Bertolucci, pugno chiuso al Udo

Bertolucci, pugno chiuso al Udo IL REGISTA PRESENTA OGGI L'ATTESISSIMO «THE DREAMERS» SUL MAGGIO FRANCESE, CON MICHAEL PITT Bertolucci, pugno chiuso al Udo «Il '68, utopia da rivalutare: non fu una sconfitta» VENEZIA Arriva Bernardo Bertolucci e saluta con il pugno chiuso. Il regista è sbarcato ieri al lido con i tré giovani protagonisti dell'attesissimo film sul 68, «The Dreamers»: Michael Pitt, Eva Green, Louis Garrel. Davanti alla folla di telecamere e fotografi, Bertolucci ha salutato, alzando il braccio col pugno chiuso, quasi a ricordare che se adesso è ospite di lusso alla Mostra, negli anni passati ne è stato uno dei più feroci contestatori. E così oggi è il «Bertolucci day», in omaggio o per timore del quale, a parte il Leone a Dino De Laurentiis, sono stati spostati al giorno dopo tutti gli incontri non ufficiali per altri film. «The Dreamers», «I sognatori», riallaccia i fili della Memoria e della Storia, intrecciandola con la storia minima dei protagonisti: sullo sfondo del turbolento maggio '68, racconta infatti le scoperte reciproche, anche e soprattutto erotiche, di tre ragazzi a Parigi, uno studente americano e due gemelli francesi, fratello e sorella, appassionati cinefili, che si chiudono in un appartamento parigino e lì consumano la loro conoscenza carnale. Gli echi del '68 arrivano dilatati dall'atmosfera di un triangolo ricco di sfumature e ambiguità e comunque specchio di quella liberazione sessuale simbolo della rivoluzione giovanile di quegli anni. Il titolo è emblematico «I sognatori», una categoria di giovani che hanno in tutti i sensi delegato il potere all'immaginazione decrittando il sogno rivoluzionario a partire dalla sfera dell'eros, ((È la storia di un'iniziazione - dice Bertolucci - quando i ragazzi escono finalmente dall'appartamento sono finalmente adolti. Io c'ero, nel 68 avevo 27 anni, e so che è stata un'esperienza indimenticabile. È stata l'ultima volta che si è verificata una tale esplosione di utopie e ideali». In quegli anni lui frequentava e contestava la Mostra del cinema: aveva girato proprio nel maggio '68 a Roma un piccolo film, «Partner», con Pierre Clementi e Stefania Sandrelli. A Parigi in quei giorni c'erano i rivoluzionari «Stati del cinema» e dopo ogni weekend Clementi tornava a Roma a riferire quel che accadeva nella capitale francese. L'obiettivo di Bertolucci, tornato a girare a Parigi 30 anni dopo "Ultimo tango", era che i tre giovani attori riuscissero a confrontarsi con i tre personaggi del '68. «I giovani non sanno nulla del '68 e quindi ho cercato di rimediare facendogli vedere i notiziari dell'epoca». Con «The Dreamers», Bertolucci spera di correggere quello che a suo avviso è un errore della storia. È convinto che oggi gli eventi del '68 vengano giudicati facendo riferimento a canoni moderni e attenendosi soltanto ai risultati ottenuti: «Alcuni pensano che sia stata una guerra persa. Il che è completamente sbagliato. Anche se il sogno rivoluzionario è fallito il '68 resta un anno importante perchè ha cambiato i comportamenti delle persone. I ragazzi di oggi danno per scontata la loro cosiddetta libertà. non sanno che gran parte delle loro libertà sono state conquistate nel '68». E anche per questo, l'ultima inquadratura di «The Dreamers» è stata allungata: la carica dei poliziotti per le strade di Parigi è proseguita per le strade di Genova durante il G8. Un film, insomma, che farà discutere, ma che il direttore Moritz de Hadeln ha voluto fermamente: «E infatti ho cercato di convincere quattro volte Bertolucci a venire in concorso - racconta De Hadeln -. Mi ha detto "I premi sono fatti per i giovani". Gli ho detto: "E De Oliveira?" Ma non mi ha risposto», [s.n.] Bernardo Bertolucci ieri al suo arrivo al Lido: ha salutato il pubblico con II pugno chiuso

Luoghi citati: Genova, Parigi, Roma, Venezia