Fracastoro, geniale anatomista e ispirato «cantore» della sifilide

Fracastoro, geniale anatomista e ispirato «cantore» della sifilide STORIA DELLA MEDICINA |TÈ Fracastoro, geniale anatomista e ispirato «cantore» della sifilide MORTO 450 ANNI FA, MEDICO AL CONCILIO DI TRENTO, TRATTO' DELLA MALATTIA VENEREA IN UN POEMETTO: IPOTIZZO' L'AZIONE DI INVISIBILI PARTICELLE INFETTIVE Anna Buoncristiani L A Sars, polmonite atipica, e [ualche mese fa ci ha ricordato che altri morbi in passato hanno devastato il mondo. Alla fine del Quattrocento, per esempio, l'Europa fu colpita da una tremenda epidemia di sifilide, malattia venerea che oggi sappiamo causata dal batterio Treponema palhdum. Diffusa in Italia dalle truppe di Carlo Vili, era appunto nota come morbo galhco (il «mal franzese» delle "Rime" burlesche di Francesco Bemi, ma chiamato «mal napolitain» dai francesi). Si propagò in breve all'Africa settentrionale e in Oriente. Da allora scienziati e storici hanno ricercato le cause di quel suo improvviso sorgere e diffondersi. La teoria americanista vuole che siano stati i marinai di Cristoforo Colombo a importare il flagello dal nuovo mondo. La sifìlide, per i seguaci di quella teoria, non sarebbe stata riscontrata da noi prima del 1492, mentre era diffusa nell'America precolombiana, dove gh antropologi hanno trovato, in antiche sepolture, scheletri con i segni tipici della malattia: lesioni e ispessimento delle ossa degh arti e, in certi casi, un'erosione a forma di cratere sul cranio. Altri studiosi sostengono però di aver trovato gli stessi segni su corpi sepolti in Europa prima della scoperta dell'America. Ecco allora un'altra scuola di pensiero, quella europeista o precolombiana. Sprengel, grande storico della medicina, riconosce la sifilide in malattie descritte da Ippocrate, Plinio il Vecchio, Celso e Galeno; altri studiosi affermano che del morbo si sia parlato addirittura già nel codice babilonese di Hammurabi, risalente al 2200 a.C. Chi appoggia la teoria americanista sostiene però che altre malattie, come l'anemia, possono aver causato le stesse patologie ossee. Recentemente si è affacciata l'ipotesi di un'origine africana. Ma il tennine sifilide da dove viene? Da Syphilus, pastore protagonista del poemetto "Syphilis, sive de morbo galhco": per aver insultato ApoUo, egli viene colpi- to dal dio con la terribile malattia. L'affronto fu però dimenticato e spuntò un albero, il guaiaco, da cui l'umanità imparò a estrarre un medicamento. Come cura, una ninfa suggerì invece al pastore liceo di usare il mercurio. Tutto questo ci fa capire che l'autore conosceva bene sia le lesioni causate dalla malattia sia le cure del tempo. Non si sa se per il nome del pastore egli abbia attinto alla sua fantasia oppure si sia ispirato a termini già esistenti. Siphylus è il figlio di Niobe nelle «Metamorfosb) di Ovidio; vari autori propongono etimologie di origine greca, araba, ebraica o turca. Per l'anatomista cinquecentesco Gabriele Falloppio sifilide deriverebbe dal greco sun-filèo (cioè: proveniente dall'amore). Per inciso, questi ideò come protezione dalla malattia un antesignano del moderno profilattico: un sacchetto di lino imbevuto di un medicamento a base di mercurio. Onesta sostanza fu usata fino al 1910, anno in cui Ebrlich sviluppò il composto arsenicale Salvarsan; per un farmaco veramente efficace, si dovette però aspettare l'arrivo della penicillina. Il poemetto che dicevamo, scritto nel 1530, era opera del medico e filosofo Girolamo Fracastoro, di cui quest'anno si celebra il 450" anniversario della morte, avvenuta il 6 agosto nella sua adorata Incaffi, vicino alla riva veronese del lago di Garda. Se la data di morte è sicura, su quella della nascita non siamo certi: la contraddittorietà dei dati di estimi e anagrafi permette solo di risalire al periodo che va dal 1476 al 1478. Sicuro è invece il luogo. Verona. Laureatosi in artibus a Padova, Fracastoro in quell'ateneo fa lettore di logica e assistente di anatomia per alcuni anni. IA ebbe contatti con Copernico, professore di medicina nella stessa università. Trasferitosi a Verona, ne frequentò il vescovo Gian Matteo Giberti, mecenate di scrittori, scienziati e artisti. I buoni rapporti con il clero contribuirono a far nominare Fracastoro, nel 1545, medico ufficiale del Concilio di Trento. Fu proprio per il suo referto che la sede del Concilio fu trasferita nel 1547 a Bologna. Le critiche non mancarono: il medico era veramente preoccupato per il tifo petecchiale, presente allora nel territorio trentino, o assecondò invece il desiderio del papa? Quell'incarico non gh impedì di dedicarsi ai suoi studi: nel 1546 pose una pietra mihare nello sviluppo della biologia e dell'epidemiologia: il "De contagione et contagiosis morbis et curatione". Qui sosteneva che particelle piccolissime (da lui chiamate virus, cioè veleni, o seminaria) passano dall'uomo malato a quello sano, in cui si moltiplicano infettando l'intero organismo. Si gettavano così le basi della microbiologia. ANCHE GABRIELE FALLOPPIO STUDIO' IL «MORBO GALLICO» (MA I FRANCESI LO CHIAMAVANO «MAL NAPOLITANO») E FU ANTESIGNANO DELLA PROTEZIONE CON IL MODERNO PROFILATTICO Girolamo Fracastoro^ veronese, morì nei pressi del lago di Garda