«Come il Milan degli Invincibili»
«Come il Milan degli Invincibili» «Come il Milan degli Invincibili» Albertini incorona il tecnico: ha creato un grande gruppo ROMA Se per Mirceau Lucescu, vecchia conoscenza del calcio italiano, oggi sulla panchina turca del Besiktas (primo avversario della Lazio in Champions League) la «squadra di Mancini è la vera favorita di un jirone che si chiuderà con i Diancocelesti qualificati e noi, il Chelsea e lo Sparta Praga a lottare per l'altro posto» (parole dette con i quattro gol di Corradi e soci al Lecce ancora negli occhi), a consacrare la prima tappa vittoriosa della Lazio in campionato è Demetrio Albertini. «L'entusiasmo che si respira in questo gruppo è davvero contagioso. Non sono io - spiega il centrocampista - ad aver preso per mano i compagni, piuttosto sono le loro qualità umane e professionali ad esaltare le mie. Da quando sono a Roma ho capito che nella Lazio c'è la stessa voglia di imporre sempre e comunque il proprio gioco così come accadeva nel mio Milan degli Invincibili: guai a buttare il pallone è la filosofia di Mancini, un inodo di vedere il calcio che non mi è nuovo». Albertini ) iva l'emozione di una rete chó ha spezzato la resitenza del Lecce. «Non potevo immaginare un esordio davanti al mio nuovo pubblico più intenso. Non mi capita tutti i giorni di far gol e per di più con il piede sinistro: se sono felice? Strafelice, direi. Abbiamo giocato un primo tempo straordinàrio - continua Albertini - poi è subentrata un po' di stanchezza perchè avevamo nelle gambe la partita di mercoledì scorso ad Oporto. La Nazionale? Rimane un punto di riferimento per tutti, figuratevi per imo che è stato in azzurro undici anni. Gli Europei? Non dipende da me». Stefano Fiore la pensa allo stesso modo. «Non potevamo pensare di reggere sui ritmi della prima parte di gara per tutti i novanta minuti. E' difficile fare una classifica di merito, ma certo la presenza di Albertini ci sta regalando qualcosa in più che forse ci è mancato l'anno scorso. Demetrio ha una gran voglia di far ricredere quanti pensavano che ormai, alla sua età, avesse già dato il meglio». Il Lecce si sforza di cancellare i primi quarantacinque minuti. «Se dovessi fermarmi all' analisi del primo tempo - così il tecnico dei pugliesi. Delio Rossi - sarei preoccupato per il resto della stagione. Ma, la seconda parte di gara, mi fa pensare che qualcosa di buono sappiamo farlo. La Lazio? Complimenti a Mancini, si vede che gli ha dato un'anima». Il finale è per Roberto Mancini. «Una cosa da correggere? Sbagliamo troppe occasioni. Il calo fisico è dovuto al grande caldo, era la prima volta che giocavamo alle tre del pomeriggio» - conclude il tecnico biancoceleste. [g. bue] Il centrocampista «L'entusiasmo che si respira in squadra è contagioso Le qualità professionali dei miei compagni esaltano le mie»
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