Rosselli, Longo, Pertini La vita quotidiana dei 13 mila al confino

Rosselli, Longo, Pertini La vita quotidiana dei 13 mila al confino I DISSIDENT8 CHE NON VENIVANO ARRESTATI FINIVANO NEI LUOGHI ALLORA PIÙ OSTICI Rosselli, Longo, Pertini La vita quotidiana dei 13 mila al confino Dalle isole siciliane alle Pontine: gli oppositori erano reclusi dalle 19, obbligati a lavorare, seguiti passo passo da un milite fascista la memoria Giovanni De Luna ■. - -■- -■•■'- ... - ■■■.-:.: ■■. y.- •■. . ANDATECI oggi a Favignana, Lampedusa, Lipari, Ponza, Tremiti, Ustica, Ventotene e vi ritroverete in piccoli paradisi. Ai tempi del fascismo non era così e il regime lo sapeva bene tanto da mettere una cura speciale nel selezionare tutti i villaggi più sperduti per isolare e neutralizzare i suoi oppositori. «Confino» significa questo: sradicare un individuo, scaraventandolo in un isolamento in cui non può più nuocere, «confinandolo»: un virus, ecco cosa erano i propri nemici per il fascismo. Mussolini istituì questa misura di carattere amministrativo con la nuova legge di Pubblica Sicurezza del 1926. Prima di allora (ma si trattava della legislazione democratica dello Stato liberale) «il domicilio coatto» aveva colpito solo gli ammoniti, i pregiudicati e i recidivi per delitti comuni: la dittatura estese la misura a tutti i cittadini ritenuti «pericolosi per la sicurezza pubblica», anche semplicemente per avere manifestato un proposito ostile ai poteri dello Stato fascista. Così, nel corso di 17 anni, dal 1926 al 1943, furono'tredicimila gli t italiani phe Mussolini spedì . al confino. Vi si poteva restare da un minimo di un anno a un massimo di cinque. Ogni minima infrazione comportava però un allungamento della pena, che alla fine superava sempre quel limite. Sei mesi di «allungamento», ad esempio, erano previsti per i confinati che si rifiutavano di fare il saluto romano alle autorità fasciste. La restrizione della libertà, oltre all'isolamento comportava anche vari obblighi, tra cui quelli di essere rinchiusi tra le 7 di sera e le 7 del mattino. In alcune casi la severità burocratica delle norme poliziesche aveva conseguenze paradossali. Ad esempio quella che prescriveva ai confinati l'obbligo di «darsi a stabile lavoro»: in realtà i pescatori delle isole erano poverissimi per conto loro e e possibilità di trovare un'occupazione era quasi nulla; ne derivava una singolare comunità in cui i reclusi si integravano grazie alla condivisione delle stesse ristrettezze economiche e degli stessi spazi angusti, arrangiandosi tutti insieme, intellettuali e pescatori, politici e contadini. Nella memoria degli isolani il ricordo è ancora vivissimo. I confinati s'improvvisarono sarti, muratori, idraulici. In alcuni casi, successe soprattutto nelle isole, introdussero tecniche di allevamento (polli e conigli) destinati a durare nel tempo. Ne scaturì l'occasione di un suggestivo incontro tra il Nord e il Sud, tra la città e la campagna, tra la cultura «alta» e quella materiale dell'Italia rurale da cui fiorì un capolavoro letterario come «Cristo si è fermato a Eboli» di Carlo Levi, Specialmente le donne riuscirono a stabilire relazioni proficue con la popolazione locale, coniugando il loro ruolo, tutto politico e ideologico, con la possibilità di fornire alle altre donne con cui entravano in contatto esempi concreti di emancipazione e di autonomia («Le donne di qui,- scriveva da Longobucco Lea Giaccaglia al marito Paolo Betti - abituate ad una chiusa vita casalinga, tutta e unicamente negli affetti familiari, intendono la grandezza del mio sacrificio, e i loro occhi si riempiono di lacrime e vogliono sapere della mia mamma, del mio bimbo, del mio compagno... Ho tentato di far capire che non è necessaria una grande dote e che l'unica dote che ha valore è quella spirituale e culturale, che, date le loro possibilità avrebbero potuto acquisire, per essere vere compagne di un uomo, anziché una moglie, invece di porsi sin dall'età di 12 anni al telaio, logorandosi per cose- di relativa utilità»), spesso operando come consapevoli strumenti di «modernizzazione»: «Spargendosi la voce, in poco tempo, che venivo da Parigi e che ricevevo giornali di moda da Parigi, ebbi ben presto buona clientela che vestiva moderno, di fronte a centinaia di donne giovani e anziane che vestivano con costumi anti¬ chi...», ricordava ad esempio Novella Pondrelli, confinata a Girifalco, in Calabria. Dal 1930, dopo l'evasione di Emilio Lussu, Fausto Nitri e Carlo Rosselli da Lipari, alcune migliaia di «antifascisti pericolosi» vennero concetìtrati a- iw. . - j Ponza, Tremiti, e Ventotene. Quelli di cui si temeva la fuga venivano seguiti passo passo da un milite fascista: a Ponza e Ventotene, questa vigilanza speciale venne in¬ flitta a nove confinati: Luigi Longo, Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia e Umberto Terracini (comunisti); Riccardo Bauer, Ernesto Rossi e Francesco Fancello (Giustizia e Libertà); Sandro Ferrini (socialista), Gianbattista Domaschi {anarchico).- una bella fetta della futura classe dirigente dell'Italia repubblicana. Quelle isole non furono «luoghi di vacanza» ma uno straordinario laboratorio per la nascita di una nuova leadership politica. Non furono «luoghi di vacanza» e oggi, per la nostra Repubblica, sono diventati luoghi di memoria; a Ventotene, al confino appunto, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli elaborarono il «manifesto» del federalismo europeo, una delle tavole fondamentali dell'identità della nuova Italia, democratica e repubblicana, emersa dal crollo del fascismo. I pescatori erano poverissimi e le possibilità di trovare un'occupazione quasi nulle; i reclusi erano costretti a condividerne le ristrettezze Gli antifascisti più pericolosi subivano anche condizioni più severe: a Ponza, Ventatene e alle Tremiti toccò, tra gli altri, a Secchia, Terracini, Ernesto Rossi. La minima infrazione causava l'allungamento delia pena Prima del 1926 «il domicilio coatto» aveva colpito solo gli ammoniti, i pregiudicati e i recidivi per delitti comuni Il dittatore la estese a ogni forma di dissenso ideologico e politico Benito Mussolini in una immagine del 1931: salì al potere nel 1922