E adesso nei film Usa il cattivo è francese di Maurizio Molinari

E adesso nei film Usa il cattivo è francese E adesso nei film Usa il cattivo è francese Dal boicottaggio dei prodotti alla rappresaglia sullo schermo per il dissenso sulla guerra Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Boss mafiosi, altezzosi aristocratici, amanti senza cuore, ma soprattutto portatori di infiniti pregiudizi contro un'America che non conoscono. Sono questi i personaggi francesi che gli americani vedono al cinema nella prima estate dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. La sfida lanciata da Jacques Chirac a George Bush sull' Iraq è stata percepita dal grande pubblico americano come un tradimento di una storica partnership, iniziata ai tempi della guerra d'indipendenza e cementata sulle spiagge della Normandia. Così, dopo un lungo inverno nel quale vini, formaggi ed acque minerali «made in France» sono rimasti largamente invenduti sugli scaffali dei supermercati, adesso è il grande schermo a rappresentare i sentimenti prevalenti fra i consumatori dell'unica superpotenza. Nel poliziesco «S.W.A.T» dedicato alle unità speciali che in California danno una caccia sen- za quartiere alla peggior specie di criminali, il cattivo di turno non è un personaggio tradizionale: non un terrorista arabo né una spia russa né tantomeno un boss delle triadi cinesi, bensì il super-ricercato capomafia francese Alex Montel alias Olivier Martinez, lo stesso attore che lo scorso anno in «Unfaithful» interpretò il disinvolto amante parigino che portava scompiglio a New York nella tranquilla famiglia bianca anglosassone e benestante di Richard Cere e Diane Lane. Montel si distingue nel film della Columbia Pictures, diretto da Clark Johnson, per l'atteggiamento sprezzante nei confronti degli agenti della polizia di Los Angeles, definendoli «cow-boy americani» e sfidando il loro impegno nel difendere la giustizia con l'offerta di cento milioni di dollari in cambio della fuga dcil penitenziario dove é rinchiuso. «S.W.A.T.» racconta come l'offerta indecente del boss francese fa breccia neh' animo dei peggiori poliziotti e come invece i migliori, resistendo ad insulti del tipo «gradassi squattrinati», riescano a impedire il tentativo di fuga in un rocambolesco finale. Nella commedia «Le Divorce» (Il divorzio), tratta dal libro di Diane Johnson e da pochi giorni uscita sugli schermi, l'intera trama si sviluppa attorno al conflitto fra cultura americana e francese raccontando la storia delle due sorelle californiane Isabel e Roxy Walker alle prese a Parigi con mariti ed amanti francesi spregiudicati, avidi, spietati e senza cuore. In un susseguirsi di scene vengono irrisi in crescendo alcuni dei più consolidati miti francesi. La borsa di coccodrillo rossa «Kelly» di Hermes é il regalo con cui l'amante attempato seduce l'ingenua Isabel Walker (Kate Hudson), mentre il foulard, comprato nella stessa boutique, serve per liquidarla dopo averla fatta innamorare. Gli esperti d'arte del museo del Louvre esaminano in team e con la più moderna tecnologia un dipinto autentico del pittore francese Georges de La Tour, ma arrivano alla conclusione che é un falso solo perché di proprietà della famiglia californiana, che poi invece riuscirà ad ottenere dal Paul Getty Museum una cifra da capogiro. Gli agenti della sicurezza della Torre Eiffel vedono con chiarezza sui monitor l'entrata di un uomo molto sospetto, ma credono alla sua versione che sta solo «cercando la moglie fuggita» e continuano a parlare del più e del meno fino a quando l'individuo non estrae un arma da fuoco fra la sorpresa generale, causando panico e paura fra decine di turisti. La satira è ancora più feroce nei confronti della vecchia nobiltà francese, rappresentata dalla matriarca Suzanne (Lesile Caron) che vive altezzosamente rinchiusa in un'elegante residenza di campagna fra silenzi, inganni e ambiguità lessicali. Suzanne si reputa moralmente al di sopra dei consuoceri americani - che giudica villani e ignoranti -, ma prima difende in nome dell'onore di famiglia il fighe Charles-Henry che ha abbandonato la moglie Roxy Walker (Naomi Watts), incinta e la bambina piccola, e poi tenta di rivendicare il possesso del quadro di George de La Tour solo perché «dipinto in Francia», a dispetto del fatto che appartiene alla famiglia californiana. In pubblico nelle sale ride di gusto di fronte ai difetti francesi e per Chirac risollevare l'immagine nazionale diventa sempre più difficile. A indicare la pretesa riconciliazione una mano del presidente francese Jacques Chirac sulla spalla del presidente americano GeorgeW. Bush Ma gli sguardi sono distanti Nella commedia «Le Divorce» la satira è feroce nei confronti della vecchia nobiltà francese, rappresentata dalla matriarca Suzanne (Lesile Caron, nella foto)

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