Donne da copertina: l'afghana in tuta e la bella svedese di Gianni Romeo

Donne da copertina: l'afghana in tuta e la bella svedese LE PAGELLE MONDIALI di Gianni Romeo Donne da copertina: l'afghana in tuta e la bella svedese QUANDO la nostra carissima Rai ieri ha interrotto il collegamento da Parigi, a quattro giri dalla conclusione della più intènsa gara dei Mondiali, abbiamo immaginato la smorfia di quei due milioni abbondanti di telespettatori che avevano premiato quotidianamente una bella trasmissione e un grande evènto sportivo. Per fortuna almeno l'ultimo giro dei 5000 ci è stato riconsegnato in extremis, ma non è facile digerire la follia dello strappo improvviso (2 in pagella). Era impossibile far concludere quella gara su RaiTre, prima di cambiare canale per ovvie esigenze di telegiornali? In linea generale RaiSport aveva lavorato bene da Parigi (9), per gli spazi a disposizione ma soprattutto per come li aveva riempiti. Complimenti al gruppo dei telecronisti (Bragagna, Elisabetta Caporale, Fusco, Monetti, più gli ex campioni Panetta e Fìzzolato), mai noioso, mai salottiero, sempre dentro l'evento. Tecnica e sentimento. E' stato un buon servizio all'immagine dello sport quell'impasto di sfida, amicizia, lealtà che soltanto l'atletica sa trasmettere in modo totale. Se quello stupendo corridore dalle gambe d'antìlope che si chiama El Guerrouj avesse fatto la doppietta 1500-5000, non ci sarebbe voto troppo alto in pagella per lui. Merita in ogni caso il massimo (10) anche per il fegato dimostrato. Ci ha provato, si è messo in gioco, gli sono mancati 20 centimetri per entrare nella leggenda. Fa ormai parte della storia mondiale anche Giuseppe Gibilisco (10), che ha vinto la gara meno italiana nel modo meno italiano, cioè non da improvvisatore ma da essere raziocinante, affidandosi alla tecnica e all'uso corretto dell'asta, imo strumento tenibile da domare. Bisogna piegarlo al punto giusto nell'attimo giusto, dopo aver imbucato alla velocità giusta. E non conoscere la paura, perchè cadere da sei metri, sia pure su un materasso, non è mai piacevole. Diceva un grande allenatore del passato, Sandro Calvesi, che tutti gli astisti sono matti per via del coraggio che li porta a fare quei voli. E se non sono matti lo diventano, a forza di cadere così dall'alto. Matto e lucido come Gibilisco ricordiamo Renato Dionisi, l'unico grande suo antenato degli Anni Sessanta, al quale mancò soltanto un po' di fortuna per conquistare titoli di pari prestigio. C'è poi il dominicano Felix Sanchez (10), che prendiamo come emblema fra tanti di una perfetta sintesi fra qualità tecniche e atletiche. Domina i 400 ostacoli ormai da un po', ricorda il «Più Grande», Edwin Moses, che proprio ieri a 48 anni ha annunciato di volerci riprovare. Ma chi, che cosa glielo fa fare? Sei stato inimitabile, Edwin, non metterti a inseguire il passato e sogni impossibili. I sogni lasciamoli semmai a Lima Azimi (10), l'afghana vestita da una goffa tuta come in Italia si usava quarant'anni fa, che ha impiegato quasi 19 secondi a percorrere 100 metri. Ma ha mandato al mondo un messaggio dolce e forte come nessuno. Ci sarebbero altri voti molto alti da distribuire: 10 alla bellissima, bravissima eptatleta svedese Carolina Kluft, ad esempio. O all'ex keniano Stephen Cherono, che ha vinto per il Qatar i 3000 siepi con un nome arabo e soprattutto con un coraggio da leone, attaccando, andando in fuga, facendosi riprendere, ripartendo. E' questa l'atletica che voghamo, senza lepri, senza tabelle preordinate, e invece condita da quel pizzico di follia e istinto che la rende più umana. Gli azzurri Magdelin Martinez, l'ex cubana del triplo, e Stefano Baldini, il maratoneta, sono sullo stesso livello (9). Hanno fatto praticamente il massimo, la medaglia di bronzo è arrivata dopo una lotta senza quartiere, dove non c'è mai stata la sensazione di una resa di fronte a rivali più forti. La partita (verso Atene 2004) continua. Anche quella di Fiona May (5), alla quale diamo un voto insufficiente soltanto perchè ci ha stupiti la non conoscenza di se stessa. Come poteva covare l'idea di fare qualcosa di buono, nel lungo? Nulla giustificava pensieri audaci, dopo la maternità. Meglio, molto neglio Andrea Longo (8), che negli 800 ha vissuto tre giorni da leone. Magari il terzo da leoncino, ma non aveva carburante a sufficienza, dopo due anni di stop che gli sono costati molto non soltanto sul piano muscolare. La velocista americana di colore Kelli White (3) è stata privata delle due medaglie d'oro della velocità dopo che è risultata positiva a una sostanza dopante. Forse non verrà squalificata perché negli elenchi ufficiali questa sostanza non è segnalata, ma la vicenda dimostra che il gioco dei bari va ancora di moda. L'ultima insufficienza (3) va regalata alla laaf perchè proprio l'organismo intemazionale, con le nuove punitive regole sulle partenze degli sprìnters, ha causato il pasticcio-Drummond. Per lo spettacolo e per rispettare i tempi delle tivù si fa questo e altro. Gli attori sono ormai degli strumenti. L'azzurra (nata a Cuba) Magdelin Martìnez, bronzo nel salto triplo

Luoghi citati: Atene, Cuba, Italia, Parigi, Qatar