E per preparare la rivincita il Professore incontrò De Mita di Fabio Martini

E per preparare la rivincita il Professore incontrò De Mita FACCIA A FACCIA A STRASBURGO TRE GIORNI FA E per preparare la rivincita il Professore incontrò De Mita Per l'ex segretario De è una «follia» un'eventuale fusione con i Ds 11 presidente De vuole indurlo ad accettare i! progetto di lista unitaria retroscena Fabio Martini ROMA CERTO, i due non hanno mai spezzato il filo di una vecchia amicizia. Ogni tanto si sentono. Ma stavolta si sono voluti parlare senza le pause e la frettolosità del telefono. Martedì due settembre, a Strasburgo, quando mancavano poche ore a! dibattito sulla Convenzione, Romano Prodi si è visto con Ciriaco De Mita e i due hanno chiacchierato a lungo delle prospettive dell'opposizione e soprattutto di quell'idea del partito unico che al vecchio "Ciri" non va giù. Tra i due una chiacchierata senza ipocrisie, felice dal punto di vista umano, non del tutto risolta dal punto di vista politico. De Mita resta dell'idea che il partito unico è «una foiba», in quel caso è convinto che la cosa migliore sarebbe quella di «mettersi in proprio», anche se nel colloquio con Prodi ha fatto capire che il ridimensionamento del progetto (da partito dei riformisti a Federazione dell'Ulivo) potrebbe indurre l'ex segretario della De a resta¬ re nella Margherita e dunque a non promuovere una cosa che non piacerebbe né a Rutelli né a Fassino: ima scissione. Tra Prodi e De Mita, un incontro interessante per diversi motivi, se non altro perché dimostra la puntigliosità con la quale il Professore sta preparando il suo ritomo in Itaha. Prodi non lascia nulla di intentato. Anche un colloquio con un personaggio da qualche tempo appartato come De Mita. L'appuntamento era stato fissato già diverso tempo fa, ma nel frattempo era intervenuta la sparata del leader di Nusco contro il progetto prodiano e dunque nulla avrebbe impedito al Professore di far slittare il vis-à-vis. E invece no. Appuntamento confermato. Perché Prodi vuole capire, vuole smussare, vuole arare il terreno, per farla breve, fortissimamente vuole tornare in Itaha e battere Berlusconi. Costi quel .che costi. Dai primi di luglio, quando se ne è andato in vacanza nella villa di Alberese in Maremma, Prodi ha cercato e ha parlato con una miriade di personaggi, dell'Ulivo e non solo. Anche con De Mita. Il Professore non può aver dimenticato che fu il suo amico Ciriaco a portarlo dall'Università di Bologna alla testa dell'Iri. Non sempre la riconoscenza è una regola della politica, ma Prodi e De Mita si sono continuati a parlare anche dopo una vicenda controversa, la decisione dell'Ulivo di non candidare l'ex segretario della De alle Politiche del 1996. E che il rapporto non si sia mai interrotto lo aveva confermato proprio De Mita a fine lugho. Pur bocciando la lista unitaria per le Europee, l'ex leader democristiano aveva aggiunto: «Prodi è il candi¬ dato naturale alla guida della coalizione. Ha dimostrato di governare bene e col tempo è cresciuto nella stima di molti. Di solito accade esattamente il contrario». Quali conclusioni abbia tratto dalla sua chiacchierata con Prodi, De Mita lo farà capire oggi pomeriggio a Lerici alla festa della Margherita. L'ex segretario de è chiamato ad un pubblico dibattito con Arturo Parisi, che non solo è il braccio destro di Prodi, ma anche l'ispiratore di progetti andati in porto nello scetticismo di De Mita, il referendum elettorale del 1993, l'Ulivo, l'Asinelio, la Margherita. Tra De Mita e Parisi c'è un rapporto di stima ma anche di alti e bassi e i due condividono uno spiccato orgoglio per le proprie idee e dunque si preannuncia un match vivace. Un confronto che comunque aiuterà a rispondere ad una domanda: se mai si facesse una hsta (e non un partito) unico, Ciriaco De Mita guiderebbe una secessione? Dice Parisi: «Sono abituato ad ascoltare De Mita e lui me. Mi auguro e sono convinto che prevarrà il reciproco ascolto. Anche perché un processo come quello che si è aperto, guai se fosse macchiato da disagio e, peggio ancora, da dissensi». E quanto a Prodi non ha ancora messo mano al problema più delicato, il vero macigno sulla via della lista unitaria: la legge elettorale per le elezioni Europee. Senza un intervento legislativo, nel giugno 2004 si continuerebbe a votare con il sistema delle preferenze, un meccanismo destinato a premiare i candidati del partito più forte, i Ds e a penalizzare quelli dei partiti più deboli. L'escamotage che potrebbe consentire ai gruppi dirigenti dei partiti dell'Ulivo di predeterminare gli eletti a Strasburgo sarebbe l'introduzione della hsta bloccata, ma per il momento anche informalmente tutti confermano: le trattative con il centro-destra sono all'anno zero. Ciriaco De Mita

Luoghi citati: Lerici, Nusco, Roma, Strasburgo