Petrolio, la maledizione del lago Alberto

Petrolio, la maledizione del lago Alberto LA SCOPERTA DI UN IMMENSO GIACIMENTO Al CONFINI TRA CONGO E UGANDA SCATENA UN NUOVO, SANGUINOSO CONFLITTO ETNICO CON MASSACRI E PROFUGHI Petrolio, la maledizione del lago Alberto Domenico Quii ico LA maledizione è nascosta sotto il lago Alberto, grande come il mare, avvolto da una lieve nebbia, un fumo azzurro che mette allegria. Gh hema, i lendu vivono su queUe rive da secoli, prima che uomini bianchi, affannati e curiosi, spuntassero dalle colline cercando invano la sorgente del grande fiume, il Nilo. Adesso questi popoh deh'Alto Congo curvi da sempre sotto barde di ignobili profittatori, bravi e spie ricordano con nostalgia persino i tempi del Leopardo, Mobutu: venivano i suoi esattori, i suoi miliziani con gh occhiah scuri, i denti aguzzi e il grosso sedere e rubacchiavano, ma poi sparivano e non li rivedevi per anni. Assopita dalla miseria la gente vive di poco, si sforza di non sapere che nehe foreste ci sono tante miniere, che la terra rovescia in continuazione i suoi tesori: oro, diamanti, una materiale nuovo che chiamano coltan e fa luccicare gh occhi agh americani e agh europei che arrivano con valigette piene di denaro. Da un po' di tempo nell'Ituri le cose finiscono in sangue, in prepotenze, in incendi. I soldati francesi del contingente di pace stanno a duecento chilometri, a Bunia, la capitale, e lì quasi non si spara, la gente guarda la tv e applaude le cerimonie che nella lontana Kinshasa celebrano la pace tra le varie fazioni. Vicino al grande lago Alberto, invece, c'è una wagneriana orchestrazione di massacri avvolta da un imbarazzante silenzio: milizie ben armate si scannano con furore, vihaggi vengono bruciati, donne e bambini catturati sono utilizzati come schiavi per lavorare nei campi, almeno cinquemila persone stravolte dalla paura sono fuggite attraverso la foresta verso la sponda ugandese. L'odio improvviso che divide hema e lendu è alimentato da oscuri burattinai che vogliono sfruttare queste terre, annetterle, riconquistarle. Ci sono ugandesi e ruandesi un tempo alleati e ora nemicissimi, ex seguaci di Mobutu diventati uomini d'affari, il giovane presidente congolese Kabila che vuol far dimenticare il padre assassinato. Ci sono i nuovi signori dehe guerre africane che il determinismo della ricchezza spinge sempre nel cuore delle tempeste. La novità che alimenta il massacro è il nuovo gigantesco bottino da arraffare: sotto la superficie del lago è stato scoperto un fastoso giacimento di petroho, miliardi di barili che possono fare del Congo forse un'altra Nigeria, il gigante africano dell'oro nero. E' a questo punto che il tesoro del lago è diventato una maledizione: per privatizzare questa ricchezza occorre alimentare il caos, la violenza, il disordine. Si rilegge lo stesso copione di tutta l'Africa. Spunta il tribalismo, genti che si sopportavano da secoh improvvisamente diventano nemiche. La «Heritage Oil Corporation» è la compagnia petrolifera che è al primo posto per ottenere lo sfruttamento di questa minerale meraviglia e forse alla fine la spunterà. E' una dehe tante società minerarie e di estrazione, spesso di piccole dimensioni, che hanno sede a Kings Road, nel cuore ricco di Londra, palazzine eleganti, targhe in ottone ben lucidato, il vecchio stile Old England. Sono quelle che rischiano di più e spuntano in Africa appalti sugosi, mettono nel portafolgio le miniere più pingui. A leggere le voci dei loro bilanci sempre in attivo si ripassa la storia tragica deh'Africa di queste ultimi anni: concessioni in Angola, Kivu, Sierra Leone, Liberia. Utili ben meritati in Paesi ad alto rischio con le loro guerrighe, i governi feroci e corrotti, le etnie selvatiche e turbolente. I contratti sono perfetti, nessuno, neppure immergendosi nel mare della partecipazioni azionarie, riuscirà a trovare tracce di legami imbarazzanti. Negli stessi palazzi di Londra prosperano altre società, queUe che offrono «sicurezza» e consulenza militare. Una volta h avrebbero chiamati mercenari; oggi avrebbero ragione a indignarsi. Sono distinti signori che dispongono di squadre di uomini specializzati, disciplinati e obbedienti in grado di catapultarsi in uno dei cinquanta Stati del mondo che hanno la scomoda abitudine ai conflitti intemi e tribah. Professionisti che non ammazzano a casaccio e che persino il Pentagono e l'Onu sono tentati di assumere per evitare guai. Come la «Executive Outcomes», considerata la più efficiente e affidabile. Ex specialisti dehe forze speciah sudafricane, mastini della guerra abituati a vincere. Li affittarono in Angola nel '93 e costrinsero il bellicoso guerrigliero Savimbi a rassegnarsi a trattare. Si accontentarono di una paga modesta. Subito dopo arrivò una pioggia di ricchi contratti per un gruppo di società petrolifere. Una di loro era la «Heritage Oil». Hema e lendu convivevano da secoli: è esplosa all'improvviso una furia omicida alimentata dai signori dell'oro nero Il bottino da conquistare è sotto la superficie dell'acqua Miliardi di barili, una riserva che può trasformare la regione in un'altra Nigeria SUDAN Tf Morungole REPUBUCA DEMOCRATICA DELCONGO 7 - !V1ahagio"V Atura0 o Lira f U G^AM Ct-A 0 Gulu Morotoo' LAGO ALBERTO , o Mambasa 0Hoima 'IVI baie o Mubende .■- ^ Walikale Rutshuru^/Kfba Kampalar 0Mbarara'

Persone citate: Alberto Domenico Quii, Kabila, Kings, Lago Alberto