Cresce il fronte dei ribelli: si gioca solo a Firenze

Cresce il fronte dei ribelli: si gioca solo a Firenze SULL'ONDA DELLA PROTESTA DEI CLUB DI SERIE B, SALTA LA GIORNATA DI COPPA ITALIA Cresce il fronte dei ribelli: si gioca solo a Firenze Stadi vuoti, i club disertori verranno penalizzati. Solidali anche Lecce e Ancona Silvia Garbarino E' il giorno della «serrata». Niente calcio, niente Coppa Italia per i tifosi di società iscritte alla serie B: oggi tutti al mare o in montagna, dipende dai gusti. Sicuramente non allo stadio. Va in scena il primo atto della grande protesta contro l'allargamento a 24 squadre varato per decreto legge, la minaccia si è tradotta in realtà. Il fronte degli ammutinati cresce: ieri per solidarietà si sono aggiunte due società neopromosse in serie A, Lecce e Ancona, e così è saltato l'intero calendario della seconda giornata di coppa. Neppure una delle 16 gare in programma vedrà il fischio d'inizio. Si giocherà soltanto il «derby» toscano Fiorentina-Prato, una partita contemplata dalla schedina del Totocalcio, che però ha una storia a parte: la Fiorentina di Della Valle, miracolosamente riapprodata alla serie B dalla C2, infatti disputa ancora la Coppa Italia di C. Tanto per aumentare la confusione. Le ultime diserzioni (formalizzate ieri) riguardano i match Como-Pro Patria, Lecce-Brindisi e Sambenedettese-Ancona. Non servono ulteriori spiegazioni, si viaggia a comunicati, come quello del club lariano che appartiene ancora a Enrico Preziosi (anche presidente del Genoa): «Il Calcio Como spa comunica che la gara non verrà disputata». Arrividerci alla prossima. I dirigenti del Lecce hanno chiarito così la loro posizione. «La cancellazione del-, la nostra partita è conseguenza coerente della linea politica decisa. Il Lecce si scusa, con i propri tifosi, che capiranno la nostra posizione legata alla volontà di difendere i principi di base e il futuro del nostro calcio». Solidali con i giallorossi salentini anche i vertici dell'Ancona, che attraverso il loro sito hanno reso noto nel pomeriggio di ieri l'adesione alla protesta «in segno di solidarietà e coerenza con le altre squadre che insieme all'Ancona hanno sottoscritto un documento presso la Lega Calcio per la convocazione straordinaria di un'assemblea perii 29 Agosto». La «serrata» non sarà però senza conseguenze perla classifica di coppa. Infatti squadre hanno annunciato che saranno co- munque presenti allo stadio, con i giocatori pronti a rispondere all'appello del'arbitro. Nei casi in cui ci sarà una sola squadra in campo, varrà la regola della vittoria a tavolino (3-0). Accadrà al Delle Alpi di Torino, dove il Cesena farà atto di presenza nonostante la defezione sicura dei granata, a Pisa dove i padroni di casa hanno fatto sapere che calzeranno gli scarpini anche senza la Ternana, o ancora a Catania (il cui caso ha scatenato l'attuale caos) dove gli uomini di Gaucci si schiereranno senza trovare calciatori dell'Avellino. Negli stadi che rimarranno totalmente deserti l'arbitro solitario stilerà un referto. Poi toccherà al giudice sportivo Maurizio Laudi infliggere ai club diser¬ tori le sanzioni previste dal regolamento. «Deciderò sulla base dei rapporti», anticipa il magistrato torinese. Cioè sconfitta per entrambi i club e 1 punto di penalizzazione. Laudi ha anche ricordato che «le società calcistiche potranno ricorrere contro la decisione del giudice sportivo alla Commissione disciplinare e, in terza istanza, alla Caf, la Commissione di appello federale». Facile prevedere che tornerà in scena la carta bollata, una situazione che potrebbe esasperare ancor più i tifosi, protagonisti nella giornata di ieri di vibranti forme di potestà. Tre sostenitori del Martina Franca si sono incatenati davanti alla sede della Figo a Roma. A Cosenza un gruppo di tifosi locali ha inscenato una manifestazione sullo svincolo autostradale per protestare contro il mancato ripescaggio della propria se uadra nel campionato cadetto, bloccando il traffico e creando code di chilometri. Il caos è totale. Parla da tifoso pure Gianfranco Lamberti, smdaco di Livorno, altro club ribelle: «Noi non metteremo a disposizione ne del Genoa, ne dell'arbitro, lo stadio. Perchè condividiamo la protesta del presidente del Livorno, Aldo Spinelli, e degli altri presidenti di B contro l'allargamento del campionato a 24 squadre». E siccome sangue caliente non si annacqua, Lamberti ha concluso con una stoccata al governo: «All'Armando Picchi non comanda Berlusconi». La minaccia si è tradotta in realtà: è il primo atto della «sfida» a Lega e Federcalcio in attesa dell'assemblea in programma venerdì Qualche squadra sarà però presente e vincerà a tavolino