«Ora è il Piemonte a rìschio calamità» di Giacomo Galeazzi

«Ora è il Piemonte a rìschio calamità» IL CLIMATOLOGO DEL CNR: NON E' ANCORA FINITA «Ora è il Piemonte a rìschio calamità» Questa settimana arriverà aria fredda dal Nord Europa intervista Giacomo Galeazzi ROMA IL disastro in Friuli è tutt' altro che un'emergenza isolata. E' attesa per i prossimi giorni una grande quantità di aria fredda dall'Atlantico: si scontrerà con il surriscaldamento del suolo e del mare neUe regioni nord-occidentah rendendo a rischio nubifragi il Piemonte, la Liguria e la Toscana». D climatologo Giampiero Maracchi, direttore dell'istituto di biometeorologia del Cnr mette in guardia dal possibile arrivo nel Nord-Ovest di cicloni simili a quelli tropicali, concentrati nelle zone a ridosso dei bacini e resi ancora più pericolosi dal ristretto margine di tempo con cui potrà essere dato l'allarme. Venerdì prossimo, secondo le previsioni, dovrebbe essere la giornata criticaperilPiemonte. «Come per i violenti temporah che funestarono l'anno scorso l'isola d'Elba» - spiega Maracchi - «in simili eventi climatici gh strumenti anticipano di appena un'ora o due i fenomeni del maltempo: fa bene la Protezione civile a stare in allerta». Dopo l'afa killer dell'estate l'Italia corre il pericolo di forti alluvioni? «Sì, il pericolo per il prossimo autunno è più che concreto. I danni in Friuli ne sono un anticipo. Le precipitazioni devastanti e il vento a 120 chilometri all'ora potrebbero estendersi presto a Piemonte, Liguria e alla parte ovest della Lombardia. E ciò già alla fine deh'estate, neUe prime settimane di settembre. Tra le cause, il surriscaldamento delle acque del Mediterraneo, soprattutto di quello centro-occidentale. Il Mediterraneo è passivo rispetto all'atmosfera, perciò il surriscaldamento dell'aria trasferisce calore all'acqua, la quale a sua volta conserva la temperatura per qualche mese. Se, come accade quest'anno, i mesi estivi sono particolarmente afosi e il mare si surriscalda, l'acqua rimane molto calda per tutto l'autunno. Le perturbazioni di norma ricevono energia e acqua dal mare e quanto più il mare è caldo, tanto più trasferisce calore (quindi energia ed acqua) alle nubi. La tendenza di questi fenomeni è che diventano sempre più estremi a causa della maggiore quantità di energia complessiva nel pianeta». Quali saranno gh effetti immediati sul clima? «Le prime perturbazioni che attraverseranno l'Italia, presumibilmente già dall'inizio di settembre, saranno più cariche e violente del sohto, visto che quest'anno le temperature marine si sono attestate intomo ai 28 gradi di media, rispetto ai 25-26 degh anni scorsi. È un rischio connesso alla storia degh ultimi dieci armi: dal '91 in Itaha paghiamo ogni anno 8 mila miliardi di vecchie lire per i disastri legati alle alluvioni. Sono eventi che nella penisola si sono sono verificati pure in passato, però ora è aumentata la frequenza: da due eventi di rilievo ogni 5 anni, si è passati a 9-10 eventi. Il rischio si è triplicato e ormai si può parlare di fenomeno strutturale. Non è solo un problema italiano o europeo. Negli Stati Uniti, da giugno si stanno verifi- cando oltre 300 tornado al mese, anche in zone tradizionalmente poco soggette. Anche da noi, nell'area mediterranea, c'è un netto aumento dei cosiddetti "cicloni extratropicali", simili a uragani ma meno intensi. Dal 1990 ad oggi sono aumentati del 500Zo. La Protezione civile fa bene ad allertare i prefetti e gh enti locah. L'allarme si basa su dati di meteorologia. Sarno, Versilia, Piemonte: le alluvioni dell'ultimo decennio sono avvenute in presenza di temperature inferiori a quelle previste nei prossimi due-tre mesi. Se tra settembre e novembre dovesse passare sul nostro Paese una perturbazione analoga a quelle, potrebbe produrre alluvioni ancora più disastrose. E non andrà meglio in futuro: se nei prossimi anni il monsone africano (responsabile della variabilità climatica di questa estate) sarà ancora così forte o addirittura più forte, saranno sempre più frequenti le estati calde, secche e prolungate, con un maggiore rischio di alluvioni alla fine della stagione». Quali contromisure possono rivelarsi utili nell'immediato? «Innanzi tutto occorre pensare alle risorse idriche, ossia immagazzinare l'acqua per i periodi di siccità. Poi, bisogna potenziare al massimo l'allerta. Di fronte alle alluvioni ciò che conta è prevederle in tempo. Siamo ancora troppo imbrighati da procedure complicate che rendono sempre più difficile il lavoro delle forze di intervento. I cittadini devono essere informati e preparati alle nuove situazioni. E' l'unico modo per scongiurare le tragedie legate alle piogge così come a quelle connesse alla siccità. Il clima sta cambiando e l'Italia deve prepararsi alla tropicalizzazione». «Saranno sempre più frequenti le estati caldissime e prolungate seguite da mesi con alluvioni. La gente deve essere pronta all'emergenza»

Persone citate: Giampiero Maracchi, Maracchi