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Greene: «Non sono finito, vi ricrederete» 1100 CERCANO LA LORO STELLA FRA GRANDI IN DISARMO E OUTSIDER DATATI Greene: «Non sono finito, vi ricrederete» a PARIGI. Non fosse per la sua storia fatta di successi, verrebbe voglia di sorridere. E nvece un Maurice Greene che dice: «Molti pensano che la mia carriera sia in fase discendente, invece dopo questi Mondiali tanti dovranno ricredersi», induce a riflettere che, nello sprint, più dei tempi contano i successi. E lui, la Freccia di Kansas City, quando si tratta di vincere non sbaglia un colpo: iniziò proprio ai Mondiali, Atene 1997, e a quel primo titolo ne sono seguiti altri due (Siviglia '99, dove vinse anche i 200, ed Edmonton 2001) oltre l'oro olimpico di Sydney. «Vorrei essere il primo velocista a vincere quattro ori iridati nella stessa gara - dice -: il risultato cronometrico è marginale. Conta arrivare davanti agli altri». Facile, specie per un Greene al top. Ma allo sprinter visto in questa stagione, e che a Berlino ne l'ultima frazione di staffetta si è fatto rimontare tre metri da J.J. Johnson, non è cosi immediato credere. Il che rende il pronostico per i 100 un terno al lotto. Le condizioni di Tim Montgomery, salvo miracoli degli ultimi 15 giorni che genererebbero sospetti d'altro tipo, appaiono anche più precarie di quelle di Greene. Non solo, i Trials Usa hanno bocciato Gatlin, campione del mondo indoor, Patton e Capei, i tre più in forma negli ultimi meeting, promuovendo invece Bernard Williams e il veterano Drummond. Né si è visto granché fuori dagli States. Kim Collins e l'australiano Patrick Jonnson sono molto altalenanti, il canadese Macrozonaris si é perso, del giapponese Suetsugo si sa ben )oco. Restano i britannici, che hanno in Dwain Chambers 'elemento al quale non è precluso, a priori, nessun gradino del podio. E difatti Chambers non si tira indietro: «Non sento particolari pressioni e sono pronto a fare la mia parte», sostiene. Senza avventurarsi in pronostici, ardui pure per lui. [g. bar.]