HARLEY il mito compie 100 anni di Paolo Mastrolilli

HARLEY il mito compie 100 anni HARLEY il mito compie 100 anni Paolo Mastrolilli NEW YORK «Sq questa settimana sognate di stare tranquilli, Milwaukee non è il posto che fa per voi». E' onesto l'avviso che Brett Rushon ha lanciato a tutti gli abitanti della serena cittadina sul lago Michigan, famosa in Italia soprattutto per gli «Happy Days» di Ricky Cunningham e Arthur Fonzareìli. Il problema è che circa 250 mila «Fonzie» stanno marciando verso Milwaukee a cavallo delle loro moto, perché questo è anche il posto dove cent'anni fa, dentro una baracca di legno, William Harley and Arthur Davidson costruirono un mito americano. Rushon è il maestro delle cerimonie per l'anniversario, che cominciano domani e dureranno fino a domenica. In realtà le celebrazioni per i cent'anni dell' Harley Davidson sono iniziate da mesi in tutto il mondo, ma la festa irrinunciabile per tutti i malati di moto è quella che avviene nella città dove il primo motore si mise a cantare «potato-potato-potato», affettuòso surrogato del suo inconfondibile rumore. E' una vera marcia su Milwaukee, perché i cattivi ragazzi delle Harley Davidson non potevano tradire la filosofia di Peter Fonda, Dennis Hopper e Jack Nicholson in «Easy Rider», e presentarsi al compleanno in aereo. Quindi quattro cortei sono partiti dai quattro angoli degli Stati Uniti, per arrivare alle celebrazioni dopo un'altra avventura on the road. Chi abita nel nord ovest ha acceso la moto il 17 agosto a Portland, nell'Oregon, e si è avvicinato raccogliendo seguaci negli stati di Washington, Idaho, Montana, South Dakota, Minnesota e Wisconsin. I fans del sud ovest, invece, sono partiti da Las Vegas, e lungo la mitica Route 66 hanno risalito l'Arizona, il New Mexico, il Texas, l'Oklahoma, il Missouri e l'illinois, prima di arrivare sul lago Michigan. Quelli del sud si sono ritrovati a Baton Rouge, in Lousiana, e poi hanno attraversato il Mississippi, il Tennessee, il Kentucky, l'Indiana e l'Illinois. Quelli del nord est, invece, sono partiti dalla capitale Washington, e sono passati per la Pennsylvania, New York, Ohio, Michigan, Indiana, Illinois, e finalmente Milwaukee. Dopo tanta strada a bordo degli «hogs», ossia i maiali, come vengono affettuosamente chiamate le Harley Davidson dai loro innamorati, gh eredi del selvaggio Marion Brando, che in realtà cavalcava un'altra marca, avranno vogha di divertirsi. E divertimento avranno nella città nata¬ le, dove tutte le 60 mila stanze d'albergo sono già esaurite. Il programma prevede feste, esposizioni, concerti, e naturalmente ima grande parata domenicale nelle strade di Milwaukee. Domani sul palco saliranno Kansas, Susan Tedeschi, .38 Special; venerdì Peter Frampton, Poison, Doobie Brothers, Joan Jett; e sabato la chiusura musicale verrà affidata al ribelle Billy Idol. Vedremo una città a ferro e fuoco? Le Harley Davidson sono ancora i cavalli di battaglia delle gang motocichstiche, tipo gh HelIs Angels o gh Outlaws, che continuano a combinare guai in giro per l'America, e ai proprietari del marchio non dispiace conservare un po' dell'aura selvaggia abbinata al giubbotto nero di pelle. Oggi, però, per comprare un pezzo di questo mito ci voghono almeno 15 mila dollari, e il cliente medio è un baby boomer che ha superato i quaranta e guadagna almeno 78 mila dollari all'anno. Bravi ribelli bprghesi, insomma, tipo Irene e Dave Beman, che il 26 giugno scorso hanno pagato 2 mila dollari per potersi sposare in una concessionaria della Harley Davidson. Ormai, del resto, il mito si regge anche sulle spalle di personaggi dell'establishment come il miliardario Steve Fomes, che nel 1987 regalò ad Elizabeth Taylor una «hog» chiamata Purple Passion, o il defunto re di Giordania Hussein, che per una copertina di Vanity Fair si fece fotografare in sella con la moghe. Sono lontani persino i tempi in cui Dan Aykroyd guidava sopra un'Harley la processione per il funerale di John Belushi, mentre l'ultima apparizione memorabile in un film la fece Bruce Willis in «Pulp Fiction». All'inizio degli anni Ottanta la casa aveva rischiato il fallimento, ma ora si è ripresa. Nel 2002 ha venduto 263.000 «hogs» e quest'anno prevede di piazzarne 290.000, conservando la leadership nazionale tra le moto pesanti. I suoi clienti, però, stanno mettendo i capelli bianchi, e i giovani potrebbero convincersi che una Harley è roba danoimi. Peter Fonda a cavallo di una Harley Davidson neHilm-simbolo u&asv Rider», del \969