Il venerdì magro deve iniziare già a scuola
Il venerdì magro deve iniziare già a scuola SI DEVONO PROPORRE MENU RICCHI DI VERDURE E LEGUMI, CHE PREVENGONO L'INVECCHIAMENTO CELLULARE Il venerdì magro deve iniziare già a scuola Giorgio Calabrese E' proprio ora di ritornare a quel vecchio insegnamento cristiano del Venerdì di magro, che ha portato tanti benefici al corpo e all'anima. Questo insegnamento non è di tipo dietetico ma ha sempre trovato in noi nutrizionisti molti fan perchè costituisce un momento di limitazione ben accetto, ancor di più oggi: si introducono nell'organismo troppi grassi, specie di tipo saturo, che sporcano facilmente le arterie e favoriscono l'insorgenza delle malattie cardio-circolatorie, anche in gente di giovane età. Non è essenziale che il giomo della settimana in cui non si mangia cibo grasso sia per forza il venerdì; qualunque giomo va bene, specie se è il lunedì, che arriva dopo le abboffate di fine settimana. Questo «giorno verde», più ricco di verdure, di legumi, con tanti buoni anti-ossidanti che prevengono l'invecchiamento cellulare, ci permette di abbassare la quota di grassi saturi, come quelli di origine animale o quelli vegetali, come l'olio di cocco e di palma, che sono presenti spesso in modo camuffato nella composizione dei cibi. Bisogna necessariamente combattere l'obesità e il sovrappeso, in atto in quasi la metà degli italiani, e soprattutto individuare un regime di prevenzione per non accumulare fra qualche anno un numero spropositato di ammalati di cuore, di fegato o, peggio, di tumori. I luoghi più adeguati dove iniziare questa serrata campagna anti-grasso sono le mense scolastiche e aziendali, le trattorie, i pub, le paninerie, le spaghetterie. In genere tutti quei posti in cui si somministra cibo «a rischio», vedi gli «hard-discount» e i grandi magazzini di mobili e attrezzature per casa e ufficio, spesso forniti di un locale interno di ristorazione per soddisfare i clienti e farli rimanere più a lungo. Una diminuzione di grassi dà un doppio vantaggio al consumatore perché mangia più sano e meglio, e al produttore perché usa meno materia grassa. Un minor consumo di alimenti di origine animale, un maggior consumo di pesce, specie se di tipo azzurro, una maggiore introduzione di fibra vegetale grazie all'aumento di consumo giornaliero di frutta, verdura, legumi e cereali, porterà, in tempi mediolunghi, a una diminuzione di insorgenza delle malattie del cuore e dei tumori. I nostri bambini hanno bisogno di mangiare cibi più genuini e più vicini alla tradizione del¬ la regione in cui si vive, magari alleggerendo o scartando i piatti tradizionali più pesanti. A questo scopo, un grande ruolo hanno le mense scolastiche in cui si può innovare ed educare al gusto con sequenzialità, senza traumatizzare il palato dei piccoli consumatori. L'esperienza di chi scrive, come consulente del Comune di Torino, insegna che i bambini e le famiglie sono pronti ad apprendere giusti abbinamenti gastronomici, e a dare seguito anche a casa agli insegnamenti scientifici che il dietologo fornisce a scuola. Si avrà così la certezza che fra vent'anni questi bambini saranno più sani, più «gourmet» e meno attratti dai non salutari fast-food. Gli studenti e le famiglie sembrano ormai pronti ad apprendere i giusti abbinamenti gastronomici e a darne seguito a casa
Persone citate: Giorgio Calabrese
Luoghi citati: Comune Di Torino
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