Giro, Tour e Vuelta Petacchi da record

Giro, Tour e Vuelta Petacchi da record VINCE E FA IL GRANDE SLAM COME BAFFI E POBLET Giro, Tour e Vuelta Petacchi da record Luca Prosperi SANTANDER Una guerra per conquistare un bellissimo record. Quindici chilometri finali di gomitate, vento, pioggia a secchiate, curve pericolose, attacchi a ripetizione. Ma niente. Non volevano dargliela vinta, l'avevano giurata. Però Alessandro Petacchi quest'anno non ha rivali. E' lui a vincere la terza tappa della Vuelta nel diluvio, alla media di 45 all'ora, per distacco sul secondo arrivato, Zabel. Il bello è che non ha lasciato agli altri neanche la possibilità di reagire. Eguaglia dopo 45 anni il record di Pierino Baffi (e di Poblet del 1955), quello delle tappe vinte in ima stagione in tutti e tre i Grandi Giri, arriva a venti vittorie in una sola annata, si conferma come il corridore dell'anno e lo sprinter più veloce. Imbattibile.. «Di tutti i successi di questa stagione quella di Santander è stato il più duro, il più difficile, il più pericoloso. Ero nervoso, la gente faceva un tifo d'inferno e nell'ultima curva sono partito praticamente da fermo - ha raccontato -. Sapevo che non sarebbe stato facile perché mi aspettavano tutti al varco, ma ho avuto dei compagni meravigliosi, Ivanov, Trenti, Montgomery... La squadra, appunto: e allora permettetemi di dedicare questa vittoria a Denis Zanette, che lo scorso anno proprio qui alla Vuelta mi diede una grossa mano a vincere la tappa a Burgos. Io penso molto spesso a Denis, è sempre dentro di me. Sì, stavolta per vincere ho rischiato parecchio, gli ultimi 10 km sono stati infernali». Petacchi ha dimostrato ieri che si può correre da protagonisti per ima intera stagione: «Sì, ma la forma che avevo al Giro d'Italia non l'avevo né al Tour né qui alla Vuelta. Io voghe vincere ancora, in Spagna non mi accontento della tappa di Santander, il record di Baffi e Poblet non frena la mia voglia di correre, vogho arrivare fino alla fine, a Madrid, ma non lo faccio perché devo dimostrare qualcosa. Aver raggiunto Baffi dopo 45 anni mi rende orgoglioso, ma penso che poter disputare un Grande Giro e fare risultati sia più facile per uno sprinter che per un corridore che vuole vincere la classifica generale. In quel caso penso sia impossibile disputare i Tre Grandi Giri e fare bene». Quest'anno Petacchi viaggia come la luce: «Non so spiegarlo neanch'io il perché. Non credo alla storia di una generazione di velocisti a fine carriera - spiega -. Io sono mighorato molto e forse al momento sono il più forte degli sprinter, questo sì. Ma stavolta m'hanno veramente tirato il collo. Il mio è un anno magico, davvero, lo ammetto». Se è il più forte velocista del mondo, non ha qualche rammarico per il passato Mondiale di Zolder? «Avessi avuto la squadra a disposizione come l'ha avuta Cipollini non posso dire con certezza che avrei vinto, ma il podio non me l'avrebbe tolto nessuno. Qualcosa di buon facevo sicuramente, ma con questo, ripeto, non vogho fare né polemiche né dimostrare niente a nessuno» . Un basso profilo per un magnifico record, in una Spagna ancora alle prese con l'affare Cipollini. Agli appassionati non è andato giù l'abbandono di Re Leone. Il quotidiano AS, che pubblica una foto scattata all'alba davanti all'albergo dal quale stava partendo Mario è durissimo con il campione del mondo, che tra l'altro avrebbe anche minacciato il fotografo. Marca invece parla di burle ai danni degh organizzatori, di ciclismo vergogna, di inganni, così come riporta dichiarazioni dei leader della Vuelta secondo i quali la sua squadra, la Domina Vacanza non dovrebbe più essere invitata a correre in Spagna. Il vittorioso sprint di Alessandro Petacchi sul traguardo di Santander

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