L'Oasi dove vive il Carabus di Leonardo Osella

L'Oasi dove vive il Carabus | PASSEGGIATE NATURALISTICHE L'Oasi dove vive il Carabus UN INSETTO DAI COLORI CANGIANTI SCOPERTO DA OLIMPIA SELLA E' LA PRESENZA PIÙ' PREZIOSA DELL'AREA DELL'ALTO BIELLESE GIÀ VALORIZZATA DA ERMENEGILDO ZEGNA NEGLI ANNI TRENTA Leonardo Osella u NA delle realtà naturabstiche più interessanti del Piemonte è l'Oasi Zegna. Estesa su di un'ampia zona montana nei pressi di Trivero, nell'Alto Biellese, questa area è parte di un progetto - avveniristico negb Anni 30 quando fu concepito - che Ermenegildo Zegna lanciò allo scopo di fornire una serie di servizi, sociab per la comunità in cui si trovava la sua azienda di tessuti: un centro per la salute e lo sport, la strada detta Panoramica Zegna e appunto un piano di riforestazione e valorizzazione delle montagne circostanti. L'Oasi come istituzione moderna è nata nel 1993 prefiggendosi non soltanto obiettivi turistico-didattici (con la possibibtà di permanenze e visite guidate lungo gb itinerari generab o tematici) e accordi di cooperazione intemazionale in tema ecologicoambientale, ma pure una struttura scientifica e di ricerca, come dimostra la stretta collaborazione instauratasi col Museo Civico di Storia Naturale di Milano. L'Oasi, presieduta da Laura Zegna, vuole offrire un quadro completo di se stessa; per questo al ricco patrimonio naturale si aggiunge quello storico-sociale, altrettanto interessante: l'Alto Biellese vanta una intensa e lunga storia prima agricolo-pastorale e poi industriale. Fu fra l'altro teatro delle vicende legate all'eretico Fra Dolcino, alla cui fuga su questi monti, sotto l'incalzare delle truppe del vescovo di Vercelb, è dedicato uno dei 27 sentieri che segnano il territorio. L'Oasi Zegna si avvale di un comitato scientifico presieduto daU'etologo Giorgio Cebi e composto da Enrico Banfi (botanico). Massimo Biasetti (geologo), Luigi Bordignon (ornitologo), Franco Grosso (promozione del territorio). Mina Novello (gastronomia e ricette storiche), Corrado PaneUi (scienze forestab), Tiziano Pascutto (naturalista), Giovanni Vachino (rilevanze storiche ed antropiche). Alfonso SeUa (botanico, scomparso recentemente). Una importante iniziativa è la cobana debe Guide deb'Oasi: volumi che mirano ad approfondire la conoscenza sistematica dell'area. La struttura è a schede, per garantire una facile e rapida consultabibtà. La «Guida Botanica» descrive un notevole numero di specie secondo tre criteri fondamentab, puntualmente definiti neU'mtroduzione del libro: «biologico, corologico, ecologico». La biologia deba flora è direttamente legata aUa morfologia, ab'adattamento al clima, aba fisiologia generale e specifica, abe forme di crescita. La corologia precisa la distribuzione debe piante: in particolare neU'Oasi Zegna «si registra ima prevalenza di specie a larga distribuzione (corotipieurosiberiano, circumboreale, eurasiatico, europeo ed europeo-caucasico)», mentre le alte quote «sono dominate da corotipi alpico, oro-sudeuropeo e artico-alpino». Una rilevanza del tutto particolare assumono, come forme endemiche, il Cbamaecytisus hirsutus subsp. proteus (citiso di Zumaglini), la Centaurea bugellensis (fiordabso biebese) e la Scopoba camiobca (le cui radici erano ricercate un tempo per l'estrazione deba scopolamina, un alcaloide narcotizzante). Le caratteristiche ecologiche vengono definite suba base di otto fattori: «umidità del suolo, acidità del suolo, nutritività del suolo (contenuto in azoto), humus (tipo e spessore), ossigenazione del suolo (la circolazione d'aria, quindi trama del suolo), luminosità, temperatura, continentabtà (rapporto tra piovosità e temperatura)». La «Guida Entomologica», poi, permette anche di creare una suggestiva serie di agganci extrascientifìci. Tutto prende l'avvio dal Carabus Olympiae Seba, carabide endemico di questa ristretta zona messo a rischio dal rarefarsi deba brughiera e dei rododendri ma anche dall'espansione dei distretti scustici e dei pascob bovini. Questo bebissimo insetto, i cui colori metalbci cangianti gb ha valso U soprannome di «Boia d'or», fu scoperto nel 1854 da Olimpia SeUa, che l'anno dopo ne ottenne il nome dal cugino Eugenio Seba, entomologo torinese, il quale ne fornì una accurata descrizione. Dopo essere stato ritenuto addirittura estinto a causa deb'accanita ricerca che ne fecero cobezionisti senza scrupob, fu riscoperto da Mario Sturani, torinese ancb'egb, deb'ambiente letterarioartistico di cui era elemento centrale Cesare Pavese. Dunque un cerchio culturale virtuoso che impreziosisce il tutto. La «Guida entomologica», pur ricca ed ampia, non esaurisce la presenza degb insetti neba zona, stimata neb'ordine debe migbaia. Da sottolineare tra le particolarità, oltre al succitato rarissimo carabide, una conseguenza deba cosiddetta «depressione altimetrica», ossia la presenza a quote relativamente basse di insetti viventi solitamente in am¬ biente montano freddo: e così il coleottero Nebria crenatostriata e b lepidottero Oeneis glaciabs si trovano a 1400-1500 metri pur essendo preferenzialmente insediati a non meno di 2000 metri. Tutte le schede debe Guide sono articolate secondo chiavi di lettura precise, chiare e facilmente comprensibib. Numerosi sono coloro che hanno contribuito alla loro reabzzazione, ma merita senz'altro un elogio particolare Daniela Costa, autrice delle bebé illustrazioni. Ai volumi è abegata la Carta deb'Oasi in scala 1:30.000, con il dettagbo dei sentieri e dei luoghi notevob. Le Guide (a 16,53 euro) si trovano aba Bottega deb'Oasi a Bielmonte (015-7444.124) o nebe librerie biebesi, oppure al booksbop del Museo di Storia Naturale di Milano; si possono anche chiedere cobegandosi al sito www.oasizegna.com. DUE GUIDE, UNA ENTOMOLOGICA E UNA BOTANICA, GRAZIE ALLA LORO AGILE STRUTTURA A SCHEDE E AD ACCURATI DISEGNI CI FANNO SCOPRIRE UNO STRAORDINARIO PATRIMONIO DEL TERRITORIO PIEMONTESE

Luoghi citati: Alto, Bielmonte, Milano, Piemonte, Trivero