«Noi, pionieri del grande sogno»
«Noi, pionieri del grande sogno» PER QUALCHE ORA I PROTAGONISTI DELLA GIORNATA D'ESORDIO SI SONO RITROVATI NELLO STUDIO ORIGINARIO «Noi, pionieri del grande sogno» ricordi della Ruta, da cantante a «signorina buonasera» personaggi Il prossimo 4 ottobre al teatro Crocetta, in via Piazzi, andrà in scena «Quel giorno io c'ero...» o una rappresentazione dal titolo simile. Il Gruppo Anziani Rai si è mosso prima dell'azienda madre, prima di Pippo Baudo e anche di Tommaso Genisio, da poco direttore del Centro di produzione di via Verdi. Da mesi hanno iniziato le prove per quello che sarà il loro regalo alla città e alle mighaia di persone che hanno lavorato per Mamma Rai. A tirare le fila è Gabriele Pastorino, un ex «amministrativo» che si avvarrà di tanti pensionati dai vari mestieri, attori, registi, maestri di musica, operatori. Via Cemaia, corso Giambone e via Verdi hanno sempre condiviso gli intenti, pur nella distinzione dei compiti svolti. Anche negli studi si distingue tra chi va al microfono o davanti al video e chi lavora dietro la telecamera, al banco di regia o dietro le quinte, ma nel rispetto dei ruoli. Tutti utili. Per i «50 anni» si toma in studio. «Che esperienza!», ricorda Maria Teresa Ruta, la prima annunciatrice di quel 3 gennaio 1954. Era poco più che ventenne, era già stata indossatrice, cantante (il motivo di maggior successo fu «Ma petite follie»), lavorò con Bongiorno, col «bravissimo» Corrado, presentò due festival di Sanremo {'56 e '57). Poi l'amore per un noto industriale torinese e tre figli le fece abbandonare quella vita di luccichii e in bianco-nero. Ci penserà la sua omonima nipote («Ma non perchè io abbia influito» dice oggi la zia) a proseguire quella passione. Riuniti nell'Auditorium della radio ultimamente occupato dalle registrazioni tv di Parola Mia, tecnici, professori di musica, arredatori, trovarobe si sono stretti in un commosso abbraccio alla «prima signorina buonasera». Gente con ricordi da tramandare, episodi che riportano a Barzizza, Angelini, Macario, Campanini... Il maestro Mario Seracini ha le foto di allora, i ritagli dei giornali, con il fratello fu l'autore delle indimenticabili canzoni sanremesi «Grazie dei fior» e «Edera». «Ero innamorato del cinema racconta Tommaso Cerrato -, andai a Milano perchè li la Rai aveva la sede di produzione più adatta. Il giorno dell'esordio delle tv gran parte delle trasmissioni partirono di lì. Anche la Ruta e Bongiorno si collegarono da viale Sempione». A fine anni sessanta il torinese Cerrato arrivò in via Verdi, per dirigere il settore cinema e montaggi. ((Alle telecamere, a Torino, c'eravamo noi tre», aggiunge Luciano Davini indicando Remo Caneva e Renato Massaglia. Poco più in là Alfredo Levo, scenografo, i fonici Armando Alessandro, Aldo Pastorelli, l'elettricista Giovanni Pellecchia, il trovarobe Isidoro Borgognone, l'arredatore Silvestro Calamo. Sono i «ragazzi del '54», protagonisti di quel battesimo immortalato in tante foto. E da loro l'elenco diventa lungo ripassando le vecchie foto rispolverate da Teche Rai: si riconosce il giornalista Gigi Marsico, i registi Dada Grimaldi, Massimo Scaglione. Tra le comparse pure il dodicenne Ermanno Anfossi, da grande diventerà un buon conduttore e un dirigente dei palinsesti radio. Ora anche lui è un pensionato rimasto innamorato.
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