Il Milan re d'Europa sale sul tetto del mondo di Roberto Condio

Il Milan re d'Europa sale sul tetto del mondo UN GOL DI SHEVCHENKO DECIDE LA SFIDA DI SUPERCOPPA DISPUTATA A MONTECARLO Il Milan re d'Europa sale sul tetto del mondo Batte il Porto e raggiunge Real Madrid e Independiente: 15 trofei vinti Roberto Condio inviato a MONTECARLO Stava diventando preoccupante l'estate del Milan, battuto sei volte su sei in un'estate povera di gioco e di gol. L'allarme è finito ieri sera, nell'occasione più importante del precampionato, quella che ha permesso al Diavolo di mettere in bacheca il 15" trofeo intemazionale: come lui, nel mondo, soltanto il Real Madrid e l'Independiente. «Berlusconi era al settimo cielo - esulta GaUiani -. L'ho sentito per telefono, gli ho detto che siamo 0 club più vincente e lui l'ha tradotto a Putin». Pesante, alla resa dei conti, questa 4;' Supercoppa europea rossonera. Non è che di colpo ieri il Milan sia tornato ad esaltare. Anzi, ha vinto soltanto 1-0 e, dopo aver passeggiato nel I0 tempo, ha a lungo sofferto il Porto nella ripresa. Però ha ritrovato la vittoria e alcune sue pedine-chiave. Shevchenko, innanzi tutto. L'uomo del rigore d'oro di Manchester non buttava la palla dentro da quella notte magica. Ieri è tornato a mettere la sua firma su un eurotrionfo rossonero. In più, assist a iosa per Inzaghi, nell'occasione sciaguratissimo. Poi, riecco Maldini, pronto a mettere con un'altra prestazione impeccabile l'ennesimo mattoncino per la costruzione di un Pallone d'oro più che legittimo. Ko alla vigilia del «Berlusconi», era stato dato spacciato per un mese e mezzo. Invece, 13 giorni dopo ha fatto il baluardo come sempre, saldo sulla sua caviglia miracolata. E ancora, il solilo instancabile Gattuso, il buon insermiento di Pancaro e le tante idee di Rui Costa, l'unico portoghese felice al «Louis II». Alla fine, sospirone di sollievo per Ancelotti, per la gente rossonera e per Adriano Galliani. Giornata trionfale la sua: uscito indenne dalla rovente assemblea di Lega pomeridiana, alle 19 era già sull'erba del Principato a caricare i suoi ragazzi. E ora pensa al futuro: «La Champions League è sempre il primo obiettivo». Milan e Porto hanno ripreso a Montecarlo il feeling con l'Europa interrotto, da padroni, a maggio. Tre mesi molto diversi, perle due sfidanti. Dopo Manchester, il Milan non ha più vinto; dopo Siviglia (3-2 ai supplementari sul Celtici, i Dragoni hanno aggiunto la Supercoppa nazionale a scudetto, coppa portoghese e Uefa. Ancelotti e Mourinho ripartono schierando 9 dei loro 11 re di primavera. Le novità rossonere sono gli estemi di difesa (Simic, preferito a Cafu per una scelta più prudenziale, e Pancaro), quelle biancoblù sono Ricardo Costa dietro e il sudafricano McCarthy davanti. Ci si aspetta molto dal Porto del reclamizzatissimo Mourinho, il più rampante fra i nuovi tecnici del Vecchio Continente. Fighe d'arte quarantenne, ex vice di Bobby Robson e Van Gaal, alla prima stagione intera ha vinto tutto con una squadra diversa dal cliché lusitano: pressing alto e rigore tattico, qualche bollicina e concretezza sotto porta. Tutte cose restate sulla carta nel 1" tempo. E' il Milan a mordere e a pressare come mai aveva fatto quest'estate. Ringhia Gat¬ tuso ma lo imitano pure Seedorf (ammonito già al 19'), Rui Costa, Inzaghi e persino Pirlo. I portoghesi stanno a guardare fino al tiro alto di poco di Maniche al 37'. La partita la fanno i rossoneri, rasserenati dal ritomo di Maldini. Sheva e Inzaghi si muovono molto, dettando inviti che puntualmente arrivano. Rui Costa continua a non inquadrare la porta (fuori un tiro da posizione interessante al 3') ma c'è, eccome: è di Lisbona, è del Benfica, ha sentito i fischi della torrida di Oporto e vuole vincere il suo personalissimo derby. Così, al 10' vola sulla destra e centra, dove Shevchenko è lestissimo a infilarsi tra due pilastri biancoblù e inzuccare in gol. Dall'altra parte, nessuna notizia di Deco, il 26enne Camoranesi portoghese, brasiliano naturalizzato che in Nazionale contende il ruolo di leader proprio a Rui Costa. Balla dietro le due punte, invano. Tutte le azioni passano da lui ed è im bene per il Milan: quando supera il primo sbarramento (capita raramente), ci pensano Maldini e Nesta. Il Porto, invece, in difesa concede molto. La sua fortuna si chiama Inzaghi: SuperPippo ha il capello cortissimo e la mira sballata. Già al 7' calcia fuori al volo un bel cross di Sheva e al 33' non azzecca il diagonale che coronerebbe una splendida iniziativa degli ispiratissimi Sheva e Rui. Poi, al 12' st, commette l'errore più grossolano alzando di testa, dentro l'area piccola, un altro cross al bacio dell'ucraino. E al 29' fa poker (di gol sbaghati) tirando su Vitor Baia un passaggio di Pirlo. Il Porto, nel frattempo, ha preso quota. Qualche guizzo di Deco, cenni si risvegho di Derlei, la sostanza di Maniche e il Milan affaticato producono almeno 4 chiare palle-gol: Dida ne sventa due, un'altra finisce sullo spigolo della traversa e la più ghiotta se la divora Jankauskas. Ancelotti si gode la ritrovata fama di vincente: «Il Milan non sbaglia mai le partite importanti. Il bello comincia adesso». Ma il suo collega Mourinho, furioso con l'arbitro (chiedeva l'espulsione di Seedorf), recrimina assai: «Nel calcio non sempre vince il migliore». La rivincita, forse, nella Champions in arrivo. Galliani: «Berlusconi era al settimo cielo» Ancelotti: «Non falliamo mai le Sfide decisive» (4-4-2) Dida 6,5; Simic 6, Mesta 6,5, Maldini 7, Pancaro 6; Rui Costa 6,5 (40' st Cafu sv), Gattuso 6,5, Pirlo6, Seedorf 5,5(25'slAmbrosini 6); Shevchenko 7,5 (30' st Rivaido sv), Inzaghi 5. Ali.; Ancelotti 6,5. (4-3-1-2) Vitor Baia 6,5; Paulo Ferreira 6,5, iorge Costa 5, Carvalho 5, Ricardo Costa 5,5; Alenichev 6 (30' st Fernandes sv), Costinha 6 (22' st Bosingwa 6), Maniche 7; Deco 6; Derlei 6, McCarthy 5 (15' st Jankauskas 5). Ali.: Mourinho 5,5. Arbitro: Barber 6 Reti: 10'pt Shevchenko. Ammoniti: Seedorf, Pirlo, Fernandes, Ambrosini, Maniche. Spettatori: 18 mila. MERJVi La festa rossonera: capitan PaoloMaldini sollevala Supercoppa europea, vinta perla quarta volta dal Milan