In marcia tra i chiaroscuri Betty piange, Rossella ride

In marcia tra i chiaroscuri Betty piange, Rossella ride LA FAVORITA PERRONE VA IN CRISI E SI RITIRA, LA GIORDANO SI RILANCIA DOPO 7 ANNI DI SOFFERENZE In marcia tra i chiaroscuri Betty piange, Rossella ride personaggi dall'inviato a PARIGI PROTAGONISTA a Sydney dove fu fermata a un chilometro dal traguardo con la più ingiusta delle squalifiche, capace di rifarsi in parte l'anno dopo ai Mondiali di Edmonton dove fu terza, sesta agli Europei di Monaco e poi condizionata da un attacco febbrile che fini per costringerla al ritiro lo scorso amie a Torino in Coppa del Mondo, l'attesissima Betty Perrone è stata protagonista anche ieri, offrendo il bis meno gradito, quello del ritiro. E.dire che la biellese era partita decisamente bene, contribuendo a dare ritmo alla fuga decisiva con la russa Nikolayeva e l'irlandese O'Sulhvan, fuga resa anche più significativa, dopo appena 2 dei 20 km in programma, dall'altra russa Ivanova, ritiratasi quando si è accorta di non avere nelle gambe il ^ passo delle rivali. Al 10o km una smorfia sul volto della Perrone ha evidenziato che qualcosa non andava. Ne ha approfittato subito la Nikolayeva per involarsi, mentre l'azzurra mostrava crescenti segni di difficoltà. Problemi di stomaco, acidità, che la consapevolezza di farsi sfuggire l'occasione di una medaglia acuivano: sopraggiungeva la Giordano, in compagnia di altre due russe, e Betty aveva solo la forza di dirle di andare avanti senza' curarsi di lei che, difatti, al 13" km si sarebbe ritirata. Volendo, adesso, può anche essere facile diagnosticare una nuova preparazione che non ha funzionato, ma sarebbe ingiusto nei confronti di Gianni Pemcelli, persona stimabilissima. «Mi sentivo tranquilla, ma forse era una falsa tranquillità» ha tentato di analizzare la Perrone, il cui sforzo per ricacciare in gola le lacrime era evidente. Un epilogo amaro, dunque, per un'atleta che tanto ha dato alla maglia azzurra e che, a 36 anni, sa bene come ogni occasione persa non tomi più. Per contro le sue due colleghe, Rossella Giordano ed Elisa Rigua¬ do, sprizzavano gioia. La Giordano, non ancora trentunenne astigiana, ha scacciato in un colpo solo sette anni di fantasmi, di microfratture e altri infortuni, più o meno grandi, che ne hanno pesantemente condizionato la carriera. La filosofia di Sandro Damilano, basata sul lavoro, insieme alla dichiarata fiducia del tecnico nelle possibilità dell'atleta, Iha restituita alla marcia di vertice. Il 5" posto che aveva conquistato ad Atlanta diventa il passato mentre gli orizzonti del futuro si aprono proprio con il 6" posto di ieri. «Ho capito - dice - che per far bene occorre lavorare sulla qualità e sulla quantità. Oggi il ritmo delle migliori posso reggerlo per 14-15 chilometri, se vogho arrivare più in alto dovrò quindi fare di più. Dopo sette anni passati alla tivù a seguire le gare delle altre, oggi mi sento rinascere. Per preparare questi Mondiali ho percorso circa 4500 km, ne occorrono almeno mille in più, di qualità, per crescere ulteriormente. E sono pronta». Poco distante. Elisa Rigaudo è altrettanto felice. A 23 anni essere 10a al mondo non è cosa da poco, il segno che quel titolo europeo Promesse conquistato nel 2001 non è stato casuale. Anche lei è allieva di Sandro Damilano, il cui bottino pur privo di medaglie - è positivo anche questa volta, tanto più perché i piazzamenti di Giordano, Rigaudo e, nella 20 maschile, di Civallero sono venuti da atleti che anagraficamente hanno davanti a loro parecchi anni per crescere e migliorarsi. Ancora una volta il futuro è dunque nelle mani del tecnico cuneese e la marcia può guardare avanti con fiducia. [g.bar.l Betty Perrone ha mollato dopo 13 km

Luoghi citati: Atlanta, Monaco, Parigi, Sydney, Torino