Dalla Svizzera di Claudio Laugeri

Dalla Svizzera Dalla Svizzera «Un supertestimone smonterà le accuse» Claudio Laugeri TORINO Un «supertestimone» è pronto a parlare contro Igor Marini, la «gola profonda» dell'((Affaire Telekom Serbia». Il suo nome è ancora ((top secret», ma si sa che è un esperto di alta finanza, socio anziano di uno studio specializzato nel controllo della validità dei titoli. Un gruppo di esperti tra i più quotati d'Europa. Lavora in Svizzera, con ogni probabilità a Zurigo e si è ritrovato in mano la «promissory note» da 50 milioni di dollari della Bank Negara Indonesia Persero citata da Marini e portata in Svizzera dal notaio Gianluca Boscaro (morto due anni fa in un incidente di parapendio), accompagnato dal faccendiere croato Zoran Persen, da una settimana in carcere a Novara per associazione per delinquere finaliazata al riciclaggio. Quel titolo non è mai stato autenticato, secondo ii «supertestimone». Persen lo sapeva e per questo ha «mollato» Boscaro e Marini, i due che lo avevano «arruolato» per cercare di negoziare la «promissory note». O almeno questa è la versione che ha'ribadito nella lettera inviata al pm Bruno Tinti, assieme alla richiesta di essere interrogato al più presto. E il «supertestimone» può testimoniare di aver abbandonato anche lui la transazione per mancanza di serietà di Boscaro e di Marini, visto più volte in sua compagnia e con ogni probabilità a conoscenza dell'affare. Marini ha sempre sostenuto di non j sapere che quella garanzia fosse fasulla. Sul documento c'era il timbro di Boscaro: così il notaio aveva cercato di autenticare in qualche modo il titolo bancario, anche se la procedura corretta avrebbe richiesto indicazioni precise sulla provenienza della ((promissory note». Come richiesto proprio dal «supertestimone». Ai giudici toccherà stabilire chi ha ragione. Domani, il faccendiere sarà interrogato. Oggi pomeriggio, potrebbe toccare all'avvocato romano Fabrizio Paoletti, arrestato (ora è in ospedale, domani sarà operato alla carotide) proprio sulla base delle dichiarazioni di Marini. E anche di un fogliettmo, la pagina 2 di un plico di quattro dove sono in bella mostra le coordinate bancarie del conto della «Zara International» in Austria, intestato a Thomas Mares, altro arrestato per la vicenda legata al riciclaggio della «maxi-tangente» per la compravendita di Telekom Serbia. Secondo Marini, su quel conto sono transitati 120 milioni di dollari legati a quell'((Affaire». Mares e Paoletti negano. Per loro, era un'operazione «virtuale». Pure i 120 milioni erano ((virtuali», garantiti da un documento bancario (un ((blocco fondi») mai utilizzato. Mares ha pronto anche un dossier per dimostrare questa tesi e giovedì quella documentazione finirà davanti al Tribunale del Riesame. ((Mai conosciuto Marini» ha ribadito Mares negli interrogatori di lunedì e martedì, che lo hanno portato in cella. Versione ribadita anche il giorno dopo davanti al giudice Francesco Gianfrotta. «Come faceva, allora, Marini ad avere le coordinate bancarie del suo conto?» hanno domandato gli inquirenti. Per smontare questa conferma indiretta dell'attendibilità di Marini, Mares punta il dito contro Stefano Formica, intermediatore finanziario che faceva affari con lui e con Paoletti. Sapeva tutto, è possibile che abbia parlato con l'avvocato romano e con Marini. Era ben inserito nella ((rete» di contatti di questo sottobosco affaristico-finanziario. Ed è ancora libero.

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