Per gli aspiranti architetti il sogno si chiama matricola

Per gli aspiranti architetti il sogno si chiama matricola TEST DI AMMISSIONE AL POLITECNICO Per gli aspiranti architetti il sogno si chiama matricola In 1200 si sono presentati alla prova di selezione di ieri mattina Entro lunedì prossimo i risultati, quindi partiranno le iscrizioni Sentite questa. «Ossi di Seppia» è un'opera di Ungaretti, D'Annunzio, Montale, Saba, o Pascoli? Facile, no? E che ne dite di questa? Il «portico» di piazza San Pietro è opera di Bramante, Bernini, Borromini, Palladio o Michelangelo? Geografia. Abbinate correttamente le città agli Stati, incrociando Reims, Burgos, Dresda, Turku e Groningen con Finlandia, Germania, Francia, Olanda e Spagna. Sono alcune delle domande con cui si sono cimentati ieri mattina mille e 200 «aspiranti creativi»: i futuri architetti alle prese con il test d'ammissione al Politecnico. Giovani che sognano di lavorare, infondo, sulla bellezza: si immaginano designer di oggetti - dalla sedia d'autore alla lampada - che abbinino funzionalità ed estetica, oppure inventori di facciate degne dei grandi stili del passato, dal gotico al barocco. C'è chi vorrebbe buttarsi sul design del paesaggio, mixando la tutela dell'ambiente alla gradevolezza della fontana o del vialetto, chi punta al restauro delle grandi opere d'arte conservate nel Paese e chi guarda ai maestri: Fuksas, Poster, e soprattutto Renzo Piano. Hanno trovato strada facile sulla storia (La festa del 2 giugno ricorda la proclamazione del re;no d'Italia, la vittoria della repubjlica nel referendum, la caduta del fascismo, la concihazione Stato-Chiesa o la fine della Seconda juerra mondiale?), ma sono scivoati in quantità sulle domande di matematica e fìsica. Tipo: durante una trasformazione isoterma di una mole di gas perfetto, il calore scambiato è nullo? Oppure il rapporto tra pressione e volume è costante? Il volume è costante? E' costante l'energia interna? Oppure la pressione? I futuri architetti discettano volentieri delle brutture di cui pare loro invasa Torino: «Amo le linee del passato - dice ad esempio Dario Schiavo -. Troppo spesso non c'è armonia, si inseriscono nuove costruzioni in luoghi in cui stonano. L'igloo dì Merz, ad esempio, è un orrore nel contesto del corso in cui è collocato. Cosa c'entra, con quell'angolo di città? Ha un senso in quel punto e non in un altro?» Vorrebbero buttarsi sul Design industriale Giorgia Lagonigrò e Daniela D'Imperio, «Soprattutto per inventare oggetti d'arre- demento», così come Francesco Mezzine ed Elena Collie. Elena Torello (di Chieri) s'immagina a «progettare ville». Chiara Congiu (Cambiano) ha una passione «Per il disegno tecnico: vorrei aprire uno studio». Tutti sapranno com'è andata alla pubblicazione delle graduatorie, lunedì. Chi sarà promosso potrà immatricolarsi entro il giorno 19. Dal 22 gli esclusi potranno essere ripescati per coprire i posti rimasti liberi, e dovranno affrettarsi: l'immatricolazione si chiuderà per loro il 25, quando già da un paio di giorni saranno cominciate le lezioni. lg. fav.] I futuri architetti impegnati nel rispondere ai test di ammissione