Viaggio di Scorsese alle radici del blues di Alessandra Levantesi

Viaggio di Scorsese alle radici del blues IL SUO VIRGILIO E IL MUSICISTA COREY HARRIS Viaggio di Scorsese alle radici del blues Alessandra Levantesi VENEZIA Dagb americani b 2003 non sarà ricordato solo come un anno di guerra, ma anche come «L'anno del Blues»: tale lo ha dichiarato b Senato degb Stati Uniti, dando b via abe celebrazioni b 7 febbraio scorso con un gran concerto di beneficenza al Radio City Hab di New York, cui hanno partecipato artisti di diverse generazioni. L'evento è stato ripreso da Martin Scorsese, che ha anche prodotto «The Blues», sette pelbcole liberamente reabzzate sul tema da altrettanti registi. A Cannes avevamo visto «The Soul of a Man» di Wim Wenders; in attesa dei film da completare di Glint Eastwood e Charles Burnett, la mostra ha presentato fuori concorso quelb di Mike Figgis, Marc Levin, Richard Pearce e debo stesso Scorsese. Ed è sul suo belbssimo «Feel bke Going Home» che soffermiamo per b momento la nostra attenzione. Per intraprendere b suo viaggio abe radici del blues, Scorsese si serve di un Vbgibo, b musicista di colore Corey Harris, b quale pur essendo giovane ama interrogarsi sul passato, convinto com'è che «ogni nota porta chiuso in sé un pezzo di storia». Nel blues puoi sentire b fango e b sangue del Mississippi, dice: infatti è a ridosso del delta del grande fiume che si stendevano gb sterminati campi di cotone su cui gb schiavi neri lavoravano fino abo sfinimento. Miseri, oppressi, affamati, queba musica gli sgorgava dab'anima e significa¬ va un modo per comunicare, per lenire b dolore e la fatica, per aprire b cuore aba speranza di un futuro migbore. Tanto che qualcuno ba definito b blues «un guaritore». Il film utibzza materiale di archivio (con Muddy Waters, Son House ed altri grandi) sovrapponendovi le storiche registrazioni sonore di Richard e Alan Lomax, i quab negb Anni '30 e '40 riuscirono con indefessa passione a raccogbere reperti di queba musica prima che, nel mutare debe condizioni di vita, . scomparisse trasformandosi in qualcos'altro; e vi alterna le testimonianze di anziani musicisti viventi (come Otha Tumer cui b film è dedicato) che rappresentano per le nuove generazioni un'emozionante memoria. Una memoria cbe b porta indietro nel tempo e nebo spazio, sube sponde di un altro fiume, b Niger, dove avevano vissuto i loro avi prima di venire imbarcati in catene per l'America. Laggiù, in Mah, si recano Harris e Scorsese, incontrando artisti come Toumani Diabati e Ab Farka Toure cbe con la loro struggente musica, al pari del blues intrisa di malinconia e giocata suba scala pentatonica, confermano l'esistenza di una comune matrice culturale. Già autore di im coinvolgente viaggio nel cinema itabano, Scorsese imbastisce con impeccabbe fluidità immagini del presente, materiab d'epoca e ttumeri nlUsicab da una parte ab'tfhra deb'Océano, penetrando nel cuore di una musica amata nel nome di una verità che molto gb sta a cuore: e cioè, chi perde b passato perde sé stesso.

Luoghi citati: America, Cannes, New York, Niger, Stati Uniti, Venezia