«Ma è la tv che mi dà da vivere»
«Ma è la tv che mi dà da vivere» «Ma è la tv che mi dà da vivere» Nel suo paese Takeshi è un conduttore «Il pubblico non mi trova un granché» VENEZIA Takeshi Kitano, pregiato autore giapponese, ospite abituale della Mostra, vincitore di un Leone d'oro con «Hana-Bi», spiega che per lui fare cinema è un passatempo. «I soldi per mantenere la mia famiglia me li dà la televisione dove continuo a lavorare con i miei show», racconta. Romanziere, poeta, pittore, Kitano, che al momento s'è tinto i capelli di biondo per meglio render sullo schermo il suo «Zatoichi», l'eroe popolare che gh hanno chiesto di interpretare a causa della morte dopo 25 film dell'attore che lo ha reso famoso, chiarisce che tutto quel che fa, al di fuori della televisione, in Giappone viene considerato non un granché. Ha gruppi di fans che lo seguono, sia come teledivo che come artista di culto, ma i primi sono assai più numerosi dei secondi. E comunque si scontrano tra loro via Internet in battaglie furiose come fossero due bande della iakuza. «Una volta sono intervenuto dicendo chi ero perchè due fansclub litigavano inutilmente su come interpretare al megho il mio pensiero. Non solo non sono stato creduto, ma quando ho dichiarato le mie autentiche intenzioni sono stato definito uno scemo perfetto». In televisione, al momento, oltre a partecipare come attore a serial e telefilm, ha due show molto seguiti. Uno si chiama «Diventiamo Picasso» ed è un concorso per pittori e scultori emergenti, il cui premio finale consiste in un viaggio in Europa. «Uno dei vincitori è esposto quest'anno alla Biennale Arte di Venezia». L'altro è una sorta di «Non è mai troppo tardi» del memorabile maestro Manzi agh esordi della Rai: vengono proposti dei problemi, i ragazzini a casa provano a risolverli, se non ci riescono coinvolgono i papà che spesso ne sanno meno di loro. Questo format, che Kitano sostiene essere stato inventato da lui è arrivato perfino in Germania, dove fa un buon ascolto.
Persone citate: Kitano, Manzi, Picasso, Takeshi Kitano
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