LONDRA è qui la musica

LONDRA è qui la musica DAI CONCERTI COLTI (MA A BASSO PREZZO) DELL'ALBERT HALL AL CARNEVALE MULTIETNICO DI NOTTING HILL, UNA GIOIOSA DEMOCRAZIA DEI SUONI LONDRA è qui la musica Maria Chiara Bonazzi LONDRA C' È una cosa che permette di passare dai clangori sinistri delle Troiane di Berboz neU'anfiteatro rosso e panna deU'Albert Hab ai costumi caraibici ondeggianti al ritmo gioioso del calypso per le strade di Notting Hill nel penultimo weekend di agosto. È la festosa democrazia musicale dell'estate londinese, grazie alla quale è possibile fare un picnic in Hyde Park al tramonto e poi attraversare la strada, vestiti così come si è, coi calzoncini e la bottigbetta d'acqua, per trasformarsi nel pubbbco più sapiente, informato ed entusiastico che un grande artista classico possa sperare di avere; oppure si può scegliere di spegnere il cervello e aggregarsi al più rumoroso party di strada d'Europa. In questi giorni, Londra ti consente di appartenere, per una notte, all'alta cultura nella sua veste più esaltante e poi, il giorno dopo, di portare i bambini a immergersi in un altro festival, tra i simbob sgargianti di una tradizione-musicale che capovolge tra i colori l'emarginazione da cui è nata. È ovvio, chi va al carnevale di Notting Hill, il quartiere ormai eponimo della goffaggine di Hugb Grant alle prese con Julia Roberts, spera di stordirsi con i ritmi di Trinidad e Giamaica importati dai discendenti delle famigbe delle ex colonie che si trasferirono qui negli anni Cinquanta. Le mascherate rivaleggiano con quelle di Rio in un teatro mobile che anche quest'anno dovrebbe attirare quasi due milioni di partecipanti con le processioni degb strumenti derivati dai vecchi barili di petrolio, sui quali i virtuosi del genere «steel pan» (letteralmente «padella d'acciaio») suonano di tutto, da Bach a Bob Marley. Il bello di Londra è che qui la democrazia non è solo quella di chi vuole divertirsi senza pensare. C'è un'atmosfera eccitante di gioia e partecipazione anche tra il pubbbco che affoUa i 73 concerti della serie Proms (abbreviazione di «Promenade», in quanto originariamente, oltre un secolo fa, la gente poteva passeggiare a proprio piacimento in sala) della Bbc tra metà luglio e metà settembre, quando, nelle serate più memorabili, 10 mila piedi battono per terra all'unisono facendo tremare il sacro tempio dell'Albert Hall fino al suo soffitto di 41 metri. Considerati dagb intenditori come il migbore festival musicale classi- co del mondo, questi concerti sono così popolari che quest'anno riescono a reggere un'intera stagione sul tema dei miti greci. Con i disinvolti corifei deba democrazia musicale classica che pagano un prezzo irrisorio per guadagnarsi i migbori posti in piedi o magari per starsene a pancia all'aria nella grande arena circolare al centro dell'Albert Hall, il pubbbco dei Proms divora le storie cruente di Elettra o Medea come se fossero noccioline. A Londra, culla del primo sistema parlamentare, una volta erano i Lord ad avere il pallino della Grecia antica, ma oggi il migbore pubblico britannico, quello contro-ebtario che non ba paura di andare ai concerti in sandalacci ma conosce a menadito Bidone ed Enea di Purcell, dimostra di avere lo stesso punto debole che, fatti i debiti distinguo, portò Byron a morire a Missoloungi. Quest'estate il mito greco in musica ha mietuto spettatori anche al British Museum e alla National GaUery, grazie a un'iniziativa interculturale lanciata da Nicholas Kenyon, il carismatico direttore dei Proms, il quale ba pensato bene di legare i suoi concerti ai luogbi deputati dell' alta cultura che di grecità e scene mitologiche ne hanno a bizzeffe. «L'idea di scambiarci il nostro pubbbco è venuta perché volevamo mettere in scena le Troiane per il centenario di Berboz - dice Kenyon -. Quei personaggi e quelle storie banno ispirato altri compositori, per cui abbiamo inserito nella stagione VElektra di Strauss, il Re Priamo di Tippett, e poi li abbiamo collegati, tra l'altro, all'Orfeo, all'apollo e all'Edipo Re di Stravinsky e al Giovane Apollo di Britten. Il "marchio" dei Proms è così forte che la gente è disposta a venire per sentire, accanto al repertorio più noto, musica meno conosciuta: il nostro pubbbco è così straordinariamente aperto che risponde bene a qualunque cosa». A Londra, prosegue Kenyon, «c'è una tale, singolare concentrazione di attività, che è possibile fare questi esperimenti di fecondazione incrociata». La National Gallery, in onore ai Proms, organizza contemporaneamente ogni settimana