«Vogliono nascondere i veri problemi»

«Vogliono nascondere i veri problemi» IL CAPOGRUPPO DS: «SE IL POLO AVESSE DAVVERO L'INTENZIONE DI CAMBIARE LA COSTITUZIONE, CI AVREBBE PENSATO A INIZIO LEGISLATURA» «Vogliono nascondere i veri problemi» Violante: se ci sarà una proposta concreta ne discuteremo intervista ROMA PRESIDENTE Violante, Silvio Berlusconi nel presentare le linee-guida del progetto di riforma costituzionale della maggioranza, ha detto che il dialogo con l'opposizione è poco più che una speranza. Lei cosa risponde? «Nella scorsa legislatura siamo stati noi a porre il problema della riforma costituzionale ed è stato Berlusconi a impedirla. Quindi sappiamo che alcune riforme costituzionah sono necessarie. Ma mi sembra che la destra si sia decisa a parlare di riforme solo per spostare l'attenzione rispetto ai problemi materiali del paese. Il paese è in recessione. Il centrodestra non governa, perde alleati, litiga sulle pensioni, sul Welfare, sulla scuola e cerca una via per ricostruire la propria immagine. Se l'intenzione fosse stata seria, riforme di quel!' importanza si sarebbero affrontate all'inizio della legislatura, e non a metà del cammino». Questo per i tempi lunghi che richiede il porre mano alla Costituzione. Ma ci troviamo dì fronte a un impegno dell'esecutivo. Non è poca cosa, non le pare? «Sarebbe un impegno significativo se non fossero in grave ritardo: da gennaio in poi noi entreremo, come ha ricordato il presidente di Confindustria D'Amato, in una trafila elettorale che dura tre anni. Entro il 2004 votano oltre 4 mila comuni, più le province, la regione Sardegna e il Trentino, oltre alle elezioni europee; nel 2005 le regionah e poi le politiche. Le riforme costituzionah non si fanno in campagna elettorale. C'è poi da notare che la mancanza di competitività del paese non è più determinata, come un tempo, dalla questione istituzionale. Oggi il maggioritario sta mantenendo le sue promesse. Nel 2001, con soli 500 mila voti di vantaggio nel maggioritario, è stato possibile al centrodestra avere cento seggi in più alla Camera e cinquanta in più al Senato rispetto alle opposizioni. Se non riescono a governare, non dipende dal sistema istituzionale». Vuol dire che quando il progetto di riforma verrà presen- tato nelle aule parlamentari voi rifiuterete di discuterlo? «Quando verrà presentato, ne discuteranno le commissioni e le assemblee parlamentari, insieme ai disegni di legge già depositati dal centrosinistra. Il parlamento è l'unica sede abilitata a decidere». Per quel che se ne sa, come valuta la proposta della maggioranza? La scelta di un premierato all'italiana? «Esamineremo la proposta quando ne conosceremo i dettagli. Il presidente del Consiglio non ha sufficienti poteri in Parlamento? Non è vero. Il premier, piuttosto, non ha sufficienti poteri sul governo. Bisogna potenziare questi poteri, dando la possibilità di nomina e revoca dei ministri, di dare e togliere deleghe». La norma antiribaltone? Nel Polo annotano che, fosse stata attiva ai tempi di Prodi, si sarebbe andati alle urne. «Leggeremo quella norma. Ma già oggi l'elettore sceglie la maggioranza di governo e sa chi sarà il presidente del Consiglio dei ministri; oggi sarebbe assai difficile governare con una maggioranza diversa da quella scelta dai cittadini. Il punto, mi permetta, è un altro: si tratta di un sistema presidenziale o di un sistema parlamentare? Noi confemdamo il sistema parlamentare e osserviamo che oggi mancano le garanzie per l'opposizione e che il procedimento legislativo così com'è non funziona, perché è basato essenzialmente su troppi decreti-legge e troppe leggi delega. E il governo realizza meno della metà delle deleghe che si fa dare: non ce la fa, è come un pitone che si strozza ingoiando un cinghiale». Cosa bisognerebbe fare, secondo voi? «Bisognerebbe restringere il campo dei decreti legge; per esempio, solo materia fiscale ed emergenze ambientali. Per le leggi delega stabilire che, una volta redatto dal governo, il testo vada restituito al Parlamento, che entro un tempo limitato deve esprimere il proprio voto definitivo. Per le garanzie, togliere alle maggioranze, di qualunque colore, ilpotere di decidere in materia di eleggibilità dei parlamentari, e darlo alla Consulta. La destra ha impedito con il voto che sedesse a Montecitorio l'onorevole Faggiano, regolarmene eletto nelle liste dei diesse, ed ha tenuto in Parlamento un suo uomo che aveva avuto meno voti dell'altro». Il Senato federale? Era anche una proposta del centrosinistra... «La Camera delle regioni va fatta. Ma come saranno eletti i senatori? A mio avviso devono fame parte anche i presidenti delle Regioni.» Secondo le indiscrezioni, si tratterebbe di una elezione a suffragio diretto. «Aspettiamo i testi e poi valuteremo. Ma insisto, le priorità oggi sono altre. Se non facciamo una buona Finanziaria, se non restituiamo tranquillità agli itahani per le pensioni, se non ridiamo al paese fiducia in sé stesso, se non rendiamo l'Italia di nuovo competitiva, diventa incomprensibile discutere della futura Costituzione». [a. ram,] ÉL&l La Camera ™™ delle Regioni va fatta; su questo siamo d'accordo. Ma come saranno eletti i senatori? A mio parere devono farne parte anche i Governatori 99 ^fclflt (--'aus0'e "^ anti-ribaltone? Già oggi l'elettore sceglie la maggioranza di governo e sa chi sarà il presidente del Consiglio Sarebbe assai difficile conservare il potere con forze diverse da quelle scelte dai cittadini Il punto è un altro: si tratta di un sistema presidenziale AA o parlamentare? ^7 :Ém Luciano Violante, presidente dei deputati diessini

Persone citate: Berlusconi, Faggiano, Luciano Violante, Prodi, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Italia, Roma, Sardegna, Trentino