Comincia l'era post Sampras di Stefano Semeraro

Comincia l'era post Sampras AL VIA GLI US OPEN: RODDICK VUOLE ESSERE L'EREDE DEL GRANDE PETE Comincia l'era post Sampras Stefano Semeraro SAMPRAS si ritira, le Williams non ci sono, e anche Andre Agassi non si sente troppo bene. Gli US Open che iniziano oggi, e che nella notte offriranno un addio luccicante e strappalacrime al Più Grande di tutti, a Pete Sampras che dà l'addio al tennis, mandano un profumo agrodolce. Questione di gusti, di prospettive. Va guardato, l'ultimo Slam del 2003, con accighato sospetto, perché molti dei grossi nomi mancano o non sono al massimo (incluso l'ex diavoletto Lleyton Hewitt)? O piuttosto va atteso con golosità, visto che promette di apparecchiare un torneo aperto e combattuto come non si vedeva forse da quindici anni a questa parte? . Già grazie alla superficie di gioco, il cemento, ovvero il terreno «medio» per eccellenza, Flushing Meadows si propone tradizionalmente come il più equilibrato fra i quattro grandi tornei, quello che mette d'accor¬ do sia i terricoli sia gli amanti del «veloce». Aggiungete una stagione fino ad oggi livellatissima, senza un padrone vero e proprio e con un grande alternarsi di protagonisti, e capirete le ragioni degli ottimisti. Fra i maschi, dopo i successi di Agassi in Australia, dello spagnolo Ferrerò a Parigi e di Roger Federer a Wimbledon, pare venuto il momento di Andy Roddick. La grande speranza Usa, che da anni si sente scrivere addosso un futuro ingombrante l'erede di Sampras, il successore di Agassi - ha vissuto un'estate da urlo, vincendo due Master Series di fila e battendo Federer a Montreal. Il cemento fra l'altro è il brodo perfetto per Andy, che nel servizione e nel diritto più forte del mondo ha le sue armi migliori. Come sostiene Brad Gilbert, il coach che lo ha trasformato da promessa incostante in minaccia perenne, «questo è il torneo che Andy deve vincere». Il bimbone yankee ha però un tabellone tosto assai; sulla strada che le divide dal primo titolo dello Slam ci seno pescioni scomodi, e soprattutto Federer in una semifinale show per ora solo teorica. Comunque vada - con Agassi che ripesa nell'altra parte del tabellone, e che dopo mesi senza acuti medita forse l'ultime grande lampo - è preprie nel segno della rivalità fra Roddick e il genio tecnico di Federer (i numeri I e 2 nel ranking stagionale) che nasce questo torneo, e con esso, forse, un'intera nuova era del tennis, quella Post Sampras. Come outsider, comunque, non vanno trascurate le chance del finalista di Londra, Mark PhiUppoussis, e di Ferrerò, che cerca la consacrazione su una superficie diversa dalla terra. L'abulico Hewitt degli ultimi mesi resta invece un'incognita, come del resto l'insondabile Safin, campione qui nel 2000. Fra le ragazze il doppio forfait famigliare delle Williams Serena deve farsi operare al ginocchio, Venus accusa ancora i problemi alla muscolatura addominale che la frenarono nella finale di Wimbledon, persa centro la sorella - apre invece le porte al Belgio. La campionessa di Parigi, Justine Henin, e la nuova numero uno del mondo, Kim Clijsters, hanno maramaldeggiato in estate, e partono da favoritissime. Dietro di loro incombono le armate dell'Est, e la solita Jennifer Capriati, che ha però qualche problema alla spalla e che ha vinto l'ultimo torneo pre-Open sfruttando un infortunio -l'ennesimo -della ex nume¬ ro uno Lindsey Davenpert. La pattuglia tricolore, infine', conta tre soldatini nel tabellone maschile e ben neve in quello femminile. Speriamo molto in Volandri, che però ha pescato il tignosissimo Bjorkman al primo turno, quindi in Sanguinetti e nel qualificato Galvani, mentre fra le ragazze possiamo contare sulle tesie di serie Farina e Schiavone, affiancate da Flavia Pennetta, da Grande, Garbin, Camerin, Antonella e Adriana Serra Zanetti e Mara Santangelo. Andy Roddick e Roger Federer sono i grandi favoriti degli Us Open

Luoghi citati: Australia, Belgio, Londra, Montreal, Parigi