«Leducazione dei figli non sarà più una delega»
«Leducazione dei figli non sarà più una delega» LA PROPOSTA USA COMMENTATA DAL PEDAdOGISTA ISPIRATORE DELLA RIFORMA MORATTI «Leducazione dei figli non sarà più una delega» I parenti sono come passeggeri di un bus: sono a bordo, ma non possono decidere intervista Giacomo Oaleazzl ROMA Ef una soluzione originale che andrà verificata in concreto. Il fine, però, è identico al nostro: coinvolgere maggiormente i genitori nell'educazione dei figli». D pedagogista Giuseppe Bertagna, ispiratore della riforma della scuola di Letizia Moratti, non demonizza la strada imboccata dal comune di New York, pur considerando il "modello Bloomberg" non esporta¬ bile perché «ogni Paese ha la sua storia e il percorso educativo ne è inevitabilmente influenzato». Assumere papà e mamma per migliorare la qualità dell'insegnamento. Potrebbe funzionare in Italia? «Il problema della partecipazione è universale: una priorità in America come da noi. Ovunque la pedagogia e i governi lavorano per agganciare sempre più gli istituti afle tre componenti-chiave, ossia lo Stato, gli enti locali, la famiglia. A New York hanno deciso di testare una via decisamente originale. Restiamo in attesa dei risultati effettivi del¬ l'esperimento. In Italia, comunque, la norma costituzionale del 2001 e la legge Moratti puntano allo stesso obiettivo con mezzi diversi: non attraverso gh stipendi ai genitori impegnati accanto ai docenti bensì introducendo il principio della sussidiarietà. Finora le famighe degh studenti erano come i passeggeri di autobus: stavano a bordo, ma non disponevano della reale facoltà di decidere il tragitto. Le scelte cruciali per l'apprendimento erano affidate esclusivamente agli insegnanti. Adesso, invece, dì autisti ne avremo quattro: lo Stato, le regioni, le istituzioni scolastiche e ì genitori». Nelle scuole di New York, però, la partecipazione verrà retribuita... «È un artifizio pragmatico, un tentativo "sui generis" animato dalla nostra stessa motivazione. Un processo educativo privo di coinvolgimento della famiglia e del territorio é lacunoso. I genitori sono una risorsa. La scuola é più che mai interessata ad arricchire e potenziare il loro ruolo. Ogni istituto scolastico é costituito da un patto tra i genitori (titolari dell'educazione dei figli) i "gestori" dell'istruzione. E' una comunità educativa, dove ogni componente (istituzione scolastica, genitori, docenti, studenti) ha specifiche funzioni. Il termine partecipazione non bastava più. Per questo siamo passati alla compresenza, sostenuta sussidiariamente, delle famiglie nella scuola. Un ruolo di tipo educativo ed operativo,le cui finalità sono il miglioramento della qualità educativa e un approfondimento dell'impegno culturale e formativo». E' un nuovo patto fra genitori e insegnanti? «Si. La scuola ha nella famiglia il primo interlocutore necessario per l'esercizio della propria autonomia. In questa inedita dimensione i genitori, uscendo dalla mentalità della delega e da atteggiamenti di rinuncia e di passività, si riappropriano del ruolo educativo e riprendono centrahtà nella relazione scuola-fami¬ glia. I genitori, cooperando con la scuola e con i docenti, potranno esprimere pareri, ascoltare e confrontarsi con dirigenti e docenti, condividere ipotesi di lavoro ed accompagnare attivamente il percorso dei figli. E ciò senza calpestare competenze e sempre restando dentro i vincoli posti dalle indicazioni nazionali. La scuola non è un ente astratto. Esiste l'insegnante, il bambino, la sua famiglia. I piani di studio personalizzati sono una novità importante. Sulla base degh obiettivi generali, la scuola e la famiglia possono autonomamente scegliere il percorso mighore e i tempi per raggiungerli. L'insegnante resterà in costante rapporto con le famiglie e con il territorio, soprattutto perla scelta deUe attività opzionah e dell'eventuale orario aggiuntivo previsto».
Persone citate: Bloomberg, Giacomo Oaleazzl, Giuseppe Bertagna, Letizia Moratti, Moratti
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