Carosello mistico coni ritmi dell'Est

Carosello mistico coni ritmi dell'Est AL BORGO MEDIEVALE Carosello mistico coni ritmi dell'Est PAOLO FERRARI Bentornati nel mondo. Anche quest'anno il rientra dalle vacanze, la «rentrée» tanto enfatizzata dai francesi, coincide con un ricco calendario di concerti in arnvo da ogni angolo del pianeta. Ad abituare i torinesi a questa sorta di prolungamento della voglia tutta estiva di assentarsi dalla routine è la rassegna «Gong», che da stasera confluisce nel programma di «Settembre Musica» per proporre al Borgo Medioevale del Valentino l'idea di «Uno sguardo a Est», articolato in tre serate dedicate ai suoni dell'Asia. È un viaggio che alle tinte spiritualmente forti ed anche mistiche della musica, delle voci e degh strumenti deh'Aitai, della Cina, del Kazakistan, dell'Afghanistan, dell'Iran e dell'Iraq aggiunge la drammatica attualità di quanto in questi ultimi tre Paesi sta accadendo. Colpisce, in tal senso, la presenza di xm'artista irachena, la giovane cantante Aida Nadeem, peraltro esule in Danimarca dal 1991, ovvero dai tempi della prima Guerra del Golfo. «Le mie canzoni sono dedicate a chi come me crede in xm mondo senza confini, discriminazioni né razzismo», spiega la stessa artista a commento del recente album «Arabtronica», in cui la tradizione vocale del Golfo Persico si associa con risultati suggestivi alle risorse dell'elettronica più morbida. La Nadeem guida, a partire dalle 21, l'anteprima odierna della maratona asiatica proposta da Gong, un carosello in cui i sei. artisti messi a fuoco dallo sguardo verso Est si presentano con brevi saggi individuali, in vista dei più completi concerti che ciascuno proporrà tra sabato e domenica. Dall'area di crisi del continente giungono con lei i Sarawan, ima piccola orchestra di cordofoni e percussioni che al nucleo originario, proveniente dall'altopiano della Persia e dalle vallate del Kurdistan iraniano, aggiunge musicisti italiani e sloveni. Né regna la pace nel Paese d'origine dell'afghano Daud Khan, virtuoso dei liuti orientali, che dopo essersi perfezionato a Kabul sulla versione locale dello strumento, il «robab», si è trasferito in India per dedicarsi al più conosciuto «sarod», con risultati che lo hanno portato all'attuale carica di direttore della Academy of Indian Music di Berlino. L'estremità orientale del viaggio è rappresentata dal virtuosismo della cinese Liya Ohi, impostasi come bambina prodigio nell'utilizzo di un altra huto, il Gu-zheng, strumento di cui oggi è una delle più accreditate spécialiste. Dal punto di vista altimetrico, il primato spetta alla Repubblica dell'Aitai, le cui «montagne d'oro» si ergono oltre i 4000 metri e sono in realtà terre di ghiaccio com- presse tra Kazakistan, Cina e Mongolia: da lì proviene Nohon Shumarov, custode di Una tradizione vocale che nulla ha da invidiare alla più celebre scuola di Tuva, luogo culto tra gh appassionati di musica etnica. Completa il mosaico dell'Asia centrale il Kazakistan, rappresentato da Raushan Orazbaeva e dallo strumento a due corde che ne perpetra la tradizione sciama¬ nica. A tessere la trama narrativa e visiva dell'itinerario sonoro sono chiamati le letture di Michele Di Mauro e gh allestimenti di Lucio Diana. - Dopo la vetrina di questa sera, i sei artisti daranno vita ai rispettivi concerti: domani saranno di scena Nohon, la Orazbaeva e Liya Qiu, mentre domenica sarà il turno di Aida Nadeem, dei Sarawan e di Daud Khan.

Persone citate: Aida Nadeem, Daud Khan, Liya Qiu, Lucio Diana, Nadeem, Paolo Ferrari Bentornati