D'Herin: il Torino in rosa resterà in alto

D'Herin: il Torino in rosa resterà in alto ESORDIO DELL'ALLENATORE CHE HA FAMA DI TALENT SCOUT: HA SCOPERTO SOTTIL.MILANETTO E FABBRINI D'Herin: il Torino in rosa resterà in alto Due promesse dalla Spagna per il nuovo tecnico del caldo femminile analisi Domenico Latagliata LI ANNO di nascita é lo stesso i di Giovanni Trapattoni. Se poi il 1939 porterà fortuna anche al Torino calcio femminile oltre che a Juve, Inter e Bayem Monaco (per l'Italia sa- ' rà meglio aspettare di vedere come andranno i prossimi impegni di qualificazione agli Europei), lo si scoprirà nei prossimi mesi. Per intanto, l'unica certezza é che Ezio D'Herin è il nuovo allenatore della società presieduta da Cosimo Bersano: lo attende una bella avventura, alla guida di un gruppo di ragazzine irriverenti con qua e là qualche spruzzata di esperienza. Per lui, ex giocatore con un discreto passato (ha giocato brevemente anche in serie B con la maglia del Siracusa), da sempre impegnato nel calcio maschile (tra le varie panchine: Borgaro, Madonna da Campa¬ gna, Vinovo, Candiolo, Venaria e Caselle), si tratta della prima volta con il calcio in rosa: «Fino a un certo punto, però - puntualizza -. Con alcune di queste ragazze ho già lavorato anni fa, quando Bersano era l'allenatore e io il mercoledì facevo loro lezione di tecnica. Era un gran bel Torino, quello, capace di sfiorare anche lo scudetto». Non sono più tempi, anche se quella granata resta una delle poche società a non essere mai retrocessa in B una volta raggiunta la massima serie intorno a metà degli Anni Ottanta: ormai da diverse stagioni la pohtica è quella di un gruppo giovane che deve fare i salti mortali per evitare una delle ultime posizioni e quindi la caduta in B. Quest'anno (prima , pomata sabato 13 settembre) a musica non cambia: tredici squadre al via, le ultime tre scendono. «Torres, Lazio, Bardolino, Foroni e anche Bergamo sono fuori dalla nostra portata - ammette D'Herin -, con le altre ce la giocheremo a patto che gli infortuni ci lascino stare. La squadra mi piace e gioca bene al calcio, ma l'organico non é troppo numeroso». Non lo spaventa nemmeno la fama di «mangia-allenatori» di Bersano, che negli ultimi anni non ha mai finito il campionato con in panchina lo stesso tecnico di inizio stagione: «Lo conosco fin troppo bene, tanti anni fa é stato anche un mio giocatore. Si cambia quando i risultati non arrivano, ma bisogna saper pazientare: senza tanti soldi non si prendono campionesse ed è per questo che dico che otto-dieci partite ci vedranno battuti in partenza. Poi, ovvio, il calcio si presta a mille sorprese». Sorprese che saltano fuori soprattutto quando si ha la capacità di scovare talenti. In questo, D'Herin offre garanzie: nel 1984-85, chiamato dal Venaria per istituire una scuola calcio, raccolse 120 ragazzi e insegnò i primi rudimenti calcistici a gente come Sottil, Mila- netto e «Toro» Fabbrini. Tra le ragazze del Torino - confermate Caravilla, Ceraci, Cancelliere, Daniele, Policino, Garagliano, Margiotta, Carissimi, Mazzarella, Gangheri, Sodini, più le rientranti Miniati e lannuzzelli -, le new entry che potrebbero fare un bel cadeau a Bersano sono tre: l'attaccante Taranti¬ no (pescata in C dalla Biellese) e le diciottenni spagnole Petit (difensore) e Nurya (trequartista). «Le abbiamo viste all'opera durante l'estate in un torneo giocato a Barcellona - racconta D'Herin -. Hanno risposto con entusiasmo alla nostra proposta ed eccole qui». Pronte a stupire. Simona Sodini, 21 anni, sarda, riconfermata dal presidente del Torino femminile Bersano al termine di una stagione personale positiva. L'attaccante è uno dei perni del neo allenatore D'Herin per centrare la salvezza in A