Com'è la valletta? Amena di Giovanni Mosca

Com'è la valletta? Amena RADIO Se RADIO Una battuta di Giovanni Mosca: la satira è il tema del programma di Chiesa «Liberi e faziosi» Com'è la valletta? Amena LA satira, in particolare quella pohtica, invecchia molto rapidamente. A distanza di pochi anni vignette e testi hanno necessità, per essere compresi, di didascalie che li inseriscano nel contesto che li ha generati. Per fortuna ci sono gli storici che pazientemente conservano e collegano questi reperti. D nostro maggiore esperto è Adolfo Chiesa che, con il programma «Liberi e faziosi», ci ha regalato dieci conversazioni sul tema, nello spazio di Radio 2 Rai «Alle otto della sera», in onda dal lunedì al venerdì dalle 20 alle 20 e 30, per la regia di Giancarlo SimonceUi. Da oggi inizia la seconda settimana con una puntata dedicata a Ennio Flaiano, a Giuseppe Novello e a Pericoli S- Pirella, coloro che, con Altan, meno risentono dell'usura del tempo, per merito della loro indiscutibile bravina e dello sguardo più antropologico che politico rivolto alla società. Adolfo Chiesa dedica molta attenzione ai periodici, dal Bertoldo fino al Male e a Tango. Durante il fascismo riscossero enorme successo, costituendo un riparo dal dilagante conformismo. Sia pure relativo; Chiesa ha scoperto presso l'Archivio di Stato una direttiva di Alessandro Pavolini contro il Marc'Aurelio che esibiva vignette con donnine procaci disegnate da Mameli Barbara e altri: «Accade che queste donne seminude attraggano specialmente l'attenzione degli adolescenti che ne traggono motivo per le solite e note masturbazioni.Questi giovani arrivano poi ai reggimenti sfibrati e tutto ciò specialmente in tempo di guerra non giova alla razza». A riprova del fatto che spesso la vera satira la fanno i suoi detrattori. Italo Calvino ricordava che i lettori del «Bertoldo», bisettimanale diretto da Cesare Zavattini, si riconoscevano subito tra loro appena scambiavano due battute. Le parole di Chiesa su Calvino lettore del Bertoldo, inducono a pensare a una parentela fra «Il signor Veneranda» di Carletto Manzoni, un personaggio che rovesciava le regole e prendeva le parole alla lettera e il Marcovaldo. Certi bersagli sono ancora oggi attuali, come i luoghi comuni e l'uso improprio del linguaggio. Giovanni Mosca, nel suo famoso colonnino, scriveva: «Com'è la valletta? Amena». Noi potremmo scrivere: «Com'è il traffico? Intenso ma scorrevole». Se la satira è lo specchio di una società, non avremmo voluto vivere ai tempi del Marc'Aurelio, in mezzo a un'umanità che affollava gli autobus per fare la mano morta e le spiagge per fare buchi nelle cabine, composta da medici pomicioni, mariti cornuti e amanti sotto il letto. Sta di fatto che la satira è uno dei pochi ambiti in cui un giovane può suonare il campanello della redazione di un periodico con il rotolo delle vignette sotto il braccio e vedersi subito accettato, come il diciottenne Fellini al Marc'Aurelio, nel 1938. Peccato che non ci siano più i periodici.