E'scontro sulla tutela dell'alimentare «doc»

E'scontro sulla tutela dell'alimentare «doc» E'scontro sulla tutela dell'alimentare «doc» Vanni Cornerò A Cancun la partita si fa dura. All'interno del Wto c'è una cordata di Paesi che di accordi sulle denominazioni d'origine proprio non ne vuol sapere: capofila è il Canada, seguito da Stati Uniti, Brasile, Argentina, Australia, Sudafrica, Nuova Zelanda e Uruguay. Il pensiero di questo «fronte degli otto» viene esplicitato senza mezzi termini dal ministro canadese del Commercio, Pierre Pettigrew: «Non sosteniamo affatto il registro multilaterale delle denominazioni, e non ne voghamo l'estensione al di là dei vini e degli alcolici - dice Pettigrew - si aprirebbe scatola che ci vorrebbero decenni a richiudere». Insomma in questo pattughone che chiude tutti e due gh occhi sul fenomeno definito «agropirateria» nessuno si preoccupa se centinaia di prodotti vengono imitati e se questo crea danni ingentissimi ai redditi di chi produce ghoriginah. Basti pensare, che, solo per quanto riguarda l'Italia, la Coldiretti segnala una lista di 14 prodotti il cui nome va difeso: si va dal Chianti alla Grappa, dal prosciutto toscano o di Parma e di San Daniele al Marsala, da fonnaggi come l'Asiago, la Fontina, il Pecorino romano, il Gorgonzola, il Grana Padano e il superimitato Parmigiano Reggiano alla mozzarella di bufala e alla Mortadella di Bologna. Naturalmente i protagonisti delTagroalimentare made in Italy non ci stanno e, sia la parte agricola, sia quella industriale fanno sentire con determinazione la loro voce: «L'industria alimentare itahana è la prima in Europa, ha 400 mila addetti e solo a livello nazionale vale 100 miliardi di euro - ricorda la Federalimentare - quindi ci aspettiamo che l'Unione Europea difenda le profonde riforme del sistema produttivo e della pohtica agricola che con coraggio ha realizzato prima di Cancun». Inoltre, solo qualche settimana fa BruxeUes, proprio in vista delle trattative di Cancun, ha redatto un primo elenco di 41 specialità da tutelare. Schierate fianco a fianco senza titubanze le organizzazioni agricole: «La lotta aU'agropirateria è un passaggio fondamentale del negoziato Wto per garantire un commercio leale a vantaggio dello sviluppo locale di tutti i Paesi», dice il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni e sottohnea: «Solo negh Usa sono falsificati circa una bottiglia di vino itahano su due e nove formaggi su dieci. Il mercato deUe imitazioni per questi due soh prodotti vale ben 2,5 miliardi di dollari contro i 900 milioni in valore delle esportazioni nostrane». Secondo il presidente della Confederazione itahana agricoltori. Massimo Pacetti la tutela dei prodotti di qualità, fortemente contrastata, è un aspetto che non può essere ignorato o sottostimato: «A Cancun - aggiunge Pacetti - si conferma l'importanza della riforma della pohtica agri'-ila comunitaria. L'Europa, infatti, non si presenta a mani vuote, bensì con un modello di interventi di aiuto all'agricoltura che non tocca più gh aspetti commerciah ma soltanto il reddito ai produttori». E per il presidente di Confagricoltura, Augusto Bocchini sulla tutela dei prodotti di qualità c'è bisogno di un colpo di reni del governo itahano, presidente di tumo dell'Unione europea: «Mentre gh Usa - spiega Bocchini - hanno detto prima trattiamo al Wto e poi facciamo le riforme, la Uè, per avere più peso a Cancun, ha fatto a giugno una riforma della Pac che comporta sacrifici per gh agricoltori itahani. Invece inostri interlocutori affermano che la revisione della pohtica agricola comunitaria non basta. Questo mentre nel testo dell'accordo Usa-Ue sul! agricoltura non si parla di tutela delle denominazioni di origine».

Persone citate: Augusto Bocchini, Bocchini, Massimo Pacetti, Pacetti, Paolo Bedoni, Pettigrew, Pierre Pettigrew, Vanni Cornerò