Autunno caldo per Alitala e aeroporti La grande finanza rivede i suoi assetti

Autunno caldo per Alitala e aeroporti La grande finanza rivede i suoi assetti [NOMI E GLI AFFARI Autunno caldo per Alitala e aeroporti La grande finanza rivede i suoi assetti Valeria Sacchi Si chiude un agosto bollente che ha visto crescere, senza flessioni, sia i bollettini meteorologici che quelli del caro-vita. Ora, mentre i temporali lasciano sperare in ima pausa dell'afa, il fronte dei prezzi apre un autunno caldissimo, come dimostrano gli insulti che si sono appena scambiati il presidente di Confìndustria Antonio D'Amato e il presidente di Confcommercio Sandro Bilie. Il primo ha tirato fuori una certa grinta nel tentativo di recuperare un po' di fiducia presso i confratelli industriali. Il secondo è stretto in una morsa pericolosa tra la difesa dei vassalli, i commerdanti accusati di super-avidità, e i consumatori che, arrabbiatissimi, continuano lo sciopero degli acquisti. Invano il ministro delle Attività Produtti¬ ve Antonio Marzano cerca col lanternino la formula magica. Nonostante l'allarme lanciato dalla Federturismo, che un mese fa aveva approfittato dell'elezione del nuovo presidente: Costanzo Janotti Pecci, per chiedere al governo misure anti-cmi, l'Italia ha registrato in agosto il «tutto esaunto» aggiudicandosi il primato europeo per la presenza di visitatori stranieri. Un altro record europeo - questa volta negativo - hanno invece battuto gli aeroporti italiani, in testa Fiumicino e Malpensa. Interessante il fatto che i servizi dei due scali facciano capo a società guidate da manager di lungo corso: quelli della capitale alla Aeroporti di Roma controllata da Cesare Romiti, quelli di Milano alla Sea dove il numero uno è Giorgio Fossa, che di Confindustria è stato presidente. Grandi mano¬ vre, viceversa, hanno interessato le maggiori compagnie aeree europee le quali, dopo i drastici tagli dei costi, sembrano destinate a unirsi per sopravvivere. Gli ultimi bollettini danno in fase avanzata le trattative tra Air France presieduta da Jean CyrìI Spinetta e l'olandese Klm che, a seguito, della nuova prospettiva francese, ha interrotto il discorso iniziato con l'inglese British Airways. Se l'intesa andrà a buon fine il ministro dell'Economia Francis Mer potrà utilizzare il suo pacchetto di titoli Air France per un concambio azionario privatizzando, così come promesso, la compagnia di bandiera parigina. L'esistenza di cordate italiane pronte a intervenire nel capitale di Alitalia, ventilata dal ministro dei Trasporti Pietro Lunardì, e scambi consistenti in Borsa hanno fatto partire a razzo il titolo della società guidata da Francesco Mengozzi, che di Air France è già partner attraverso un'alleanza commerciale e un incrocio azionario del 20Zo. Non resta che attendere le cordate. Intanto la Aeroporti Holding che fa capo a Luciano e Gilberto Benetton, nata per realizzare un network di scali regionali, prende il controllo di AdF, ossia del piccolo aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze nel quale è pronta ad investire 170 milioni di euro. E già punta a Pisa, Bologna e Catania. Chiuso il tormentone Telecom, ecco aprirsi due nuove arene nelle (piali i potenti d'Italia, a colpi di portafoglio, si preparano a cimentarsi. La prima è l'ex Hdp, ora Rcs Media Group, che significa «Corriere della Sera». Diego Della Valle, il padrone di Tod's e della Fiorentina appena promossa in B, ha infatti acquistato un pacchetto del 2IJ6 di Rcs. Considerando che, in attesa di entrare nel patto di sindacato, sulla soglia del Comere è in coda da qualche mese Salvatore Ligresti e fuori dal sindacato ci sono il padrone del Messaggero Gaetano Caltagirone con un altro 2'H) e la De Agostini di Marco Drago mentre si dà per certo l'arrivo della Pirelli di Marco Tronchetti Proverà, la mossa di Della Valle è tutta da interpretare. Il secondo punto caldo, sul quale lavora da mesi il presidente Cesare Geronzi, è il rinnovo del sindacato di Gap itali a. Nella quale l'olandese AbnAmro, presieduta da lUjkman Groenink, secondo azionista con il 6,l0z'o dopo Cassaroma ha la possibilità di salire al 1007o e dove è entrato pochi mesi or sono con il 3,7096 l'immobiliarista Stefano Ricucci, già azionista della Popolare di Lodi e da fiochi giorni nuovo partner al 296 con un investimento di 10 milioni di euro) della Meliorbanca di Pier Domenico Gallo. Dopo la boccata d'ossigeno arrivata con la cessione del 3396 della Marr (controllata che opera nella distribuzione) ai fondi di private equity Arca e Barcklays, sul business autostradale punta Vincenzo Cremonini, deciso a partecipare a tutti i bandi per aggiudicarsi la ristorazione degli autogrill. Ha chiesto più tempo del previsto l'accordo tra le banche e la Coin, guidata da Fernanda Pelati. Per chiudere l'operazione, che porterà ad un aumento di capitale di 80 milioni di euro, gli azionisti di controllo Vittorio e Piergiorgio Coin hanno dato in pegno al pool di banche guidato da Intesa il 7096 del capitale della società. Ad Amburgo, dopo mesi di litigi e grazie alla mediazione del secondo grande azionista, la Allianz, gli eredi della famiglia Herz hanno fatto pace separandosi. I fratelli Gunter e Daniela verranno liquidati e l'impero (caffè e cosmetici) resterà quindi nella mani degli altri tre fratelli: Michael, Wolfang, Joachim e della madre Ingeborg. La fine del dissidio consentirà a questi ultimi di scegliere un buon compratore per la Beiersdorf (che tra l'altro controlla la Nivea), alla quale aspirano in molti, dalla Procter fr Gamble alla francese Oréal, da Johnson&Johnson a Unilever e a Henkel. Guerra di lame e di batterie negli Usa. Victor Kiam ha ceduto la Remington Produci alla Rayovac, terza società di batterie d'America. La quale, forte del nuovo comparto rasoi, potrà ora sfidare ad armi pari (rasoi e batterie sono considerati settori sinergici) sia Gilette (proprietaria anche della pile Duraceli) sia Energizer Holding (che ha da poco comperato i rasoi Wilkinson). Sempre negli Usa, l'ultimo erede della dinastia Disney ha ceduto per 125 milioni di dollari in contanti la metà della sua partecipazione nell'impero dell' entertainment ad una banca d'affari, il Crédit Suisse First Boston, con possibilità di riscattarla entro cinque anni. Roy Disney, diciassettesimo azionista del gruppo di cui è vicepresidente e nipote del fondatore Walt, si è deciso a questo passo dopo essere entrato in conflitto con il presidente Michael Eiser, a sua volta importante azionista, sulle strategie della Walt Disney Company che, anche a seguito della crisi legata alle Torri Gemelle, da due anni non va più a gonfie vele. Il titolo è in ritirata e gli utili pure.