Una falsa partenza ed è caos Mondiale di Giorgio Barberis

Una falsa partenza ed è caos Mondiale GEBRSELASSIE BATTUTO NEI 10 MILA DAL CONNAZIONALE BEKELE Una falsa partenza ed è caos Mondiale Nei 100 Drummond contesta la sua squalifica sdraiandosi in pista. Il pubblico o appoggia e, fischiando, ritarda il programma. Le nuove regole sotto accusa Giorgio Barberis inviato a PARIGI ■■]i:- L'assurdità della nuova regola sulle false partenze nelle gare di sprint, che perdona l'autore della prima (cosa logica), ma squalìfica quanti successivamente incorrono nell'errore (perchè così si riteneva di accorciare ì tempi televisivi evitando ripetizioni in serie dello start), ha gettato il Mondiale nel caos mandando in tilt la già per molti versi precaria organizzazione dei francesi, con parte del pubbhco che si è fatta prendere dall'emotività del momento e ha dato un sostanzioso contributo a peggiorare la situazione ritardando, con ululati imbecillì, lo svolgimento delle gare. L'argomento del contendere è stata la seconda batteria dei quarti di finale maschili dei 100: falsa partenza (perdonata) del giamaicano Dwait Thomas, quindi al nuovo start movimento anticipato dell'altro giamaicano Asafa Powell e dello séttibrerebbè fermo ma ih realtà, ^ come mostrato da alcune immagini televisive, è colpevole di aver mosso il piede destro sul blocco, allentando la pressione. In merito la regola vuole che il congegno elettronico segnah la «falsa» se la pressione è inferiore ai 23 chilogrammi nell'arco dei 100 millesiini di secondo (ossia un decimo) dall'impulso dato dallo starter. I tempi di reazione, registrati elettronicamente, parlano dì 0,052 millesimi per Drummond e 0,086 per Johnson. Quindi, in base alla regola (la 162.7) ì due vengono invitati dal giudice di partenza ad allontanarsi. Mentre il giamaicano accetta la decisione, Drummond reagisce malissimo, sollecita il pubbhco a protestare con ampi gesti e arriva persino a coricarsi sulla pista, rifiutando dì allontanarsi. Una scena penosa, davvero, che suscita opposte emozioni. Certo è che la fetta più vociante degli spalti si mette a parteggiare per lui. Si perde tempo, parecchio, e allora gh altri sei velocisti impegnati nel «quarto» si fanno promotori dell'iniziativa di far correre i due colleghi squalificati. I giudici, saggiamente, decidono allora di rinviare la corsa e far partire i restanti due «quarti». Poi, esauriti quelli, in pista tornano solo i sei che hanno diritto a correre: nel frattempo qualcuno ha infatti provveduto a far «ragionare» Drummond che, andandosene, non riesce a nascondere le lacrime. Una frangia di pubbhco, per qualche minuto, continua a far sentire il suo dissenso impedendo il via, prima di capire l'inutilità - e l'assurdità - del proprio comportamento. 1100 tutto sommato non perdono granché in vista delle odierne semifmali e finale: a livello assoluto finora è piaciuto molto il diciannovenne trinidegno Darrel Brown che, correndo in 10"01, ha migliorato di 4 centesimi il limite mondiale juniores, mentre dei più conclamati attori della specialità Tim Montgomery è apparso abbastanza rinfrancato rispetto alle ultime uscite, a differenza di Maurice Greene, che dà l'impressione di non avere nella lambe gli ultimi 40 metri, e di un egnoso Dwait Chambers. Ma oggi il profumo delle medaghe può cambiare tutto. . , Iljcaosdei.ipoh^^^atoalmeno in parte lina giornata di bellissime finah. A partire da quella dei 100 donne in cui Kelly White ha ribadito il risultato dei trials Usa dominando davanti alla connazionale Torri Edward e all'ucraina Zhanna Block (ex Pintusevich), con la bahamense Sturrup clamorosamente rimasta fuori dal podio. Favolosa la finale dei diecimila, dominata dagli etiopi: ha vinto Bekele, con un perentorio cambio di passo ai 200 finah, che hanno reso vana la generossima prova di «Neftenga» - il boss - Gebrselassie, sacrificatosi a lungo in testa per dettare un ritmo stronca-rivali (ultimi 5000 in 12"57) e battuto come già era capitato a Edmonton (allora dal keniano Kamathi). Il che per lui significa l'addio al sogno di conquistare il 5" titolo iridato dei diecimila. Infine l'eptathlon, dominato dalla ventiduenne svedese Carolina Kluft, talento superbo che ha migliorato i propri limiti personali m 6 gare su 7, chiudendo per la prima volta nella sua giovane camera oltre i 7000 punti e staccando nettamente la rivale Barber, idolo di casa. Bravissima anche l'azzurra Gertrud Backer, 6a, alla cui ottima performance è mancato solo il corollario del record italiano, mancato di 19 punti. Un giudice invita Drummond a lasciare la pista ma Jon resta sdraiato sulla sua corsia per protesta contro la squalifica

Luoghi citati: Edmonton, Parigi, Usa