Zappa, il mito vive di Paolo Ferrari

Zappa, il mito vive OLTRE LA« Zappa, il mito vive Poi il summit Architorti-Africa Unite il jazz, il folk e i cantautori di Fiorella LA versatilità di Settembre Musica nel dialogare con lespressioni sonore non strettamente riconducibili all'ambito colto è dato ormai acquisito, ed il buon riscontro ottenuto dalle escursioni proposte nel corso delle precedenti edizioni induce la rassegna a proseguire in tale direzione. Con un gradito ritorno, innanzitutto, dal momento che il formidabile Ensemble Modem diretto da Franck Ollu fu qui protagonista già nel 1997, ed anche in quel caso propose l'acuta rilettura di un album di Frank Zappa. Si trattava allora di «The Yellow Shark», mentre per celebrare i dieci anni dalla scomparsa del geniale compositore e musicista americano, il massimo iconoclasta della storia del rock, la scelta dell'Ensemble è caduta su «Greggery Peccary 8r Other Persuasions», titolo tanto per cambiare criptico e ricco di complessi giochi di parole. Come sempre, la materia è delicata: le provocazioni di Zappa non furono mai exploit demenziali tesi a coprire carenze creative, ma si basavano su prodigiose quanto ardite soluzioni musicali. Una nuova sfida per Franck Ollu, che venerdì 5 allo 21 all'Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto dirige l'Ensemble (ultima formazione con cui lo stesso Zappa lavorò di persona prima della prematura scomparsa) affidando le parti vocali a Omar Ebrahim, nei panni di Peccary, e David Moss, voce narrante: il Maestro in persona amava ripetere che molte delle sue composizioni non sarebbero state interpretabili da nessun essere umano. Altre suggestioni di confine sono in agguato a Settembre Musica la sera di venerdì 12 al Lingotto, quando il programma tiene fede al suo ruolo di promozione delle migliori realtà regionali accogliendo l'incontro tra il gruppo reggae italiano più cono-' scinto. Africa Unite, e l'intraprendente formazione degli Archltorti, che con pervicacia mescola da anni i linguaggi della classica e del pop. E' una sorta di vetrina della creatività sonora di Pinerolo, home-town di entrambe le formazioni. Dopo tanti incontri trasversali (l'epocale sfida «Madaski vs. Architorti» al Salone della Musica - ci piace ricordare che quelconcerto fu organizzato da «TorinoSette» - e l'omonimo film di Enrica Viola, la militanza di Ciro Cirri, ex bassista della reggae band, nel quintetto d'archi, la collaborazione di Robino e compagni con i Subsonica di un altro ex Africa, Max Casacci), nell'ultimo disco degli Africa Unite, «Mentre fuori piove», il dialogo si è fatto diretto, con risultati eccitanti. Lo sviluppo è il concerto in programma alle 21 all'Auditorium, dove le «Corde in levare» dialogano con le frequenze basse e l'approccio melodico della musica giamaicana. Ancor più decisa l'incursione nei territori world con l'appendice di «Gong» al Borgo Mecfioevale: sotto l'insegna «Uno sguardo a Est», venerdì 5 la musica arriva dall'Asia Centrale, con un ensemble di musicisti formato dall'afgano Daud Khan, dall'iraniano Sarawan, dall'irachena Alda Nadeem, dal kazako Raushan Orazbaeva, dal cinese Liya Qlu e dall'altaiano Nohon; gli ultimi tre sono di scena anche sabato 6, mentre i primi tre si esibiscono in trio pure domenica 7: la sera di venerdì, il concerto sarà integrato da letture di racconti di viaggio in quelle terre. Inizio sempre alle 21, ingresso libero. Ma Settembre Musica si mantiene fedele anche a un'altra vocazione coltivata negli anni, quella per la musica afroamericana: e difatti sciorina, martedì 9 all'Auditorium del Lingotto, il settantatreenne sassofonista Ornette Coleman, ovvero l'ultimo Grande del jazz classico: e pazienza se questo giudizio potrà apparire quasi ironico, se si pensa che fu proprio Coleman uno dei protagonisti della definitiva rivoluzione degli Anni 60, quando - insieme con Cecil Taylor e John Coltrane - Omette disartico¬ lò tutti gli schemi del dopoParker. Coleman sarà in trio affiancato dal figlio Denardo alla batteria e da Charnett Moffet al contrabbasso. E poi i due concerti delle 23,30 al Teatro Nuovo: venerdì 19 una notte di jazz con l'eccelso Don Byron, clarinettista principe della scena contemporanea, qui con il suo «Music for Six Musicians»; a seguire, sabato 20, il fisarmonicista e bandoneista francese Richard Galliano impegnato in un omaggio al tango e ad Astor Piazzolla, del quale Galliano fu allievo prediletto. La canzone d'autore è infine ben rappresentata nel cartellone torinese dalla massima interprete italiana delle composizioni cantautorali, la straordinaria Fiorella Mannoia, in scena domenica 7 alle 21 al Lingotto. Curiosa, infine, la proposta della Palasi Orchester che, con il suo cantante Max Raabe, sabato 6 al Lingotto propone un viaggio tra le musiche ballabili del Novecento dagli Anni 20 a Prince. Paolo Ferrari Frank Zappa: Settembre Musica onora il grande iconoclasta a dieci anni dalla morte iute Omette Coleman

Luoghi citati: Africa, Africa Unite, Asia Centrale, Pinerolo