Viaggio a tre nella musica irlandese

Viaggio a tre nella musica irlandese I DISCHI 1 1 ■SSSH Viaggio a tre nella musica irlandese Alessandro Rosa SOLO la musica irlandese ha un fascinoso potere in grado di rivaleggiare con quella di radice africana. Un repertorio immenso, di soavità e intensità. E continua prolifica la produzione di novità, a latitudini diverse, con connessioni differenti. Ghiotta l'occasione offerta dalla collana di musica classica deDa Rea, che ha voluto riunire un flautista d'eccezione come sir James Galway con ima brillante coppia, nella musica e nella vita, formata dal violinista Jay Ungar e dalla chitarrista-pianista Molly Mason. Eccellente nel repertorio classico, Galway ama coltivare le melodie popolari della sua Irlanda (è nato a Belfast) per cui si è incontrato con due campioni del folk americano nella sua accezione più nobile e etnografica. Ne è nato un affresco debe tradizioni irlandesi che hanno viaggiato e si sono sviluppate nel continente americano: «A song of home. An ìrish american musical joumey»(Rca Victor, 1 Cd). Ci sono «Oh Sbenandoah» e «Amazing grace» a unire due coste atlantiche, poi una serie di canzoni tradizionali (come «Pretty Saro» o «Presidential hompipes») e nuove composizioni in cui vivono le rocce e le brume di Cape Breton, le sterminate praterie del Texas dove si conosce la sobtudine, le fattorie del centro degb Stati Uniti ed anche dei Monti Appalachi, la lunga strada verso la Cabfomia emblema della secolare corsa all'Ovest. Un disco d'impatto emotivo e raffinatezza musicale. Alla nostra latitudine altra bella sorpresa. Quella dei savonesi Birkìn Trae, sempre più fra i migbori ensemble di musica irlandese fuori dall'«isola di smeraldo». «3 (three)» (Dunya/ Felmay, 1 Cd) è all'insegna del numero perfetto secondo Dan- to. Il flautista James Galte: tqua(Niane egb armspetpresora cui pin pgrazirlanil bve corkinva conneaponve whre, nanze, reprecsteAno tencheOltcanbandi quee suractranec200ne Vinperzie s Galway te: tre come terzo disco, come quantità di ospiti illustri (Niamh Parsons, Graham Dunne e Cyril O'Donoghue), come gb ingredienti delle canzoni, armonia, melodia e ritmo. Rispetto al precedente «A cheap present», la formazione bgure ora si presenta come quartetto, cui peraltro, come già avvenuto in passato, non mancano iutegrazioni di importanti artisti irlandesi. «3 (three)» testimonia il bvello di eccebenza esecutiva e compositiva raggiunto dai Birkin Tree. La ricerca del gruppo va ora oltre l'identificazione con la perfezione classica, l'allineamento alla tradizione. Propone innovazioni, esplora nuove sonorità, senza però mai violentare la bnea consueta di pubzia di suono, senza concedersi facilonerie commerciab, ma lavorando con serietà e buon gusto per offrire una fessura di modernità, una ventata di freschezza e sorriso mediterranei. Tutto ciò ottenuto con l'introduzione del sax accanto al classico suono di violino, whistles, uillean pipes, chitarre, piano. In una buona alternanza di preziose ballate e danze, di brani appartenenti a un repertorio secolare e altri di recente composizione e degb stessi Birkin Tree. Ai cieli dell'isola si riferiscono con il loro originale e divertente «Il e ^ il da l'Irlande» (Eccher, 1 Cd) i La Sedon Salvadie. Oltre aUa versione della celebre canzone di Massimo Bubola, la band friulana unisce tradizioni di culture che s'incrociano in queU'angolo d'Europa. Dialetto e suoni della tradizione per una raccolta che si conclude con un travolgente «Friulan Celtic Connection», registrato al Folkest 2000, e che vede la partecipazione dei Chieftains, Carlos Nunez, Vincenzo Zitello. Una beUa scoperta che si fa apprezzare grazie anche ab'esauriente libret- Il flautista James Galway

Luoghi citati: Belfast, Europa, Irlanda, Stati Uniti, Texas