«Meno male che ci salva il sommerso»

«Meno male che ci salva il sommerso» «Meno male che ci salva il sommerso» Eurispes: l'Italia sopravvive grazie al 30 per cento di pil in nero ROMA A salvare l'Italia è il lavoro nero che attenua gli effetti dell'inflazione. Parola del presidente deh' Eurispes, Gian Maria Fara: «Questo pil in nero, che si attesta al 300Zo ma che ufficialmente non esiste, è diventato l'armonizzatore delle tensioni sui prezzi. Benché l'inflazione sia alta e il pil non cresca, ciascuna famiglia italiana ha, rispetto al dato ufficiale, un 300Zo di reddito in più». Di fronte all'aumento dei prezzi, «noi ci salviamo proprio grazie a questo 300Zo di reddito in più, circa 540.000 miliardi di vecchie lire, che ci permette di assorbire gli esiti negativi dell' inflazione». Francia e Germania, che registrano nel secondo trimestre un pil in contrazione, «hanno problemi diversi dei nostri perché loro non hanno quest'armonizzatore in nero e quindi hanno un economia mol- to più rigida della nostra. Noi ci salviamo proprio per l'elasticità della nostra economia». Comunque l'economia italiana in generale non promette niente di buono, secondo l'Eurispes. «Per la fine dell'almo non vedo segnali di ripresa - dice Fara - e sono convinto che a settembre e a ottobre la spirale inflattiva tenderà a crescere con i rincari previsti nelle tariffe: luce, gas, assicurazioni e trasporti». In più, spiega Fara, «avremo un autunno abbastanza duro con i rinnovi dei contratti e quindi con una forte conflittualità sociale che non aiuterà la ripresa». Fara denuncia una sottovalutazione della situazione da parte deiristat,(«ai cui dati ormai crede solamente lui») e del govemo «mentre il Paese è già in "reflazione": recessione più inflazione». Sempre a proposito di sommerso, uno studio appena pubblicato dal Fondo monetario intemazionale rivela che l'Italia si coUoca al secondo posto nella graduatoria dell'incidenza dell'economia sommersa tra i Paesi sviluppati dell'Ocse, alle spalle della sole Grecia, con un peso di tale settore quantificato in Italia nel 270Zo del pil. molto vicino alla stima del 300Zo dell'Eurispes. Nei 21 Paesi aderenti all'Ocse, il sommerso è cresciuto costantemente per un trentennio, passando da un'incidenza di meno del 100Zo del pil nel 1970 a proporzioni superiori al 200Zo in un gruppo di Paesi composto, oltre che dall'Italia, da Spagna, Belgio, Danimarca, Svezia e Norvegia. A tale dinamica d'incremento non hanno fatto eccezione nemmeno gli Stati Uniti, che nello stesso periodo hanno visto aumentare la propria quota di economia «in nero» da 40Zo al 90Zo del pil. Lo studio, pubblicato dalTFmi con il titolo: «Nascosti neU'ombra», è stato elaborato dall'economista austriaco Friedrich Schneider, uno dei massimi esperti mondiah di economia sommersa e docente all' Università di Linz, e da Dominik Enste della George Mason University. La ricerca mette in evidenza la relazione inversa¬ mente proporzionale tira grado di sviluppo dehe economie e peso del sommerso, con i Paesi in via di sviluppo che, presi nel loro complesso, hanno registrato un'incidenza dell'economia irregolare pari al 35-440Zo, a fronte del 21-300Zo registrato dalle economie in transizione e dal 14-160Zo dei Paesi Ocsé. Rilevante è la consistenza numerica dei lavoratori del sommerso nell'Unione europea, dove alla fine degli Anni 90 si trovavano in questa condizione circa 20 milioni di persone mentre a livello Ocse la cifra sale a 35 milioni. «In alcuni singoli Paesi - sottolineano Schneider e Enste - la forza lavoro dell'economia sommersa si presenta molto ampia: è il caso dell'Italia con il 30-480Zo deUa forza lavoro totale (1997), della Spagna con il 12-320Zo (1997-98) e della Svezia con il 200Zo (1997-98)». Il fenomeno di crescita nel tempo di questa componente della forza lavoro è riscontrabile anche nelle due maggiori economie europee: in Germania la quota del «sommerso», che era rimasta stabile air8-I20Zo nel periodo 1974-82, è raddoppiata per passare al 220Zo nel 1998; in Francia la quota è passata nello stesso periodo dal 3-60Zo al 6-120Zo. [AdnKronos-ApBiscom] Gian Maria Fara, di Eurispes

Persone citate: Dominik Enste, Enste, Fara, Friedrich Schneider, George Mason, Gian Maria Fara, Schneider