RABIN UCCISO DUE VOLTE di Barbara Spinelli
RABIN UCCISO DUE VOLTE LA CRISI MEDIORIENTALE RABIN UCCISO DUE VOLTE Barbara Spinelli LE chiavi per capire la tragica storia contemporanea d'Israele non vengono da fuori, come spesso si pensa: vengono tutte dall'interno stesso del mondo ebraico, come ai tempi in cui Ezechiele chiamava il sroprio popolo al suo dovere, e o chiamava popolo di dura cervice e di cuore ostinato. E' il caso di Ephraim Halevy, ex capo dei servizi segreti israeliani e consigliere dimissionario del primo ministro Sharon: è lui a dirci che da almeno nove mesi in Israele non si fa più politica. Si combatte una guerra fallimentare contro il terrorismo kamikaze dei combattenti palestinesi, si procede alla liquidazione fisica dei capi di Hamas senza capire che Hamas «rappresenta un quinto della società palestinese» e che con questo peso crescente occorrerà fare i conti, «negoziando anche con chi ha il sangue nelle mani». «L'improvvisazione e la sbrigatività regnano nel governo Sharon e sono divenute intollerabili», spiega Halevy ai giornalisti di Ha'aretz che lo interrogano. Altri, come il deputato laburista Abraham Burg, sostengono che l'attuale gruppo dirigente in Israele ha seppellito per sempre il sogno sionista: non è possibile conservare al tempo stesso i territori occupati, l'esistenza di uno Stato a maggioranza ebraica, e il sistema democratico cui il sionismo dei padri fondatori diede vita dopo la seconda guerra mondiale. Occorrono rinunce, cui Sharon non vuole consentire. Occorre scegliere, e questo governo in Israele non è capace di scegliere. La sua battaglia contro il terrorismo è agganciata alla battaglia globale che conducono i dirigenti americani, e questa dipendenza dalla superpotenza statunitense non aiuta lo Stato di Israele a vedere quel che può fare qui, ora: con gli strumenti che gli son forniti dalla propria tradizione politica, nella terra ristretta che gli è assegnata, con i popoli e anche con i nemici che ha di fronte e che non può autonomamente scegliersi. Copiare la politica americana vuol dire metter sullo stesso piano Bin Laden e Yasser Arafat, impegnarsi in una specie di guerra perpetua contro il male, e dunque rinunciare a CONTINUA A PAGINA 8 PRIMA COLONNA RESPINTE LE PRESSIONI PER ARAFAT Accuse di «ipocrisia» all'Onu «La sicurezza è la sola priorità» Baquis e Mastrolilli A PAGINA 8
Persone citate: Abraham Burg, Baquis, Bin Laden, Ephraim Halevy, Halevy, Mastrolilli, Yasser Arafat
Luoghi citati: Israele
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