quattro speciali visite guidate alla propria collezione, chiamata «Promenade Talks», che include capolavori quab II giudizio di Paride di Rubens, Leda e il cigno di Michelangelo, Edipo e la Sfinge di Ingres, Bacco e Arianna di Tiziano e L'origine della Via Lattea di Tintoretto. Il British Museum, in cui si era tenuta la presentazione dei Proms, ba appena fatto lo stesso con i marmi del Partenone e ba indirizzato i visitatori verso i propri reperti raffiguranti i miti rivisitati dai concerti, tra cui quello di Prometeo, Pan, Fedra, Apollo e Helios. La gioia bacchica dell'alta cultura, espressa in modo unico dai Proms, troverà il suo culmine nell'ultima serata, il 13 settembre, che la tradizione vuole patriottica e dominata da un mare di bandierine dell'Union Jack (anche se ormai i turisti più intrepidi arrivano muniti di striscioni con i propri colori nazionali). La Bbc, che finanzia interamente i Proms e li trasmette ogni sera in diretta radiofonica (e talora televisiva), ha storicamente contribuito ab' egualitarismo di questa istituzione estiva. Il concerto finale sarà trasmesso in diretta su teleschermi giganti piazzati, oltre che in Hyde Park, nei parchi di Swansea, Glasgow e Belfast, in una sorta d'abbraccio collettivo filo-britannico. Dura soltanto tre giorni, ma sono tre giorni da passare a intossicarsi di balli e canti, l'altra tradizionale gioia estiva, queUa deUa Londra multietnica. Il carnevale di Notting Hill celebra gli immigrati che negli anni Cinquanta, quando questo quartiere era ancora scalcinato, non riuscivano neppure ad affittare le case perché nessuno li voleva come inquilini. Con le sue mascherate la cultura caraibica-celebra, se non i propri miti, sicuramente i propri simboli più vitali. L'edizione di quest'anno, che si conclude oggi, si è basata sui cinque generi tradizionab del calypso (una sorta di «giornale orale» in cui le idee sociali e pobticbe si sono sempre trasmesse attraverso le generazioni caraibiche), la «soca» (una fusione di soul e calypso, per la quale i fans più inveterati del carnevale dichiarano di essere «geneticamente programmati»), gli «static sound systems», le «masquerade bands» e la «steel pan». Il primo carnevale di Notting Hill risale al 1964, e oggi comprende tre generazioni di musica; dal calypso e dalle steel bands di Trinidad, al reggae giamaicano di Bob Marley degli anni Settanta e Ottanta, al suono «di punta» dei rapper e dei disc jockey attuab che dominano i club urbani di oggi. Alle origini del carnevale, prima che le grandi ville neoclassiche fossero prese d'assalto dai divi di Hollywood, gb stucchi bianchi delle facciate cadevano a pezzi e Notting HiU era il quartier generale degb attivisti neri: oggi il costoso ristorante Manor sorge sul luogo del leggendario Mangrove Café, dove gb ospiti di passaggio si chiamavano Nina Simone, Sammy Davis junior e Vanessa Redgrave. Oggi il carnevale è anche una cosa che si mangia tutto l'anno, in ristoranti caraibici come al «Mister Jerk» di Westboume Grove, e, un po' più a Nord, da «Cottons» in Chalk Farm Road. Ma il fulcro è rappresentato pur sempre dagb eventi musicali che si sono susseguiti dm-ante il tradizionale «ponte» d'agosto tra sabato scorso, con il carnevale dei bambini in Powis Square e la competizione deUe steelbands a Homiman Pleasance Park, ieri con il tendone del London Calypso incentrato sui ritmi di Trinidad e Tobago, e oggi con la tradizionale, lunga sfilata. Prima di ripulire le strade dalle stelle filanti, ci vorrà perlomeno una settimana. In una nazione in cui la famiglia reale ba avuto la sua tragedia greca in casa, i miti non sono soltanto i RoUing Stones che ieri si sono presi il lusso di dare un addio sottotono ai club di Londra con un concerto tra le quattro mura dell'Astoria. In realtà, neU'anima culturale britannica riverberano le tracce dei simbob più disparati, quebi antichi immortalati nei marmi del Partenone che il paese è fermo nel non voler restituire alla Grecia, e quelli delle colonie che con la musica celebravano la fine deba sottomissione ab'impero. Tutti insieme, egualitariamente. Dall'altra parte della città calypso, reggae e rap, virtuosi dello steel pan che sulla «padella d'acciaio» suonano da Marley a Bach Londra d'estate in un disegno di Matteo Pericoli Nel tempio della classica, da metà luglio a metà settembre, 10 mila piedi battono per terra all'unisono nel festival organizzato dalla Bbc Al centro della stagione i miti greci: un pubblico che non teme di entrare in sala con i sandali conosce a menadito le storie di dèi ed eroi