«Non firmare questa Costituzione Ue»

«Non firmare questa Costituzione Ue» A RIMINI INTERVIENE ANCHE ANDREOTTI: «QUEL CHE CONTA E LA SOSTANZA E NON LE FORMULE» «Non firmare questa Costituzione Ue» Dal Meeting appello al governo: bisogna inserire i valori cristiani ROMA Dal meeting di Comunione e liberazione ieri è stato lanciato un invito perché non vi sia un semplice richiamo ai valori religiosi, ma l'iscrizione delle radici cristiane come fondanti della nuova Europa. Un vero e proprio «appello» al governo Berlusconi perchè, «usando positivamente del prestigio dell'Italia, madre delTEuropa e paese fondatore delle istituzioni europee» arrivi a chiedere «una radicale revisione del progetto e, quindi, dell'eventuale rinvio della firma della carta costituzionale europea» . Per dirla con una battuta del portavoce del Meeting, «meglio una buona costituzione firmata l'anno prossimo a Busto Arsizio che una cattiva firmata quest'anno a Roma». Un'espressione che ben sintetizza la situazione: perché il governo italiano tiene sopra ogni cosa a che la firma del nuovo Trattato avvenga a Roma. L'Italia non è solo uno dei paesi fondatori: è che Roma è la città nella quale venne siglato, nel secondo dopoguerra, il primo trattato costituente dell'Europa unita. E oggi invece l'Italia rischia di vedersi «scippare» la firma di un ben più importante Trattato, quello che dovrebbe dare il via libera alla nuova Europa a 25, alla nuova carta costituzionale proposta dalla Convenzione di Valéry Giscard d'Estaing: poiché l'accordo sulla nuova architettura istituzionale è tutto ancora da trovare. Si dovrà cercare sul campo, nella conferenza intergovernativa che ha molte possibilità di andare, invece, per le lunghe, poiché difficile e sottile sarà il crinale del possibile accordo. Il tutto mette a repentaglio la firma del Trattato a Roma, tanto che la via più probabile affinché questo avvenga appare quella di un accordo tra governi, in modo che possa essere firmato a turno nelle varie capitali. E dunque, a un certo irlandesi e spagnoli». Nel giorno di Andreotti al meeting, è stato proprio Andreotti a smitizzare, è talmente evidente che le radici dell'Europa sono cristiane, ha detto il cattolicissimo sette volte presidente del Consiglio, «quel che conta è la sostanza e non le formule», quel che conta è «che la carta costituzionale recepisca nel profondo i valori della religione cristiana)). Ma non si sa quanto abbia condiviso una platea che, sul tema, ha pensieri ben precisi: ((Fatto senza precedenti nella storia europea - affermano i ciellini - si pretende di legittimare una costituzione non con un voto popolare, bensì con un patto tra stati». Il che, fra l'altro, non è del tutto esatto: se sarà una conferenza di capi di stato e di governo a dare il via libera, quella riunione dovrà anche decidere se a dare il via libera saranno i parlamenti nazionali, o se si chiameranno i cittadini alle urne. [r.r.] punto, anche a Roma. Era stato il presidente della Repubblica, prima dell'estate, a consigliare di toccare il meno possibile il testo uscito dai lavori della Convenzione di Giscard d'Estaing, anche per non pasticciare il difficile equilibrio che è stato trovato. E la Convenzione, del resto, aveva dedicato al tema delle radici cristiane innumerevoli sedute del proprio plenum, oltre che dell'ufficio di presidenza. Tema oggetto anche di incontri del Papa con Giscard e con Romano Prodi. Riaprire i termini di quella discussione, dopo la soluzione trovata di un semplice richiamo ai valori rehgiosi, rischierebbe davvero di far saltare i tempi. Per di più,, come ha dichiarato ieri in un'intervista a un quotidiano di Verona, Berlusconi non si nasconde la difficoltà sostanziale: «E' come combattere 4 a 21», ha detto il premier. Sottolineando che, certo, «ci proveremo, ma d'accordo con noi ci sono solo polacchi.

Persone citate: Andreotti, Berlusconi, Giscard D'estaing, Romano Prodi