Trichet: crescita europea più bassa del previsto di Stefano Lepri

Trichet: crescita europea più bassa del previsto PRUDENTI I BANCHIERI DEL Gì 0:1 FATTORI POSITIVI NON SEMBRANO ANCORA AVER LA FORZA DI DURARE Trichet: crescita europea più bassa del previsto La Bce pronta rivedere le stime dell'Ue: Pil allo 0,7o7o e inflazione in crescita Stefano Lepri ROMA Le parole chiave sono «sostenibilità della ripresa». Riuniti a Basilea ieri, i più importanti banchieri centrali del mondo hanno concluso che dopo diverse false partenze l'economia mondiale sta ora cominciando a marciare meglio, a partire dagli Stati Uniti. Purtroppo non è escluso che questa ripresa non duri. L'impulso che viene soprattutto dalla spesa militare Usa, finanziata dal governo in deficit, potrebbe esaurirsi prima di essersi pienamente comunicato a tutti i settori dell'economia e alle altre aree del mondo. «C'è il rischio che i fattori positivi finora osservati non si rivelino stabili e duraturi» dice Jean-Claude Trichet, governatore della Banca di Francia, nuovo presidente dell'organo che si riunisce ogni due mesi a Basilea, il G-10 (composto di 11 Banche centrali: Usa, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada, Olanda, Belgio, Svezia e Svizzera). Trichet, che manterrà questa carica anche quando dal 1" novembre sostituirà Wim Duisenberg alla guida della Bce, conferma che proprio nel nostro continente i segni buoni sono più deboli che altrove. «Il profilo di crescita dell'area euro è nel secondo semestre migliore del primo» che è stato di sostanziale ristagno, dichiara il governatore della Banca di Francia. Ciò nonostante, nella media dell'armo forse non si arriverà nemmeno al +0,7% di aumento del prodotto lordo finora previsto dalla Banca centrale europea. Qui Trichet sembra confermare le indiscrezioni, ieri non commentate da Francoforte, dell'agenzia di stampa Bloomberg, secondo cui la previsione per il 2003 verrebbe abbassata a H-0,407o e quella per il 2004 verrebbe ritoccata dal'attuale +1,60Zo a +1,50Zo accompagnato da un'inflazione più alta (l,60Zo anziché l,30Zo). L'euro è stato influenzato al ribasso da queste notizie. Benché si attendano dati buoni per il trimestre in corso, «l'incremento del prodotto lordo nell'area euro è certamente lontano dalle cifre statunitensi». Un rischio per la sostenibilità della crescita secondo Trichet viene anche dai deficit di bilancio eccessivi di alcuni Stati europei. Qui resta tutto intero il dissenso tra i banchieri centrali e i governi di Francia, Italia e Germania secondo cui un maggior deficit è in questa fase utile a rilanciare l'attività economica. Un problema che Trichet potrebbe trovarsi di fronte, quando siederà all'ultimo piano dell'Eurotower di Francoforte, è che spinta dalla crescita americana si consolidi una tendenza mondiale al rialzo dei tassi di interesse prima che la ripresa europea abbia preso vigore. E' un problema che presenta aspetti più gravi per l'Italia, dove una quota assai maggiore del bilancio dello Stato va a pagare interessi sul debito pubbhco; mentre l'indice anticipatore dell'Ocse, diffuso venerdì scorso, fa pensare che in Italia la ripresa sia più lontana che in Francia e perfino in Germania. Questo, nel caso che la ripresa americana sia duratura, come la maggior parte degli anahsti privati sembra credere. Ma dentro le banche centrali non c'è ancora la certezza che lo sia. «Siamo molto incoraggiati dall'accumulazione dei segnali di ripresa nelle diverse economie del mondo» è la posizione ufficiale del club del G-10 riportata da Trichet. Si sottolinea che negli Usa gli investimenti hanno ripreso a crescere, primo segno di recupero dopo la fase negativa seguita allo scoppio della «bolla» di Wall Street. Sembra configurarsi il ciclo economico descritto dai manuah: nel clima del boom si investe troppo, le imprese si trovano con macchinari che ancora non gli servono e smettono di acquistarne per qualche tempo; quando ricominciano danno il segnale di partenza della ripresa. Ma gli economisti delle banche centrali non sono ancora sicuri che così.stia avvenendo. Negli Usa i posti di lavoro stanno continuando a diminuire, fenomeno abbastanza scontato nelle primissime fasi di una ripresa ma che poi deve scomparire; se non scomparirà, come avvenne nel 1991-93, la ripresa resterà fiacca. Inoltre, una parte della crescita degli investimenti segnalata dalle statistiche americane sta soltanto sulla carta, perché si deve a un criterio particolare secondo cui gli Stati Uniti calcolano il valore dei computer e degli altri materiali informatici. Il G-10 conferma che pure «il Giappone sta andando meglio», pur se non si può ancora affermare che abbia imboccato l'uscita da un decennio di stagnazione. In Asia soprattutto «va molto bene la Cina che, è uno dei motori della crescita mondiale». Jean-ClaudeTrichet

Persone citate: Bloomberg, Jean-claude Trichet, Trichet, Wim Duisenberg