Marini: «Ecco come ho consegnato i soldi»
Marini: «Ecco come ho consegnato i soldi» GLI INTERROGATORI PER IL CASO TELEKOM SERBIA Marini: «Ecco come ho consegnato i soldi» Dure reazioni di Fassino e Mastella, che chiederanno di essere ascoltati in commissione. Rutelli querela il faccendiere. Dubbi di Calderoli sulla deposizione: perché ci disse che non aveva altri nomi importanti da fare? Mara Montanari ROMA Il nuovo filone d'accuse inaugurato da Igor Marini si arricchisce di date e luoghi. Particolari ancora tutti da dimostrare. Il faccendiere ha raccontato ai magistrati di aver incontrato Clemente Mastella nel 1997 nella casa di Ceppaloni del leader dell'Udeur. Cena con bustarella. Quattro miliardi di vecchie lire, frutto della tangente Telekom Serbia. L'incontro con Francesco Rutelli e Walter Veltroni sarebbe avvenuto invece nel 2001, prima delle elezioni politiche, al «Bolognese», ristorante romano a due passi da Piazza del Popolo. Un posto dove i paparazzi vanno a colpo sicuro: un volto noto ai tavoli non manca mai. Luogo poco adatto, quindi, per un passaggio di tangenti, tanto che Marimba spiegato ai magistrati: «Il denaro, cinque miliardi di vecchie lire, lo consegnai a Rutelli e Veltroni in un'altra occasione perché c'erano troppi testimoni». Il leader della Margherita e il sindaco di Roma, oltre ad aver querelato Marini, hanno già chiarito di non averlo mai incontrato né al «Bolognese», né in altri luoghi. Ad organizzare l'appuntamento al «Bolognese» sarebbe stato l'avvocato romano Fabrizio Paoletti. Anche questi, però, nega tutto. Durante il faccia a faccia con Marini, di fronte al procuratore torinese Marcello Maddalena, Paolettiha detto che quell'in- contro non l'ha mai organizzato. Un'ulteriore contraddizione nel racconto dei due, indagati entrambi dalla procura di Torino per associazione a delinquere finahzzata alla truffa e al riciclaggio. Dal confronto, infatti, emergono due verità, l'ima contrapposta all'altra. Marini sostiene di aver «mischiato le carte», attraverso spericolate operazioni bancarie in particolare attraverso una banca di San Marino e la società di cui era prestanome, la Jundor Trading con sede nelle Isole Vergini. Tutto allo scopo di «ripulire» il denaro deha presunta tangente Telekom Serbia. Paoletti, invece, ha ammesso di aver movimentato soldi -120 miUoni di dollari - attraverso la Jundor Trading, ma nega qualsiasi colle¬ gamento con l'affaire Telekom Serbia. Marini verrà ascoltato di nuovo dai magistrati di Torino martedì prossimo. La seconda lista di politici tirati in ballo - dopo Prodi, Fassino e Dini - sarà al centro dell'interrogatorio, mentre gli inquirenti hanno già iniziato a cercare riscontri delle affermazioni di Marini. Ci sono persone da cercare e sentire. Il faccendiere ha raccontato che le accuse a Veltroni e Rutelli potrebbero essere confermate da due pubblici ufficiah, un prefetto in servizio a Roma e un colonnello della guardia di finanza, anche lui romano. Entrambi sarebbero a conoscenza del finanziamento illecito di cinque miliardi. Inoltre, sono da rico- struire le lunghe e comphcate movimentazioni di denaro della super tangente di Telekom Serbia. È probabile che vengano attivate delle rogatorie. Intanto, c'è chi si offre di parlare davanti a giudici e commissione parlamentare. Clemente Mastella lo ha già fatto: «Non voglio che sulla mia persona resti l'ombra sia pure minima del dubbio». Mentre l'ufficio politico e i gruppi parlamentari dell' Udeur «dopo le farneticanti dichiarazioni di un delinquente visionario come Igor Marini», hanno chiesto al presidente di rafforzare le misure di sicurezza nei confronti di Mastella. «Al momento - osservano i dirigenti dellUdeur - sfuggono i reali motivi, gli obiettivi e gli eventuali registi occulti di una operazione chiaramente contra veritatem e intimidatoria». Bugie, dunque. Ma oltre a bollare i racconti di Marini come pura diffamazione, l'intenzione eh uscire allo scoperto e replicare punto per punto alle accuse del faccendiere, comincia a farsi concreta tra gli esponenti politici trascinati nella faccenda. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, per dime uno. Sta infatti valutando l'idea di chiedere al presidente Enzo Trantino di essere ascoltato in commissione. Magari servirà ad accontentare il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi: «Non daremo tregua ai signori della sinistra fin quando non risponderanno sul loro operato». E da ex-comunista, Bondi rispolvera un'espres¬ sione cara al vecchio Pei: «D'ora in avanti - tuona - non osino mai più parlare di questione morale». Ma proprio il profluvio di dichiarazioni di Marini, comincia a suscitare alcuni dubbi nel centrodestra. Ad esempio, nel leghista Roberto Calderoli, membro della commissione. «Il 7 agosto - racconta - quando interrogammo Marini a Torino, gli chiesi se c'erano altri personaggi noti coinvolti nella vicenda. Lui mi disse di no. Resto quindi sorpreso e perplesso che quindici giorni dopo spuntino improvvisamente nomi di assoluto primo piano. Bisogna andare avanti nei lavori della commissione con i piedi di piombo, senza infanga-r re le persone e arrivare alla verità con onestà intellettuale». Igor Marini al suo arrivo a Torino
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