MAIL'68 FU SOPRATTUTTO SESSO di Lietta TornabuoniSimonetta Robiony
MAIL'68 FU SOPRATTUTTO SESSO IL FILM DI BERTOLUCCI MAIL'68 FU SOPRATTUTTO SESSO Lietta Tornabuoni DELLE etichette, meglio non fidarsi: «Tbe Dreamers -1 sognatori» di Bernardo Bertolucci, presentato da sempre e atteso alla Mostra del cinema di Venezia come «un film sul Sessantotto», il film sui ragazzi ebe un quarto di secolo fa sognavano libertà e rivoluzione, è in realtà la storia di tre adolescenti, un americano e due gemelli francesi fratello e sorella, che, chiusi in un appartamento parigino, fanno l'amore. Il Sessantotto è altrove, gli slogan del Maggio francese arrivano appena dalle finestre aperte, i discorsi dei protagonisti su Mao («la rivoluzione non è un pranzo di gala») e sulla sospetta unanimità intollerante delle Guardie Rosse sono soltanto parentesi occasionali nell' intreccio dei corpi giovani, nudi e bellissimi che cercano l'intimità più profonda. Due manifestazioni ci sono. come prologo ed epilogo del film molto bello. La prima è culturale e vittoriosa, una protesta contro il licenziamento, voluto dal ministro Malraux, di Henri Langlois, creatore e direttore di quel santuario dei cineasti e cinefili intemazionali che è sempre stata la Cinémathèque, la Cineteca di Parigi. La manifestazione conclusiva, più dura (bottiglie Molotov, cariche poliziesche, auto carbonizzate, fumi, fuoco, lanci di sassi, fughe), segna il distacco dei protagonisti: il ragazzo americano non-violento quasi piange («sono loro che fanno queste cose, non noi»), i ragazzi francesi lo ignorano e corrono avanti alla battaglia, lui gira le sfalle al corteo, se ne va. E la Piaf canta alla fine «Je ne regrette rien», non rimpiango nulla. Ma forse «The Dreamers» è davvero un film sul Sessantotto: almeno, sul momento storico in cui per la prima volta Eassioni private e pohtica publica si mescolarono inestricabilmente, in cui si poteva voler cambiare il mondo anche facendo l'amore. Martinetti E UN'ANALISI DI Pierluigi Battista ALLE PAGINE 26 E 27 «I RAGAZZI NON SOGNANO PIÙ'» Intervista al regista: «Nostalgia e ideologia sono diventate tabù» Simonetta Robiony A PAGINA 26
Persone citate: Bernardo Bertolucci, Henri Langlois, Malraux, Martinetti, Molotov, Piaf, Pierluigi Battista
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