«Guerra più costosa che in Vietnam» di P. Mas.

«Guerra più costosa che in Vietnam» «Guerra più costosa che in Vietnam» Il quotidiano Usa Today fa il raffronto con le spese per l'Indocina NEW YORK Il pantano di Khe Sanh, o i lampi dell'offensiva del Tet, sono ancora incubi confinati nei libri di Storia. Una cosa, però, è già sicura, almeno dal punto di vista matematico: l'occupazione in Iraq e in Afghanistan sta cominciando a costare quanto la guerra del Vietnam. I calcoli h ha fatti il giornale Usa Today, mettendoh in prima pagina dopo il discorso televisivo con cui il presidente Bush ha chiesto alla nazione altri 87 miliardi di dollari per il prossimo anno. Dal 1964 al 1972, gh Stati Uniti spesero in Vietnam 111 miliardi. Aggiornandoli tenendo conto dell'inflazione sono 494 miliardi di oggi, ossia una media di 61,8 miliardi all'anno, e 5,15 miliardi al mese. Degli 87 miliardi richiesti da Bush nell'arco del 2004, 66 verranno impiegati per le operazioni militari e di intelligence, e 21 per la ricostruzione. Dunque la somma annuale dei soli costi bellici preventivati in Iraq e Afghanistan è già superiore a quella media del Vietnam. Oggi il Pentagono spende 3,9miliardi al mese a Baghdad e circa un miliardo a Kabul, e quindi il totale sfiora i 5 miliardi, ma nel 2004 sembra destinato a superarli, andando quindi oltre i 5,15 miliardi mensili di Saigon. E questo senza considerare le spese per la ricostruzione che in Indocina non c'erano, ma secondo diversi studi oscilleranno tra i 180 e i 245 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Durante la presidenza Johnson, il deficit di bilancio andò alle stelle perché il capo della Casa Bianca, oltre a combattere la guerra, volle continuare la costruzione della «Great Society», ossia il più vasto programma di assistenza sociale dai tempi del «New Deal» di Roosevelt. Bush non ha in agenda queste spese, ma in compenso ha voluto tagliare le tasse per mille e 350 miliardi di dollari, facendo mancare alle casse dello Stato abbastanza soldi da spingere il Congresso a prevedere un deficit, di bilancio da 480 miliardi nel 2004. Finora tutte queste spese non hanno avuto un effetto negativo sull'economia, anzi. Nel secondo trimestre del 2003, infatti, il prodotto intemo lordo è cresciuto del 3,1 per cento, sorprendendo anche le previsioni più ottimistiche del governo proprio grazie alle spese militari. ' Gh analisti economici e politici, però, vedono almeno due problemi. Un deficit di queste proporzioni potrebbe far aumentare l'inflazione, spingere la Federai Reserve ad alzare i tassi, e quindi frenare la ripresa, per non parlare dei problemi di solvibilità che si scaricheranno sulle generazioni future. Le spese per l'occupazione in Iraq, poi, togheranno ossigeno agli investimenti intemi, con gravi ripercussioni sociali. Il teatro pohtico dove si discuteranno tutte queste incognite saranno le elezioni presidenziah dell'anno prossimo. Domenica sera Bush ha cercato di impostarle sulla sfida irachena, nella speranza che i potenziali effetti negativi deUe sue scelte economiche non si facciano sentire prima del novembre 2004. [p. mas.]

Persone citate: Bush, Johnson, Roosevelt