Longo: ho vinto la sfida più dura

Longo: ho vinto la sfida più dura Longo: ho vinto la sfida più dura «Sono di nuovo qui e vorrei correre sempre, per chi ha creduto in me» inviato a PARIGI Longo non si sbagliava, i tre che alla vigilia aveva indicato come gli avversari più pericolosi sono finiti tutti sul podio. In particolare aveva definito Said Guemi un «tattico raffinato» e tale si è dimostrato l'algerino nella prova che l'ha consacrato campione del mondo, piccolo successo anche italiano visto che a gestire Djabir è la famiglia del professor Rosa. Gabriele stila i programmi e il figlio Federico funge da manager. Lui, algerino estroverso che abita vicino a Parigi, è ragazzo intelligente, a cui piace studiare le lingue (se la cava oltreché con il francese, con l'inglese e lo spagnolo e il prossimo anno vuol imparare bene l'italiano che per ora capisce soltanto). Buon amico di Longo, è stato anche tra i primi a cercare l'azzurro quando è arrivato al villaggio per stringergli la mano e dirgli: «Bentornato». Andrea Longo da queste manifestazioni di affetto e simpatia, che già aveva avuto nella gare del rientro a Helsinki, è rimasto molto colpito: «Fa piacere, è il modo migliore per ritrovare il mondo che amo tanto. D'altronde fuori siamo amici tutti, certo in pista è un'altra cosa, non si conosce più nessuno. Ma l'essere nemici finisce con la gara». Anche dopo una finale iridata? «Certo - sorride Longo, il flato grosso per la maratona di parole cui è costretto - e sono anche contento. Due settimane fa ancora non sapevo che cosa sarebbe stato di me, aspettavo la gara del rientro, sapevo di essermi preparato con cura ma anche che due anni senza misurarsi con gli altri sono terribilmente lunghi. E poi, in un giorno, anzi in poco più di cento secondi, ci si giocava tutto: bastava un imprevisto e tutto il lavoro fatto e le speranze cullate potevano venire vanificati. Quindi questo risultato mi sta bene e lo dedico a chi ha creduto sempre in me». Arrivare a una medaglia era proprio impossibile? «Ci sono andato vicino, confesso anche che ci credevo. Nel momento decisivo, a 200 metri dal traguardo, però, Kipketer ed io ci siamo trovati un po' staccati, quanto è bastato agli altri per non farsi più riprendere». I giorni dell'amarezza sono alle spalle. Andrea finalmente può tornare a guardare avanti con serenità. La finale iridata con il quinto posto rappresenta ima bella iniezione di fiducia per l'immediato presente e per il futuro, ovvero per i Giochi di Atene. «Intanto adesso ho tanta voglia di gareggiare, , sarei pronto a misurarmi persino in un campionato regionale. Ho corso tre volte in quattro giorni, ma tornerei in pista anche domani. Credo invece che il prossimo impegno sarà Rieti domenica prossima: ho un conto aperto con la pista reatina dove, nel 2000, pochi giorni prima della trasferta a Sydney per l'Olimpiade, ho mancato per soli cinque centesimi il primato italiano di Fiasconaro. Voglio riprovarci». La nuova vita di Andrea Longo, iniziata a Helsinki, ha superato dunque a pieni voti anche il secondo grande esame, con il miglior risultato di sempre in una grande manifestazione: il sesto posto di Siviglia '99 è migliorato e adesso Andrea, 28 anni compiti il 26 giugno, avrà tutte le possibilità per fare ancora meglio. A cominciare dal prossimo anno sulla pista dello stadio olimpico di Atene. [g. bar.] Andrea Longo: «Farò II primato italiano»

Persone citate: Andrea Longo, Fiasconaro, Kipketer, Longo, Said Guemi

Luoghi citati: Atene, Helsinki, Parigi, Rieti, Siviglia, Sydney