire il nuovo governo. «I contatti politici proseguono» ha assicurato ammiccando Abu Ala. Ma a Ramallah i deputati hanno appreso che per vedere un nuovo governo ci vorranno almeno altre tre settimane. Shimon Peres: «Una decisione stupida» L'ex negoziatore Erekat «I ministri israeliani si esprimono come una banda di mafiosi» Anchegli Stati Uniti esprimono indignazione «Non sappiamo a che cosa potrebbe servire una tale decisione»