Roddick, è lui il futuro del tennis Usa
Roddick, è lui il futuro del tennis Usa IL TRIONFATORE DEGLI US OPEN E' NATO NELLA CITTA DI HENRY FORD E MARLON BRANDO: PRESTO DIVENTERÀ N"! DEL MONDO Roddick, è lui il futuro del tennis Usa Stefano Semeraro CI sono tornei che hanno l'aspetto di un terremoto, di un'onda anomala: prendono l'energia che dorme nelle cose e la fanno esplodere, spostando ruoli e prospettive. Gli Us Open che si sono conclusi domenica non sono stati eccezionali dal punto di vista del gioco, e molto contestati invece per quanto riguarda l'organizzazione: ma hanno cambiato faccia al tennis maschile. Erano iniziati con l'addio di Pete Sampras al tennis, si sono conclusi con una sorta di prepensionamento di Andre Agassi e con la definitiva consacrazione di Juan Carlos Ferrerò -il nuovo numero uno del mondo - e Andy Roddick che contro Ferrerò, in finale, ha vinto il primo Slam della sua imberbe ma già lussuosissima carriera. E' un cambio della guardia epocale, già nell'aria da tempo, ma a cui mancava una data, un luogo, un evento scatenante per compiersi totalmente. Una rivoluzione che installa definitivamente nelle classifiche e nell'immaginario nuovi nomi, nuovi volti. Il trentatreenne Agassi quest'anno ha vinto a gennaio gli Australian Open, il suo ottavo torneo dello Slam, poi è andato in letargo, risvegliandosi bruscamente nelle semifinali di Flushing Meadows. I ragazzini che hanno copiato tanto del suo tennis, oggi continuano a rispettarlo, ma ormai non lo temono più. A Parigi è esploso Ferrerò (23 anni), a Wimbledon si è finalmente incarnato da vincente Roger Federer (22), a New York c'è stata l'epifania del nuovo eroe made in Usa, il ventunenne Andy Roddick, da Omaha, Nebraska: la stessa città di Henry Ford, tanto per citare un americano doc, e di Marion Brando. Un cucciolone predestinato, che per sgrezzarsi si è affidato alle cure sciamane- sche di Brad Gilbert, l'ex coach di Agassi. Andy, nonostante l'età, era atteso da tempo al traguardo di un «major», come lo chiamano dalle sue parti, di uno dei tornei che contano. Durante l'estate aveva fagocitato appuntamenti tosti come Montreal e Cincinnati, era arrivato nella Grande Mela da favorito, e gli vanno battute le mani per come ha saputo reggere la pressione di un'intera nazione tennistica che aspettava il messia post-Sampras. Raccogliendosi, fra l'altro, dopo una semifinale del terrore contro il pensatore gaucho Nalbandian, nella quale era stato costretto a salvare un match point, con un piede già nella fossa. Roddick, un metro e ottantotto per ottantasei chili, ha una fidanzata-attrice molto glamour - la moracciona Mandy Moore -, serve come un ossesso (è suo, in coabitazione con Rusedski, il record di 239 all'ora per una prima palla) e con le sue bombe ha letteralmente spostato dal campo Ferrerò durante la finale di domenica. Per il gioco dei punti in entrata e in uscita, fra l'altro, minaccia di scalzare prestissimo - forse già a fine settembre - lo spagnolo anche dal trono del ranking che conta, e diventare così il 22" sovrano del tennis nell'era del computer, mentre è gjià primo nella classifica stagionale. Il suo, come quello di Ferre¬ rò - che ha meno potenza ma più continuità -, come quello del re decaduto Hewitt (ancora più gracile ma tignosissimo), è un tennis fatto di poche cose, ma solide come l'acciaio: diritto e servizio, soprattutto, anche se Andy sta lavorando per migliorare il rovescio. Agli esteti rimane Federer: l'unico, della tribù dei nuovi leoni, che sappia toccare la .pallina con la dolce cura degh Antichi. Andy Roddick, 21 anni, 1,88 per 86 chili incredulo dopo la vittoria agli Us Open: questo mese potrebbe scalzare lo spagnolo Ferrerò e diventare il 220 re del tennis nell'era del computer
Luoghi citati: Cincinnati, Nebraska, New York, Parigi, Usa
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