Riforma previdenziale, a Maroni il sì dì Cisl e Uil di Giacomo Galeazzi

Riforma previdenziale, a Maroni il sì dì Cisl e Uil IL MINISTRO HA PROPOSTO DI INNALZARE DEL 30o7o LO STIPENDIO DEI LAVORATORI CHE RINVIANO LE DIMIf SiONI Riforma previdenziale, a Maroni il sì dì Cisl e Uil «Incentivare la permanenza al lavoro si può, ma basta annunci e smentite» Giacomo Galeazzi ROMA Riforma previdenziale: nelle reazioni delle parti sociaU la parola d'ordine è cautela. Sindacati disponibili, anche se con distinguo; Confindustria insoddisfatta. All'indomani della proposta del ministro del Welfare, Roberto Maroni, di utilizzare formule di incentivi per innalzare l'età pensionabile che Dotrebbero gonfiare anche del 3007o e buste paga dei lavoratori che intendono rimanere in attività, si riaccende il dibattito sulla previdenza. Sostanzialmente Cgil, Cisl e Uil dicono sì agli incentivi alla permanenza al lavoro per chi ha raggiunto l'età pensionabile, ma sono contrarie al blocco provvisorio delle finestre di uscita per le pensioni di anzianità e all'equiparazione del trattamento dei dipenden¬ ti pubblici a quello dei lavoratori privati. Le confederazioni, infatti, hanno subito espresso il loro disaccordo con l'idea di bloccare per sei mesi o un anno la possibilità di andare in pensione: «Ci opporremo: i problemi strutturali del paese riguardano la crescita». Un primo, significativo, segnale di disponibilità, comunque, Maroni lo ha incassato dai segretari generali di Cisl e Uil, Savino Pezzetta e Luigi Angeletti. «Se lo strumento è quello di salvaguardare i diritti acquisiti, di mantenere la volontarietà e incentivare la permanenza»- afferma il leader della Cisl -«mi sembra che sia un strada che si può perseguire. La linea di dare degh incentivi con la salvaguardia dei diritti acquisiti è giusta. Poi se è il 300Zo o il 350Zo possiamo discutere». Angeletti, invece, definisce la proposta del ministro una «scelta intelhgente, moderna e liberale». Qualche dubbio dalla Cgil. «Gli incentivi, per essere usufruiti, devono essere vantaggiosi»- commenta il segretario confederale Morena Piccinini-«e in questa senso non ci sembra sufficiente parlare di un aumento della retribuzione per il periodo di prolungamento del lavoro: riteniamo che quel prolungamento debba pure servire ai fini pensionistici». La strada degh incentivi indicata da Maroni è «pienamente percorribile» per la Cisal e per l'Ugl, che però chiede che «l'esecutivo termini le vacanze e spieghi al Paese cosa vuole fare davvero sulla previdenza». Critica la posizione del mondo delle imprese. Il vicepresidente di Confindustria, Guidalberto Guidi, ribatte che, per risolvere il problema pensionistico, gli incentivi non bastano e che, se si vuole ridurre la )ressione fiscale e il costo del avoro, si deve incidere sulla spesa corrente e, quindi, sulle voci che la compongono: sanità, pubblico impiego, pensioni. La Confindustria ha ribadito, inoltre, la disponibilità allo smobilizzo del trattamento di fine rapporto maturando per i fondi pensione (così come previsto dalla delega previdenziale all'esame del Parlamento) purché vada in porto pure la parte della delega sulla decontribuzione per i neo-assunti. L'apertura dei sindacati sugli incentivi diventa però netta chiusura sulla possibile revisione del calcola pensionistico dei dipendenti pubblici, che oggi avviene sulla base dell'ultimo mese di retribuzione, mentre quello dei privati si basa sugli ultimi 5 anni. Un privilegio a cui, seconda Marani, è necessaria mettere mena. «Se vogliama intervenire sui privilegi- asserva in proposita Pezzotta- prima di arrivare al pubbhco impiega ci sano altre anomalie da toccare. Quanta alle pensioni di invalidità, se c'è da fare un monitoraggio per vedere se ci sono stati degh abusi rispetto all'applicazione della legge, noi non ci siamo mai tirati indietro». Per Pezzotta occorre smettere di fare propaste alternative diverse all'interno del governo, perché ciò crea una situazione di panico e l'obiettiva da raggiungere attraversa gli incentivi e la valontarietà (ossia che la gente permanga di più al lavoro) viene annullato dal moltiplicarsi delle ipotesi: «Basta vedere quante sana le domande di pensionamento che si sona accumulate proprio sulla base dei vari annunci fatti dall'esecutivo». La presa di posiziona di Marani, secando il segretaria generale della Fp-Cgil, Laimer Armuzzi, nascon¬ de «la volontà di stravolgere il sistema previdenziale del nastro Paese». I due sistemi (pubblica e privata), per la Fp-Cgil, sana sostanzialmente equivalenti. Se infatti è vero che per l'anzianità maturata fino al 1992 il calcala retributiva prevede che per i dipendenti pubblici si tenga canto dell'ultima retribuzione percepita (invece che della media degli ultimi cinque anni) è anche vero che in questa non si tiene canta del salaria accessoria (circa il 3007o del totale). Che i pubblici dipendenti non siano dei privilegiati lo sostiene con forza anche 2 segretario confederale della Uil Antonia Facilla che, ricardando che è dal 1995 che attendano l'avvia della previdenza integrativa dopa aver visto la riduzione delle laro prestazioni previdenziali, dichiara che «la responsabilità del mancato avvia è del governa». . Angeletti: una scelta moderna e liberale Pezzotta: se la strada è non toccare i diritti acquisiti, possiamo discuterne pure Scettica la Cgil, è deciso il no di Confindustria «Bisogna incidere sulla spesa corrente o non serve a nulla»

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