Telekom, Marini chiama in causa anche Bordon

Telekom, Marini chiama in causa anche Bordon TORINO, NUOVO INTERROGATORIO PER IL FACCENDIERE NELL'INCHIESTA SULLE PRESUNTI TANGENTI PER L'ACQUISTO DELL'AZIENDATELEFONICA SERBA Telekom, Marini chiama in causa anche Bordon La replica: «Sono fandonie, lo querelo» Alberto Caino TORINO Igor Marini rilancia come un giocatore di poker sull'affare Telekom Serbia e i magistrati, per ora, lo lasciano parlare senza porre troppe domande. La lista di leader dell'Ulivo da lui accusati si allunga fatalmente: ieri vi ha inserito Willer Bordon. Il capogruppo della Margherita al Senato sarebbe stato beneficiato pure lui di una mazzetta di 5 miliardi di lire. Poi altri dettagli sulle «valigette» per Mastella e RuteUi. La reazione di Bordon è immediata: «E' quasi inutile dire che sono fandonie prive di fondamento. Sta coinvolgendo chiunque conti qualcosa nel centro-sinistra. - ironizza - Mi stavo già preoccupando che si dimenticasse di me. Ovviamente querelo». Dal mare della Sardegna, dove è in vacanza in barca per pochi giorni, l'avvocato Titta Castagnino (difensore del coindagato Fabrizio Paoletti) spende una piccola metafora automobilistica per rendere l'idea del Marini-pensiero («Va a 200 all'ora) e poi esprime un augurio («Prima o poi gh finirà la benzina»). Il confronto scontro con il suo chente riprenderà, ma ■por il. momaoto il orocuratora capo Marcello Maddalena vuol dare corda all'accusatore di Prodi, Fassino, Dini, RuteUi, Veltroni e Mastella (che hanno già querelato) e ora di Bordon. Che racconti tutto, e non riservi altre sorprese. Così, ieri, nel carcere delle «Vallette», l'interrogatorio di Marini è andato avanti da fine mattinata sino all'ora dei tg della sera. Otto ore in tutto, e da stamane si ricomincia. Primo effetto del tourbillon di «rivelazioni» l'iscrizione nel registro degh indagati di numerosi «soggetti» del giro di Paoletti, Marini e del defunto notaio ticinese Gianluca Boscaro, un professionista di cui si era già parlato nella aule giudiziarie torinesi al tempo del maxi-processo alla malavita organizzata che aveva gestito un traffico di tonnellate eh cocaina fra il Sud America e l'Italia. Boscaro aveva fra i suoi chenti il protagonista di quel processo: «don» Antonio Scambia. Marini ha investito il procuratore capo Marcello Maddalena e i pm Roberto Furlan e Paolo Storari con una valanga virtuale di milioni di dollari, destinata a tanti, leader e gregari dell'Ulivo. E ha infiocchettato il suo racconto («articolato e complesso», assicura il suo difensore, l'avvocato Luciano Randazzo) di tantissimi particolari. Il finanziere che, mesi fa, si era ridotto a far le pulizie in un centro commerciale bresciano per campare, va sul sicuro su una materia che conosce bene dal 1999 a tutto il 2001: i maneggi dell'anziano civilista romano Paoletti. Paoletti lo aveva conosciuto attraverso il notaio Boscaro ed oggi si può pacificamente concludere che lo ha utilizzato come' spallone per una serie di operazioni finanziarie Italia-estero, truffe a parte. Nel faccia a faccia della scorsa settimana. Marini ha ripetutamente affondato Paoletti sui dettagli. Prima negati dall'anziano civilista, infine ammessi. Marini ne approfitta per far decollare il suo racconto sulla tangentona di 225 milioni di dollari a Prodi, Fassino e Dini e sull'extra su cui, via via, aggiorna i magistrati. Il fatto è che tutti i particolari emersi non rivelano nulla sulla provenienza del denaro e sulla loro destinazione finale - e in teoria potrebbero essere ininfluenti - ma «giovano» al ruolo processuale di Marini. Il suo vantaggio si accumula sui silenzi in cui l'avvocato Paoletti si è sinora trincerato di fronte alle insistenti domande dei magistrati torinesi: «Posso dire che Telekom Serbia non c'entra niente». Maddalena e i suoi collaboratori hanno, d'altro canto, già potuto rilevare falsità, contraddizioni e illogicità nel racconto di Marini. Qualche politico (Enrico Nan di Forza Italia) li tira per la giacchetta invitandoli a «sciogliere ogni riserva dando l'opportunità all'opinione pubblica di capire quanto sta succedendo». I magistrati contano sulla valanga di rogatorie internazionah che hanno in parte già attivato (se una certa somma, sempre rilevante, è transitata su un certo conto, è un riscontro positivo per Marini, se no contriDuirà a procurare grossi guai al faccendiere). Il 2 settembre, per cominciare, sono in arrivo dalla Svizzera a Roma, come richiesto dalla commissione parlamentare d'inchiesta, le carte dell'archivio Boscaro che l'accusatore di Prodi ha sempre invocato a sostegno della sua credibihtà. Zoran Persen fotografato mentre viene portato in carcere dai finanzieri a Pontechiasso

Luoghi citati: Italia, Roma, Sardegna, Serbia, Sud America, Svizzera, Torino